Il Sacerdozio storia di Dio e dell'Uomo

Motivi di fondo
La vita, la realtà di Dio la conosciamo trinitaria, con un movimento interno che è comunione vicendevole e perfetta. Ne sono espressione la creazione, l'esistenza delle cose, dell'universo, dell'umanità.
Questo avviene a seguito dell'essere Dio Amore e quindi Dono di se stesso. Dio non può dare qualcosa di sé, ma tutto se stesso, cioè non può non obbedire al Suo essere Amore: Amore di Dio e quindi infinito, perfetto, totale, cioè mistero di donazione che obbedisce unicamente al sempre di più.
L'amore quanto più è perfetto e cioè unicamente Amore tende all'unità e cioè alla comunione: perché l'unità si realizza nella misura della comunione e cioè nel dono vicendevole: o se non altro nell'offerta e nell'attesa. :
L'umanità nella sua realtà esistenziale, storica (personale, di popoli, universale) porta in sé tendenze ad una convergenza in Dio determinante della motivazione fondamentale della vita. Questa relatività a Dio è consustanziale alla natura dell'uomo, costitutiva, decisiva.
La storia però rivela, da quando si conosce la storia e quindi forse dall'inizio, delle divergenze, delle indipendenze, degli assolutismi. Una possibilità, una necessità di incontro, una realtà di scontro. E' la storia di sempre, storia che si è iniziata, è andata avanti sulla linea dell'inizio, perdura, è attualità. A ragione si può avere il timore che così sarà.

Universalità sacerdotale
La creazione è sacerdozio totale e universale se è tutta e unicamente realtà di Dio, cioè Dio l'unico, l'assoluto, tutto.
L'esistenza è quindi sacerdotale nella misura in cui è rivolta a Dio e in Lui converge: cioè in quanto la motivazione del suo esistere è che Dio sia semplicemente ciò che Dio è.
L'universo in quanto obbedienza è cioè fedeltà dì risposta a Dio, è meravigliosa realtà sacerdotale.

Nascita del sacerdozio
Senza una dissacrazione e cioè un disorientamento dalla necessità di convergenza dì tutta la creazione in Dio, come nata da Lui e come realtà che rimane ed è segno di Lui, non avrebbe motivazione un sacerdozio perchè tutto l'universo sarebbe stato sacerdotale.
Dio ha creato una comunione e quindi un'obbedienza al Suo Essere Amore con l'umanità, e attraverso l'umanità con tutto l'universo, chiamando qualcuno (individuo o popolo) attraverso il quale potesse realizzare la comunione unificante: cioè la creazione perfettamente rispondente al suo essere espressione dell'espansività infinita dell'amore di Dio. E quindi convergenza in Dio perchè l'unità sia completa.
Sappiamo che alla fine dei tempi quest'unità sarà compiuta. Dall'inizio alla fine è come tutta una storia di cammino che è il cammino dell'umanità: una umanità impossibile a numerarsi, un racconto impossibile a raccontarsi.
Dall'inizio alla fine in questo camminare a moltitudine indefinibile e a vicenda inimmaginabile, Corre e scorre anche una storia di uomini e di popoli che Dio ha segnato e cioè scelto e destinato ad essere realtà di comunione vivente, coefficiente di unità.

Sacerdozio personale
La necessità del sacerdozio personale (individui e popoli) è sopravvenuta per l'impossibilità del sacerdozio universale, di una sacralità dell'esistenza, cioè di una Verità dell'essere la creazione qualcosa di Dio e cioè Amore del suo Amore.
Il decidersi di Dio a questo sacerdozio personale è come riversare in un istante ciò che tutto il tempo dovrebbe contenere. Cercare in una goccia ciò che l'oceano è o dovrebbe essere. In un gesto tutto quello che è una vita.
In una persona (in un popolo) quello che tutta l'umanità dovrebbe essere. Nella motivazione di una persona la logica chiarissima che spiega l'universo.

