Non sarò mai altro che un fanciullo
ricco di lacrime, che batte alla porta sconosciuta;
stupito fra il fracasso delle macchine,
stenterò a guidare il mio cuore,
senza patente e con conoscenza saltuaria
di questo intricato motore; sofferente,
per questo mondo vuoto di fanciullezza....
E cip che nessuno potrà sapere,
sarà che io Ti amo, nella verginità dell'alba,
nell'inesprimibile dolcezza dei voli mattutini
degli uccelli sui frumenti arrossati,
nei gorgoglii dell'acqua carezzante i prati in fiore;
nessuno saprà che io Ti amo in lacrime
di fronte ai tristi lamenti dei morituri....
Ogni cosa sboccerà e appassirà ogni giorno
nella nebbia del tempo; ma Tu resterai!
don Nicolino Sarale,
(da "Aprici, o Signore" Ed. Carpena, Sarzana)
FIORETTI
«Racconta il suo segretario che in una mattinata di primavera, alle prime luci. Papa Giovanni recitato l'Angelus, si avvicinò alla finestra. In basso P.za S. Pietro deserta e bianca di sole, con appena il fruscio della fontana. Due giovani (due sposi? due fidanzati?) tenendosi per mano affettuosamente, vanno verso la facciata. Papa Giovanni sorride, e alza la mano per far scendere su di loro la sua benedizione».
* * *
Cinque giorni dopo essere stato ordinato prete, d. Angelo Roncalli andò a celebrare la sua prima Messa a Sotto il Monte, suo paese natale. Il Parroco volle poi che egli facesse la predica al Vespro e spiegasse la festa che ricorreva quel giorno: l'Assunzione.
Don Angelo si mise d'accordo col sacrestano Manzù (padre dello scultore).
- Stai sulla scaletta del pulpito e se dico qualche frase difficile, tirami la sottana per avvisarmi. - L'unica paura di d. Angelo, infatti, era di parlare troppo difficile.
Ma dopo un po' che parlava, il sacrestano in dialetto, disse sottovoce: - Forza, don Angelo! si capisce benissimo. E' chiaro come l'acqua.
in La Voce dei Poveri: La VdP giugno 1965, Giugno 1965
Luigi Sonnenfeld
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