Ci capitano spesso lettere di amici che, pensiamo, come sono una gran gioia per noi il leggerle, così possono esserlo per i nostri lettori. Ci permettiamo dedicarle a diversi destinatari, nella fiducia che chi le legge, le senta indirizzate a se stesso.
La Redazione
A tutti i preti
Caro don...
Oggi ti scrivo insieme a Gesù per dirti il nostro timore, il nostro affetto, il nostro amarti come sacerdote, la Sua predilezione.
E' sempre stato tanto fedele Dio con te. In questi ultimi tempi, mi pare di vedere come ti si è sempre presentato dinanzi, e ti ha costretto a guardarLo. Non ti ha lasciato andare, nè ha permesso che col passare degli anni tu crescessi e la tua personalità si affermasse. Anzi, sei sempre meno tu che vivi, anche quando ti dà tutto. Vai scomparendo, e Lui cresce, con tanta facilità, mi pare, con tanta padronanza e sicurezza. Perchè sa che sei Suo, ti ha scelto. Ultimamente poi è sempre più Lui, è cresciuto tanto che può fare da padrone anche nella tua vita esteriore; e non ti lascia fare quello che vuoi. E' perchè tu Lo possa cercare sempre, perché ogni nuovo momento della nostra vita ci è donato perchè lo trasformiamo in Lui, e conosciamo di Lui altri aspetti e sempre più ogni cosa Gli sia donata. Ormai non hai più nulla da fare se non farti Amare da Lui e unirti sempre più a Gesù. Sto scoprendo sempre più in questi giorni quanto siamo esistenzialmente legati a Gesù - siamo una cosa sola con Lui perchè in Cristo è raccolta tutta l'umanità anche individualmente.
E' per questo che il nostro bisogno di Lui è così profondo ed è tale il desiderio di identità. Tu non hai niente altro che questo, hai visto quanto sia entrato nella tua vita e quanto voglia vivere in te, ha anche scelto il tipo di vita. LasciaLo tanto fare, perchè diventiate una sola cosa, e in te Lui riviva il Suo sacerdozio, e Ami gli altri e si dia a tutti. Non hai più bisogno di contemplazione e di silenzio perchè ora siate una cosa sola; tu puoi contemplarLo mentre in te ama gli altri, puoi stare con Lui ogni momento, e lasciare che Lui stia con te, e si riposi.
Mi piace tanto sapere che non sei più tu che vivi. Hai tanti motivi per lasciarti andare alla libertà più perfetta, al dono totale - non possiedi più nulla. E' per questo che ora hai tutto. In Gesù ti vengono date tutte le cose, per diritto di Amore. Sono tue le cose create, le persone, e lo sono nel modo più vero, nella loro realtà, così come Dio le ha pensate. E' tuo l'universo che tanto aspetta di entrare in rapporto con Dio, la bellezza delle cose, la bontà della materia, tutto il cielo il mare la terra le stelle - e l'umanità, Sua immagine, che Gesù è venuto a raccogliere ad Amare e farla partecipe delta Vita Trinitaria. Io so che Gesù ti dona ogni cosa, te l'ha data da sempre; anch'io ti do tutto, perchè tu sai Amare e ricevere per offrire.
Tutto l'Amore e la Gioia che sai, tutta la Pace, la serenità, la sicurezza che Lui mi ha dato - ti dono tutto ciò che ho e che sono, all'infinito, insieme a Gesù, come pegno dal Suo Amore e perchè tu possa essere sempre più Suo.
Ti auguro di essere sempre più bambino, più abbandonato, più nulla, di farLo crescere in te. Di essere sempre in cammino, di non stancarti, perchè la via su cui cammini è Gesù; di raccogliere ed Amare tutta la realtà umana con Lui.
Ti ringrazio di lasciarti Amare da Lui, di essere così, di avere vissuto in questo modo; ti ringrazio di quello che mi hai dato - di tutta la tua bontà, la generosità, l'Amore - di essere tanto semplice, attento, rispettoso, felice. Ti voglio una immensità, un'infinità di bene, specialmente in questo momento in cui mi sembra di vedere chiaramente come e quanto Lui ti Ama, e come ti vuole.
Tutto il mio affetto, tutti i miei auguri, anzi i nostri auguri. Non so dirti altro. Non rimane che essere Suoi. Con Amore, Fede, Speranza, Gioia...
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Dedicata alle suore
Cara sorella,
Allora saremo sempre più di Gesù, sempre meglio, con tutti noi stessi. Il nostro tempo, il nostro affetto, l'attenzione, il cuore, la mente, tutto rivolto a Lui. Gli diamo tutto perchè Lui ci ha dato tutto. Non teniamo nulla per noi, per favore, nemmeno piccole cose. Tanto lo sappiamo che dardi tutto vuol dire ricevere ogni cosa.
