"Gesù gli disse: poiché tu mi hai veduto, hai creduto? beati quelli che non hanno veduto e hanno creduto". (Giov, 20,29)
E' una beatitudine da aggiungere alle altre otto del discorso della montagna ( Mt. 5,3-11). All'inizio della sua vita pubblica, come enunciazione del suo programma, Gesù, con dolce e sicura chiarezza, disse che il Suo Regno era per i poveri e dichiarò che chi avesse riconosciuto e accettato con Amore la propria verità cioè l'essere povero, avrebbe trovato l'unica felicità. Dopo la Resurrezione l'altra beatitudine: credere senza avere veduto. E rimarrà alla base del Cristianesimo come essenziale povertà arrivata fino al totale morire dei propri diritti compreso quello del vedere per credere.
Chiediamo al Signore per noi, per voi e per tutti la Grazia e la Gioia di questa Beatitudine, come dono pasquale di Resurrezione.
E crediamo anche se non vediamo. Ma non solo a Lui risorto dalla morte, vivo e vero anche se nell'invisibilità della Sua Presenza nella storia dell'esistenza umana perché entrato nel Mistero della Gloria di Dio dopo la Sua vicenda fatta d'Amore di dolore di passione e di morte, vissuta dentro il passare del nostro tempo. Ma credere senza vedere anche a tutti i valori e a tutte le verità che Lui ci ha scoperto e insegnato. Credere in Dio, nella Sua Unità e Trinità, ragion d'essere di tutto. Il Suo Amore per gli uomini da volere che sian partecipi del Suo stesso Mistero. La salvezza dì tutti compiuta dal Suo nascere, vivere e morire come l'ultimo di noi. Il continuare di questo Mistero nel mondo attraverso la storia visibile della Chiesa e quella invisibile degli eletti da Lui per Amore di tutti. "Il pugno di lievito, la fiaccola accesa, il sale della terra, il piccolo gregge...". La preziosità della povertà. Il valore dell'Amore puro da ogni egoismo. E il valore della mia anima e di ogni anima. Il rispetto della persona umana. E chi è il mio prossimo e cosa gli debbo. Il Regno di Dio nel mondo che viene ogni giorno sempre di più, nonostante tutto. E io parlo con Dio pregando e Lui ascolta 1' umanità intera. Il dolore non cade nel vuoto ma è valore infinito. Morire è cominciare a vivere: il tempo finisce solo perché comincia l'eternità..e tutto, tutto l'enorme splendido e angosciante Mistero che non vediamo e che crediamo perché crediamo che Lui, il Figlio di Dio fatto Uomo morto dissanguato sulla Croce per la salvezza di tutti, è risuscitato il terzo giorno. No, "non cerchiamo fra i morti Colui che è vivo" (Lc. 24, 5) anche se " non abbiamo visto nelle Sue mani la traccia dei chiodi e non abbiamo messo il dito nel buco da essi lasciato e la mano nello squarcio del Suo costato" (Giov. 20,25). Coraggio, fratello, Cristo è veramente risorto e "è con noi ogni giorno fino alla fine del tempo" (Mt. 28,20).
La Redazione
in La Voce dei Poveri: La VdP aprile 1960, Aprile 1960
Luigi Sonnenfeld
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