La solitudine

Ti darò ciò che tu desideri. Ti condurrò nella solitudine. Ti guiderò nella via che tu non potrai capire, perchè voglio sia la più rapida.
E perciò tutte le cose che ti circondano sorgeranno in armi contro di te per rinnegarti, ferirti, darti dolore e perciò ridurti alla solitudine.
A causa della loro inimicizia tu sarai presto solo. Ti respingeranno, ti abbandoneranno e ti rifiuteranno. E allora sarai tutto solo.
Ogni cosa che ti toccherà ti brucerà, e allora ritrarrai la mano con dolore, sinché ti sarai allontanato da tutte le cose. E allora sarai tutto solo.
Ogni cosa desiderabile ti scotterà, ti segnerà col marchio a fuoco e tu fuggirai da lei in pena, per essere solo. Ogni gioia creata verrà a te soltanto come pena, e tu morirai alla gioia e rimarrai solo. Tutti i beni che gli altri amano, desiderano e cercano verranno a te, ma soltanto come assassini per tagliarti dal mondo e dalle sue occupazioni.
Sarai lodato, e sarà come essere bruciato al rogo. Sarai amato, e questo ti spezzerà il cuore e ti spingerà nel deserto.
Avrai doni, ed essi ti schiacceranno sotto il loro peso.
Avrai i piaceri della preghiera, ed essi ti nauseranno e tu li fuggirai.
E dopo che sarai stato un poco lodato e un poco amato, lo ti priverò di tutti i doni e di tutto l'amore e di tutta la lode e tu sarai completamente dimenticato e abbandonato e sarai un nulla, una cosa morta, un relitto. E in quel giorno comincerai a possedere la solitudine che hai tanto a lungo desiderato. E la tua solitudine porterà frutti immensi nelle anime di uomini che non vedrai mai sulla terra.
Non chiedermi quando ciò avverrà, né dove, né come: su una montagna o in una prigione, in un deserto o in un campo di concentramento, in un ospedale o al Getsemani. Questo non ha importanza. E quindi non chiedermelo perchè non ti risponderò. Non lo saprai sino a quando non sarà giunto il momento.
Ma gusterai la vera solitudine della mia angoscia e della mia povertà e ti guiderò sulle vette della mia gioia e tu morirai in Me e troverai tutte le cose nella Mia misericordia che ti ha creato per questo fine e ti ha portato da Prades alle Bermude, a St.Antonin, a Oakhal, a Londra, a Cambridge, a Roma, a New York, a Columbia, al Corpus Christi, al San Bonaventura, all'Abbazia cistercense degli uomini poveri che faticano nel Getsemani!
Affinché tu possa diventare il fratello di Dio e imparare a conoscere il Cristo degli uomini ardenti.
Thomas Merton
(da «La Montagna dalle sette balze»)


IL LAVORO CRISTIANO
«Il lavoro ha significato soltanto se veramente rende lo uomo simile a Dio, l'eterno lavoratore, creatore per amore; cioè si esalta solo attraverso il bisogno di donare e lo spogliamente perpetuo della sua ricchezza infinita per amore dell'uomo-Dio, questo grande povero sempre ineusaribilmente ricco.
Il senso cristiano del lavoro consiste nel servire gli altri, nell'arricchire gli altri. Noi, infatti, crediamo che c'è una sola virtù cristiana: la Carità: e che c'è un solo male nell'uomo: il rifiuto egoistico di donare, di donarsi».
P. LYONNET



in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1965, Marzo 1965

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