La vocazione
E' da questo mistero che nasce dalle esigenze di Dio che si spiega la vocazione. Il chiamare da parte di Dio, il prediligere. Lo scegliere e cioè il riservarsi dove compiere tutto quello che deve essere compiuto e cioè quella sopraffazione che vuol dire semplicemente dove Dio si manifesta e è liberamente e totalmente Dio.
La vocazione vuol dire soltanto che l'iniziativa Dio se l'è conservata gelosamente intatta ed intera. E' il segno visibile, concreto della libertà di Dio e cioè del suo essere l'assoluto.
E' l'indicazione della misura dell'Amore di Dio, della Sua infinita capacità di essere amore universale riversandosi in un Amore che sembrerebbe particolare: andare cioè al di là di ogni limite, rinchiudendosi, realizzare il tutto condizionandosi.

Sacerdozio come rivelazione
La vocazione si manifesta nel rivelarsi di Dio, nel suo farsi anche semplicemente intravedere. E anche se non sembra è come qualcosa che esplode. Nonostante che quello di cui si ha esperienza possa essere minima cosa, come un gesto, un invito, una circostanza qualsiasi, un momento che può essere giudicato senza importanza.
Ma è un Pensiero che dall'eternità è stato pensato e arriva finalmente a manifestarsi: porta una violenza di luce che non può non abbagliare. E' Amore infinito in cerca dove posarsi: dove tocca accende a incendio inestinguibile.
Perchè la vocazione non è una voce, non è un invito, non è qualcosa di esterno che arriva all'orecchio o al cuore o all'anima, la vocazione è Dio che si impossessa, è dichiarazione di proprietà incondizionata, è prendere e portare via, è unire a se stesso. Perchè vocazione è trasformazione, cambiamento di destino. Ciò che era prima dopo non sarà più. E' irreversibile perchè chiamati si nasce. Anche se la rivelazione avverrà chissà quando e la trasformazione chissà quando ancora.

Sacerdozio incarnazione
La vocazione, cioè la chiamata di Dio di una persona o di un popolo (come del resto ogni cosa che è opera e realtà e mistero di Dio) non è mai un fatto personale. Non è motivata dalla persona e tanto meno si esaurisce nella persona. La vocazione è la seconda chiamata di Dio perchè sia vera la prima chiamata: quella dell'universo dal nulla.
Se Dio non chiamasse e vocazione non avvenisse vorrebbe dire che ogni rapporto è finito, ogni comunione è cessata.
Perchè la vocazione comporta nella sua essenzialità una realtà di partecipazione, di incarnazione del chiamato: un far proprio, un fare se stessi non soltanto ciò che è di tutti, ma la stessa ragione ragione di essere di tutti.
L'incarnazione non tanto è un prendersi sulle spalle, entrare dentro e partecipare ciò che non è se stessi, ma ciò che è e sono gli altri; l'incarnazione è diventare l'altro.

Sacerdozio mediazione
Mediazione non tanto come dire un mettere d'accordo un cercare di riunificare, di convincere alla comunione, eccetera; quanto mediazione per un avvenire, un compiersi, un realizzarsi di incontro. In un corpo e in un'anima avviene quello che dovrebbe avvenire nell'universo. In un essere umano quello che è destino d'umanità.
Questa mediazione è il punto d'arrivo, il compimento di tutto un cammino d'amore iniziatosi nel cuore di Dio espresso nel suo chiamare l'eletto a portare il suo Dono per incarnarlo, nasconderlo dentro l'umanità e sollecitarne la risposta in una accoglienza dell'inviato che realizza l'incontro nella misura in cui la realtà del mondo e il mistero della umanità, almeno in lui s'incontrano e si abbracciano con Dio in una unità perfetta.

Sacra scrittura
La storia dell'Antico Testamento è storia sacerdotale. E' racconto meraviglioso di vocazione del popolo eletto - sacerdozio di popolo fino alle incarnazioni più drammatiche, alle missioni più sublimi per una mediazione universale attraverso la quale lo smarrimento religioso dell'umanità si incontrasse col vero Dio - è nella vocazione sacerdotale del popolo eletto che maturano ed emergono così chiare e precisate, sorprendenti e impressionanti le figure del sacerdozio che da Abramo, a Mosé, Samuele, i profeti, chiariscono in modo inequivocabile, il mistero del sacerdozio affidato ad un popolo.
E' sacerdozio unico, indivisibile ma che unicamente si raccoglie in una persona per precisare e realizzare il mistero sacerdotale di un popolo.