Vorrei che Gesù facesse di me ciò che desidera, che non trovasse alcun ostacolo. Sento di cambiare sempre più profondamente, dal di dentro. Ma non perchè sono io che «miglioro», o Lui che mi migliora. Non so come dirti - è come se non fossi più io, che vado morendo, ma in me si stesse formando la creatura che Dio vuole, la sposa di Gesù. E' bello che Lui si formi la Sua sposa. Ci ho sempre tanto pensato. Mi ricordo che dopo avere pronunciato il voto di verginità, passati i primi tempi in cui ero tutta trasognata, ho cominciato a cercare tanto come fosse la donna secondo il pensiero di Dio - ci pensavo molto perchè essere la Sua sposa me ne creava molto il dovere però ho sempre creduto che l'unico che potesse farmi diventare donna era Gesù. Perchè è il mio Sposo e il mio Dio.
Porto in me con rispetto profondo, con senso di meraviglia e di gratitudine la pienezza della Sua misura. Pensa quanta gioia deve dare a Dio che una persona Gli si doni totalmente - che le Sue creature tornino a Lui.
Dobbiamo essere sempre più puri, più sereni e semplici, più generosi e più solamente Suoi.
Nel Suo Amore.
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Alle ragazze
Cara amica,
ho spesso pregato Dio perchè tagliasse i ponti e mi facesse essere completamente sola per abbandonarmi solo a Lui in atto d'amore assoluto, senza alcuna sicurezza per il domani, ed ora ho paura.
Sono una donnetta tragica che non ha niente, proprio niente, dell'animo virile che il cristiano deve possedere, e non vorrei essere così per dimostrarGli che accetto tutto da Lui con gioia, perchè è il mio amore, perchè solo Lui conta, ed invece continuo a soffrire ed ho paura.
Ho capito cosa vuol dire essere sola, però non credevo che fosse così ed è solo un inizio.
Mi è sembrato, ieri, così assurdo Dio, così intransigente ed invece non è né intransigente né illogico perchè è Amore e solo per amore si può vivere soli, altrimenti sarebbe una pazzia, una vita disperata: con l'Amore non c'è neanche il rischio, perchè si ama all'infinito.
E' strano come senta dentro di me il mistero degli altri, come vorrei andare veramente fino in fondo e non riesca a capire perchè devo soffrire se io ho scelto Dio, se ho accettato io nella mia vita quella degli altri, se ho desiderato di essere sola. Il mistero di tutti in una sola che ha paura: una da niente a cui non si darebbe una lira e che invece porta in se il mistero di tutti.
Forse non so bene cosa voglia dire «portare il mistero di tutti nella propria vita», ma capisco quel «riservata agli ufficiali» riferito a una donna come a una cosa... ad uso del signor Bianchi ecc.. e ne soffro perchè sento in me ciò che ci deve essere stato nel cuore dell'altra. «Riservata agli ufficiali» e «riservata a Dio» in fondo sono due riserve in cui è cambiato solo un nome: Dio al posto di ufficiale. Ringrazio tanto Dio di avermi riservata esclusivamente a Lui e di desiderare di pagare per la vita delle altre, a chiunque siano riservate, con la mia vita e la mia solitudine.
Mi sono davvero innamorata di Dio ed ho paura quasi a dirlo perchè mi sembra una cosa immensa, infinita: è meraviglioso che sia potuto accadere ed invece è così normale, giusto innamorarsi di Lui. E sono tanto felice di potergli dire che Egli è Tutto, che ormai può fare di me tutto quello che vuole.
Vorrei solo non ingannarLo mai.
In Cristo con affetto.
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Ai giovani sposi
Cari amici,
Mi sta capitando che quando si pensava di avere già scelto tutto, già incominciato tutto, capita invece di trovarsi settimana per settimana (anzi, giorno per giorno) a dover riprendere totalmente in mano la nostra buona volontà e rinnovare l'atto di fede. Questa vita iniziata ormai da due mesi è una strada molto difficile, così perlomeno sembra a me, nella mia limitata capacità di amore e di fiducia. Il lavoro (fino alle 6 di sera), più la casa, lavare, stirare, fare da mangiare, mi pesa oltre ogni dire: è un'esperienza terra terra, fatta di schiena dolorante e di occhi che si chiudono dal sonno; fatta di impossibilità di leggere quanto vorrei, di pregare un po' a lungo la sera, sola o con mio marito, di stare attenta a quanto capita agli altri. Ho sempre negli orecchi il «Marta! Marta!» del Signore, ma perfino a lui qualche volta rispondo innervosita: - Ma Dio mio, come faccio, tu sei ottimista! - Così gli offro il lavoro, la pulitura delle scarpe e la stiratura delle camicie: ma non sento ancora, come vorrei, attraverso queste cose la sua presenza, la crescita dell'amore. Il sollievo spirituale, quel senso dolce di attenzione alle cose date da lui: è che credo che prima fosse troppo facile, un po' intellettuale e un po' sentimentale, forse, e che ora mi aspetti alla prova, con le sue solite braccia tese; sono io che non lo vedo e mi affanno.
