Lettere:

All'Arcivescovo di Firenze
Ai cristiani di Vingone, Parrocchia di S. Luca
Ad alcuni amici preti

Come alcuni hanno già saputo, Domenica prossima 9 Maggio, alle 11, vado a celebrare la Messa nella piazza dell'Isolotto. So di compiere un gesto fuori dell'attuale disciplina ecclesiastica e lo compio coscientemente, accettandone le conseguenze e assumendo in pieno la responsabilità davanti a Dio e alla Chiesa.
Il fatto che ha provocato in me questa decisione è il processo attualmente in corso a Firenze a cinque preti e quattro laici. Queste persone, che rischiano fino a sei anni di carcere, non sono delinquenti, ma sono in Tribunale per motivi interni alla vita della Chiesa. Questo anche il Vescovo lo riconosce. In realtà, essi sono sul banco degli accusati perché hanno detto in maniera decisa che l'attuale struttura ecclesiastica tradisce la Chiesa dei poveri.
Già due anni fa, quando successe il fatto, noi di Vingone, chiedemmo all'Autorità ecclesiastica di prendere posizione su questa vicenda. Non ottenemmo risposta. Oggi la risposta è arrivata. La Curia ha dichiarato che non è bene che la Magistratura intervenga nelle questioni interne della Chiesa e rimprovera quei gruppi e persone che hanno provocato l'intervento, dimenticandosi però di chiarire che la persona che ha reso possibile tale intervento è il Delegato dell'Arcivescovo Mons. Alba, con la sua deposizione di accusa, e il gruppo è la stessa Curia col comunicato del 6-1-69 che è alla base dell'incriminazione.
Voi capite che questo non giova alla chiarezza ed è fatto apposta per confondere le idee alle persone più umili.
Intendiamoci bene, non ci deve meravigliare che un gruppo di cristiani nel momento in cui cercano faticosamente la loro fedeltà al Vangelo e ai poveri, vadano a finire in tribunale per essere giudicati dal potere dello Stato. Deve capitare. E' successo a Gesù e agli Apostoli. La differenza è che ora a favorire l'intervento del Tribunale è la stessa Autorità ecclesiastica in nome di Gesù Cristo, ed è una differenza tragica.
La cosa ancora più grave è che questo di Firenze non è un fatto isolato. E' la stessa situazione in cui si trova la Istituzione ecclesiastica in quasi tutto il mondo. La Chiesa deve essere, fra gli uomini, segno di speranza e di fede in Cristo risorto ma la vittoria di Gesù nasce dalla desolazione della Croce. La Chiesa quindi deve essere povera con i poveri, schiava con gli schiavi, esclusa insieme ai più disperati fra gli uomini. Solo da questa posizione può far germogliare una speranza e la vita nuova di Gesù Cristo.
Di fatto, invece, la Chiesa, nel suo aspetto istituzionale, si presenta con abiti sontuosi, amica dei ricchi, alleata con il potere economico-politico quasi ovunque; e dove non lo è fa di tutto per diventarlo.
Questa è da secoli la logica dell'Istituzione ecclesiastica: allearsi con i capi di turno per strappare più privilegi possibile, dando in cambio il proprio silenzio di fronte ai soprusi e alle ingiustizie. E che il potere sia in mano ai comunisti, ai capitalisti o ai fascisti non è fattore importante. I nemici di oggi sono gli amici di domani.
E' la logica furba di chi spera più nel potere e nella diplomazia che nello Spirito, o al massimo, di chi spera di usare del potere per favorire l'evangelizzazione.
E' contro ogni alleanza di potere, contro ogni clericalismo risorgente che bisogna lottare, perché la Chiesa sia fino in fondo segno di liberazione dell'uomo.
Questi sono i motivi per cui, andando a celebrare la Messa nella piazza dell'Isolotto, mi pongo in piena obiezione di coscienza di fronte all'Autorità ecclesiastica, rattristato dal silenzio della Chiesa di Firenze che lascia passare un fatto come il processo senza una seria riflessione, con la speranza che la mia decisione, che prendo con sofferenza, sia accolta come segno di amore per la Chiesa e serva da stimolo a qualcuno.

7 Maggio 1971
Don Fabio Masi

P. S. - Hanno aderito a questa presa di posizione, responsabilmente, dando la loro firma, alcune centinaia di cristiani della Parrocchia.
Un altro gruppo notevole di persone di Vingone, pur non condividendo la scelta contingente di celebrare la Messa all'Isolotto, è completamente d'accordo sull'analisi fatta in questa lettera.

* * *

Come è noto ai nostri amici anche la nostra comunità dissente da queste Messe sulla piazza dell'Isolotto, come da quelle celebrate nella chiesa parrocchiale sempre dell'Isolotto, dai religiosi lì inviati dalla Curia, come da quella che vi celebrò a suo tempo il Cardinale alla riapertura della Chiesa.
Per tutto il resto siamo totalmente d'accordo con don Fabio, con il quale stiamo condividendo tutta l'amarezza, da lui, così dignitosamente sofferta, conseguente alle sue scelte.




in La Voce dei Poveri: La VdP maggio 1971, Maggio 1971

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -