Nel sesto anniversario della morte di don Primo

Numero dedicato a Mazzolari

A conclusione di questo numero dedicato a Don Primo Mazzolari nel sesto anniversario della Sua morte :

«CREDO» come conoscenza di vita
L'ignoranza religiosa, giustamente deplorata come la prima causa dell'attuale diserzione cristiana più che una ignoranza della dottrina, è un distacco dal significato umano di essa e dalla inesausta fecondità della sua azione rinnovatrice.
Quand'anche riuscissimo a rendere più facile e generale la conoscenza dottrinale, superando con più intelligente presentazione l'istintiva ripugnanza della nostra generazione per le cognizioni astratte, non dovremmo illuderci di aver risolto la crisi religiosa del nostro tempo. L'unico risultalo sarebbe quello di aumentare considerevolmente il numero dei dottori della legge, vale a dire di coloro, che, pur sapendo tante belle cose, hanno disimparato il comandamento che ricapitola la legge e i profeti.
Il credo, come conoscenza qualunque, non costa molto: ciò che veramente costa, perchè impegna anima, mente, cuore è il credo, come conoscenza di vita.

LA GIOIA
Per la mia gioia, come per la gioia della povera vedova di Naim, ho bisogno che tutto mi venga restituito... Il mio cuore è come due braccia spalancate e feste verso tutti i miei morti. Niente di quello che fu amore, tenerezza, sorriso, pianto può essere perduto.
Ho bisogno che mi torni dentro, un giorno, lo stupore dei primi sguardi, il primo sorriso della mamma, il primo sogno, il canto del primo ideale, il piccolo paradiso della mia prima comunione. Perchè la mia gioia sia compiuta, ho bisogno di ritrovare un giorno certe larghe luminosità della mia piana lombarda, certe distese fiorite di lino e di trifoglio, certe iridescenze sulle acque delle rogge, certi tramonti sul Po, il primo suono di campane dopo 4 anni di guerra, il fantastico plenilunio della mia vigilia di Messa...
Il mio povero cuore ha bisogno anche di questo: se no di pieno non ci avrei che il mio pianto...
Tu, o Signore, hai detto «Io tornerò a voi perchè la vostra gioia sia piena».
Colui che ama torna sempre: per questo, benché col cuore gonfio di memoria e di schianto per le creature che vanno, resisto, nella speranza che tutto ritorni perchè Tu ritorni.
Come tutti gli assetati di gioia, anch'io chiedo gioia per la mia anima e per il mio corpo: una gioia piena.

Solo DIO conta
Quando si è comandati dalla paura, come si può essere veraci e insegnare le vie di Dio secondo verità e non guardare all'apparenza delle persone? E la paura ci occupa, quando, al posto di Dio, mettiamo l'uomo, o poniamo la nostra fiducia in quelle cose che sono continuamente sotto la minaccia o la lusinga dell'uomo, per le quali Dio non s'impegna.

Fare la Verità
L'ora della testimonianza suprema va preparata rimanendo fedeli alla Verità, e disponendo quelle condizioni di completa luminosità per cui il sacrificio, spostandosi dal piano delle piccole passioni a quelle degli interessi eterni, obblighi gli spiriti retti ad inchinarsi davanti ad ogni calvario.

LA PACE
Qui sto bene come in Chiesa. Per molti dei miei Parrocchiani il cimitero è l'unica chiesa. Non so però dirvi quanto ci stiano bene: so però che in qualunque modo, ognuno fa un atto di fede e arrischia l'avventura non comune di trovarsi solo con il proprio cuore davanti alla morte.



Ci scusiamo per il mancato numero di aprile: il periodico sta attraversando alcune difficoltà che non sappiamo se potranno essere superate. Precisiamo che non si tratta del problema economico, ringraziamo anzi delle offerte pervenute.
LA REDAZIONE



in La Voce dei Poveri: La VdP aprile-maggio 1965, Aprile 1965

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