Il sacerdozio di Cristo
Il Mistero di Gesù è comprensibile e adorabile a seguito di una percezione esatta e completa del Sacerdozio e nella scoperta di una attuazione perfetta in Lui fino al punto che Lui e Lui soltanto è non solo sacerdote ma il Sacerdozio.
In Lui e attraverso Lui si compie fino alla totalità perfettamente rispondente al Pensiero di Dio e alla essenzialità del mistero dell'umanità, l'incontro, la comunione, l'unità.
In Gesù e attraverso Gesù nell'universo e nella umanità, Dio è perfettamente Dio, l'unico, l'assoluto, principio e fine e quindi l'Amore è l'unica realtà, l'assoluto valore. Non vi è che un solo Dio, l'Amore.
E qui è il Sacerdozio.
Tutto il sacerdozio dell'universo, la vocazione sacerdotale attraverso una elezione di un popolo, la predilezione d'uomini per un riversare in loro e precisare una vocazione sacerdotale che realizzasse nella umanità il rapporto Dio e uomo, uomo e Dio, è tutta una immensa, meravigliosa ma anche impressionante fatica perchè Dio potesse rimanere presente nella umanità e vivente e operante, a compiervi i suoi sogni di Amore.
La pienezza dei tempi è il limite massimo del logorarsi di questa fatica sacerdotale, lo svuotarsi progressivo e il non esistere più di una vocazione che portasse in sé una rivelazione di Dio e una assunzione sacerdotale del mondo: è di qui l'inutilità di una missione e il vuoto pauroso di una mediazione ormai cultualizzatasi in un tempio di pietra, nel sangue di capri e di vitelli, in un sacerdozio istituzionalizzato, che nasce ormai unicamente dagli uomini, e dalle loro motivazioni, inventato dai loro pensieri e interessi di casta, fossilizzato nelle loro tradizioni.
E' in questo vuoto sacerdotale di vero sacerdozio che nasce, si manifesta e si compie pienamente e totalmente il Sacerdozio di Gesù Cristo.
E' da Lui che si inizia, dalla unicità e assolutezza del suo Sacerdozio, la nuova storia sacerdotale del mondo.
Perchè rimane ancora più chiaro, da dopo Gesù, che la storia vera quella che è l'anima di tutta la vicenda umana, è storia sacerdotale. Tante vero che la missione di Cristo è unicamente religiosa, coglie cioè l'uomo e l'esistenza alla sua radice, alla sua sorgente, per determinarla e costruirla in tutta la sua totalità, fino nei più piccoli particolari. Fino alla realizzazione di una creazione nuova, di una esistenza diversa, di un popolo sacerdotale, di una umanità perfettamente rispondente a come è uscita dal Pensiero e dall'Amore di Dio.

Mistero sacerdotale di Cristo
La fede in Gesù Cristo è tutta e unicamente nel riconoscere e ne 11'affermare Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo: è tutta quindi Fede nel Sacerdozio di Gesù Cristo.
Il suo mistero è ciò che avviene nel seno verginale di Maria, che è il seno dell'universo, una donna che aprendosi a Dio, è l'umanità che si apre e si offre. Là vocazione più significativa e piena è quella rivolta a Maria: è Dio che chiama l'universo ad aprirsi e ad offrirsi.
Il consenso di Maria è la risposta che contiene la motivazione dell'esistenza: è l'umanità che Dio ha sognato, disponibile e pronta alla comunione con Lui.
Gesù nasce da questo incontro «personale» di Dio e dell'umanità e porta in se stesso, come unica spiegazione e motivazione di tutto se stesso, il suo essere veramente Figlio di Dio e Figlio dell'uomo.

