Cinquanta anni di in-fedeltà

Alcune celebrazioni diocesane mi stanno ricordando che, alla fine del giugno prossimo, saranno 50
anni dalla mia ordinazione sacerdotale. Non ho mai dato peso a questi anniversari per la semplice
ragione che non vivo la mia esperienza sacerdotale (più in generale la vita, credo) come un
cammino continuo che si srotola nel passare del tempo. Piuttosto sento la vita come un susseguirsi
di "provocazioni", in alternanza di ritmo e di intensità, cui seguono da parte mia risposte diverse, a
volte così diverse tra loro da poter essere riferite ad una stessa storia unicamente in quanto il
"protagonista" è lo stesso.
Così non ho nessuna intenzione di festeggiare (che cosa?), salvo quelle semplici iniziative che
venissero dai miei due compagni di ordinazione, dalla loro sensibilità e dal desiderio di rispettare in
loro un'amicizia e un affetto cresciuto negli anni.
Tuttavia la mia storia mi incuriosisce.
Non credo affatto che abbia un particolare valore. La sento come una storia comune a tante che si
sono snodate nel corso del tempo e che meritano l'unico ricordo nella pietra di questo mondo dov'è
incisa la parola "umanità".
Mi incuriosisce rileggerla, la mia storia, sia pure per sommi capi, e provare la sorpresa di far
riemergere pezzi di vita non dimenticati, ma solo messi da parte perché tante (ancora troppe!) sono
le avventure che ogni giorno mi si affollano intorno. E lo faccio con un riferimento ambizioso,
quello di Sirio (don Sirio Politi), cui devo tanto, per aver goduto nella sua amicizia, di tanta libertà,
di un infinito rispetto da parte sua nei confronti del mio percorso di vita, di una grande pazienza
verso di me.
Per certi versi la storia sacerdotale di Sirio e la mia possono sembrare procedere in direzioni
opposte e contrarie: lui, inizialmente parroco (Bargecchia, negli anni durissimi dell'immediato
dopoguerra) fino ad essere sacerdote della e nella vita. Io, inizialmente "bloccato" per anni in una
condizione sacerdotale sospesa e vissuta nel lavoro e nella quotidianità, e ora, in fine vita, parroco
"a distanza" nello snodo (ancora tutto da costruire) di una realtà ecclesiale che deve fare i conti con
la rarefazione delle figure sacerdotali.
Eppure mi pare che - nelle reciproche marcate differenze - abbiamo continuato a camminare senza
perderci di vista. E per me Sirio è ben più che una stella!

Luigi


in Lotta come Amore: LcA maggio 2016, Maggio 2016

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