Però come è diversa la vita! Qualche volta mi è concesso di vedere più chiaramente la ricchezza di adesso, l'uguaglianza con gli altri, la povertà del non disporre del proprio tempo e del fare fatica: soprattutto l'uguaglianza, la condizione comune. E la coscienza di essere in due, in un miliardo, a provare la stessa durezza di esperienza: la vita spirituale è questa, l'atto di fede è perennemente rinnovabile in questo, nella certezza di potermi lasciare modificare da questa nuova condizione in favore dell'amore fino a che a Dio piacerà. Ecco, credo che sia proprio importante non fermarsi ai piedi della scala. Dì fronte alla scala da salire, l'amore per mio marito è diventato grossissimo: la sua misura è in netta derivazione con la capacità di amare tutto il resto della nostra condizione comune. E di credere insieme più d'ogni altra cosa che «Il Verbo si è fatto carne e ha abitato insieme a noi» capace di dividere il pane con noi tutti: al punto che da quando Lui è stato qui non c'è stato più nessuno di noi che sia rimasto fuori dalla sofferenza e dalla Grazia.
Stasera mio marito è uscito e sono in casa sola: è andato a parlare con altri due amici a un consigliere comunale per cercare possibilità di lavoro in qualche organismo pubblico; la strada del lavoro è molto dura, oggi, se si rifiuta come non valido il concetto del «libero professionista» e d'altra parte bisogna farlo perchè è attraverso il lavoro che un uomo adulto dà se stesso e la sua testimonianza, soprattutto se vuole essere testimonianza di povertà.
Nella storia che stiamo vivendo ha una grande importanza il lavoro che si sceglie: vuol dire lasciarsi la possibilità di essere con tutti (per lo meno quelli più duramente in lotta), dì dividere condizione, stipendio, lotta politica e sindacale, amore per la libertà, oppure vuol dire il contrario se la scelta non è buona (per lo meno partendo con la «laurea» e la «cultura»).
Con altre due neo-famiglie stiamo cercando anche di arrivare ad una forma di comunità dei nostri «beni»: vorremmo incominciare finalmente a rendere concreta nella vita la realtà che nulla effettivamente appartiene singolarmente ad un uomo o ad una famiglia al di là dello stretto necessario per la vita. E' una timida forma per incominciare quella spogliazione dall'avidità della «proprietà privata» che vorremmo assumere come atteggiamento costante anche verso tutti gli altri e che all'inizio è più facile e immediato stabilire verso chi si conosce, anche un po' perchè non si sa bene come fare in concreto a generalizzare.
Ecco, questa un po' la nostra vita di oggi: non credo valga la pena di parlarne molto di più. Vorrei soltanto dirvi ancora una cosa: come è importante per noi tutti sapere che voi siete lì, che lavorate, che possiamo sperare anche noi di fare un po' di strada insieme a Voi: quando pregate per gli altri che lavorano, pregate anche per noi, e grazie di tutto.
Con molto affetto, anche a nome di mio marito.
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IL PRETE
«Adesso voi non sarete più un "borghese", qualunque cosa accada, perchè il Signore non vi lascerà: voi siete del numero di quegli spiriti "segnati", sarete ben costretto a lasciarvi condurre dal Signore, magari anche mugugnando, e a perdervi in favore dei vostri fratelli....
Essere prete è ben altro che svolgere un ministero qualsiasi, sempre ristretto e tanto inefficace: questo ministero, in sostanza, vale solo in quanto testimonianza del nostro amore e offerta a Dio della sofferenza nel mondo. Ma come è possibile offrirla senza portarla, e portarla senza averne l'impressione di esserne schiacciati?
Vi riusciremo quando avremo il coraggio di accettare in noi questa irruzione che non lascia più nessun riposo fin quando ci sarà un uomo che soffre e un anima che non ha ancora trovato Dio».
P. Lyonnet
in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1965, Marzo 1965
Luigi Sonnenfeld
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