La missione di Cristo
Tutto in Gesù Cristo è rivolto al Padre, è rivolto all'umanità.
E' in questa realtà di totale partecipazione del Mistero di Dio e dell'uomo che il sacerdozio di Cristo compie la sua missione che è accettazione del Padre Suo e dell'umanità in una convergenza in Lui fino ai limiti estremi della Croce, compimento di ogni motivazione dell'universo. Risposta veramente totale.
E' in questa realtà di completa partecipazione dell'esistenza umana che il sacerdozio di Cristo compie la sua missione di rivelare all'uomo il suo essere figlio di Dio e all'umanità famiglia di fratelli
Perchè la sua missione è che il senso nascosto che spiega l'esistenza sia manifestato e conosciuto e vissuto: che cioè tutto è e dev'essere Amore perchè tutto è Mistero di Dio.
E' in questa visione che il Mistero delle scelte operate e vissute nella storia personale di Gesù e in tutta la sua predicazione (la Parola incarnata esistenziale e' la Parola a viva voce, pronunciata) è possibile capirlo in una realtà unicamente teologica, cioè spiegabile soltanto con Dio che è Padre con ogni uomo che è figlio, con l'umanità famiglia, popolo di fratelli: tutto cioè, Dio e umanità, spiegabile unicamente in una realtà di comunione, in un mistero infinito d'Amore.

Le scelte del Sacerdozio
La povertà e la scelta così assoluta dei poveri, l'obbedienza al Padre e all'umanità, la verginità, l'amore fraterno, la perdita di ogni diritto e l'assunzione di ogni dovere, la disponibilità assoluta a tutto il Mistero dell'uomo e dell'umanità per ritrovarvi e liberarvi i valori costitutivi secondo il Pensiero di Dio, pagando con se stesso il prezzo fino a qualsiasi misura così senza misura come quella della Croce... la scelta di Dio e della sua volontà che è sempre volontà del Padre, come unica ragion d'essere, come motivazione assoluta del suo esistere fino all'estremo del «non la mia ma la tua volontà sia fatta»... tutto è qualificante di sacerdozio, è tutta realtà sacerdotale, fino al punto che il sacerdozio è indicato e realizzato e costituito da tutto ciò che è Gesù Cristo.
E anche la Parola del Sacerdozio non può essere che la Parola di Cristo, perché la sua parola, il suo annuncio, il suo Vangelo è Parola sacerdotale e non vi può essere altra parola che possa essere parola di sacerdozio.
L'unicità, l'esclusività, la totalità del sacerdozio nell'essere Gesù, l'unico ed eterno sacerdote, comporta una meravigliosa semplificazione del sacerdozio, una indicazione perfetta di interiorità e di espressione esterna sacerdotale, di possibilità di una continuità sacerdotale storica ogni volta che almeno qualcosa di Cristo è vivente in una persona.

La continuità del sacerdozio di Cristo
Gesù, l'unico ed eterno sacerdote, ha realizzato e compiuto in se stesso il Sacerdozio: quello universale, quello del popolo eletto, quello personale. Non ha però concluso e chiuso il mistero sacerdotale nato dal Pensiero di Dio e sempre espresso nella vocazione: Dio non ha cessato di chiamare, non ha compiuto il suo rivelarsi, cerca in continuazione possibilità d'incarnazione per mediazioni storiche incessanti d'incontro fra Lui e l'umanità. li Regno di Dio è in una condizione di venuta: «Vieni, Signore Gesù, vieni».
E Gesù nel suo comportamento sacerdotale ne è l'indicazione inequivocabile.
Ha lottato per chiudere un sacerdozio istituzionalizzato, nato dagli uomini e rivolto unicamente a motivazioni terrene, strumentalizzando il fatto religioso.
Ma poi ha ripreso a fare quello che Dio ha cominciato fin dall'inizio dei tempi: ha ripreso a camminare per la strada, a incontrare uomini, a chiamarli dietro a sé, a farli suoi, a farli se stesso, consegnando loro la sua stessa missione di mediazione e di salvezza: «come il Padre ha mandato me così io mando voi».
Questo chiamare in Gesù non può essere per un istituzionalizzare un affidamento di poteri ministeriali, di annuncio di parola, di amministrati vita di Regno di Dio, ma soltanto un chiamare a perdere se stessi per partecipare al destino sacerdotale di Cristo, nella sua interiorità e nella sua storia. E' dopo e a seguito di questo Mistero di compromissione totale col Cristo che avviene logicamente - e come non potrebbe avvenire? - il ministero della Parola (il gridare sui tetti quello che è stato sussurrato negli orecchi) il ministero dell'Eucarestia e dei sacramenti, questo dare Gesù Cristo come dare a chi ha fame e sete ciò che unicamente sfama e disseta.
Il ministero sacerdotale non è costitutivo del sacerdozio, è espressione, è comunicazione, è offerta sacerdotale che non può assolutamente mancare, come l'illuminare quando splende il sole, il riscaldare dove è acceso il fuoco.
E' veramente servizio, cioè assoluta e totale disponibilità a tutto Dio e a tutto l'uomo, realizzato attraverso Gesù Cristo e compromettendo interamente se stesso e totalmente al di là di se stesso.
Il sacerdozio che fa sacerdoti è questa presenza sacerdotale di Cristo, che attraverso lo Spirito Santo investe una persona e le conferisce, le consegna fisicamente il mistero di Cristo in tutta la sua realtà interiore, nelle sue scelte storiche, esistenziali e nella possibilità di offrire tutto il suo Mistero di salvezza e di realizzazione del Popolo di Dio precisato nel ministero dell'Eucarestia, del perdono dei peccati, della Parola.
Dio continua nei secoli questa storia di rapporti d'Amore fra Lui e l'umanità e le Sue iniziative comportano fedeltà assolute.
Quello che Gesù ha compiuto necessariamente ha una continuità: come il suo entrare nella vita e il suo rimanervi oltre la morte con la Resurrezione, come la salvezza che investe ogni uomo che viene nel mondo, come la Sua parola che non passerà anche quando il cielo e la terra passeranno, come l'Eucarestia che continua a fare del pane il suo Corpo e del vino il suo Sangue... così la continuità di un popolo (radunato dai quattro angoli della terra) segnato dalla fede in Lui ad essere luce accesa nel mondo, sale della terra, pugno di lievito, stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato...
Così dal seno di questo popolo, la continuità di un chiamare per nome...: Pietro, Giacomo, Giovanni, Andrea ecc. E a chiedere a qualcuno: mi ami più di questi?... Consegnando loro non l'autorità-dominio, ma l'essere gli ultimi, per un servizio totale, cioè una realtà di Amore, che unicamente possa giustificare la loro vita spiegandola rifacendosi a tutto il mistero di Cristo.
La Pentecoste è la consacrazione di queste continuità, cioè l'inizio meraviglioso di questa comunione (di questa unità) fra gli eletti e il popolo eletto, fra il popolo eletto e l'umanità intera.
E' il primo giorno della Chiesa.

II sacerdozio nella chiesa
E' nel segno vivo, concreto, visibile del Sacerdozio del popolo di Dio che può trovare la sua giustificazione un sacerdozio personale: è la continuità di Dio che chiama quelli che Lui elegge per consegnare loro la presenza storica, attuale, sacramentale del Mistero di Cristo: è questo popolo sacramentale che precisa e attualizza il proprio sacerdozio universale concretizzandolo ne n'offrire dal suo seno canne e sangue e destino di esistenze al Mistero Sacerdotale di Gesù Cristo, unico Sacerdozio.
La Chiesa, popolo di Dio, così chiaramente raffigurata da Maria: lo Spirito Santo che suscita dal suo seno l'umanità per il figlio di Dio. Maria che offre carne e sangue per l'incarnazione del Figlio di Dio.
La Chiesa Apostolica con l'imposizione delle mani, continua questo incontro (comunione e unità) fra Dio e il suo popolo (e quindi con l'intera umanità) consacrando gli eletti da Dio e dal popolo, alla partecipazione del Sacerdozio di Cristo: al destino di appartenenza assoluto e irrevocabile alla Volontà del Padre: al destino di dedizione al popolo di Dio, alla Chiesa, fino ad esserne il segno personale del suo Sacerdozio universale, annunciando la Parola, riunificando senza stanchezze nella comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, rinnovando continuamente le scelte di Cristo, rendendo visibile la Sua Resurrezione con una testimonianza di Fede fatta carne e storia e annuncio vivente.
Servizio intero, totale, fino alle misure estreme spiegabili soltanto con Cristo, di sacerdozio personale per la pienezza, l'attualità, la vitalità del Sacerdozio del Popolo di Dio, continuità del Sacerdozio unico ed eterno di Gesù Cristo, riunificazione incessante dell'umanità a Dio, in attesa dell'unità perfetta all'ultimo giorno della storia e al primo giorno del Regno dei Cieli.





La Comunità



in La Voce dei Poveri: La VdP giugno-luglio 1971, Giugno 1971

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -