Preghiera d'inverno

Signore, la notte, l'inverno e la morte mi fanno paura. Ancora mi fanno paura come quando avevo dieci anni. E non so se è perchè devono sempre fare paura o se è perchè io ho ancora dieci anni.
Signore, la terra grigia e fredda d'inverno mi sembra che sia come morta, è tutta come quella che ricopre le tombe al cimitero. E mi pesa nella anima come se mi seppellisse.
Signore, gli alberi d'inverno sono come braccia levate verso il cielo scuro di nuvole, a implorare pietà: sono la mia preghiera di ora, soltanto implorazione, un chiamare a gridi lunghi e penosi.
Signore, ti adoro nella notte fonda e nera di questo inverno, quasi sempre senza stelle. Ti adoro da questa terra diacciata fino a sembrare senza speranza. Ti adoro dentro questo inverno per me così tanto freddo fino a rendere di gelo la anima mia.
Signore, sono un albero scheletrito, sono un campo spento, una montagna dalle rocce scoperte: anche se dentro gli ideali e le chiarezze e la gioia e l'Amore tremano per impazienza violenta come le gemme in attesa, come l'erba e i fiori dei campi, come il verde che veste le montagne.
Signore, e quando cade la neve allora il silenzio cresce, la pace si affonda di più nel profondo della anima, e divento deserto bianco, solitudine sterminata, vastità infinita.
Signore, tutto è bello allora ma il freddo aumenta e la fame cresce perchè è difficile credere che sotto la neve ci sta il pane, quando la neve copre anche l'ultimo filo d'erba e tutto nasconde sotto il suo gelo bianco.
Signore, e tu sai che io sono un povero uccello, non ho granai come tu hai comandato, né filo, nè mieto, aspetto ogni giorno che il Padre celeste mi doni una briciola di Verità, un chicco d'Amore e mi rivesta di un po' di tepore d'affetto.
Signore, sono povero e solo, te ne prego, per favore, fai che sulla neve, anche se caduta di fresco, io trovi delle orme di qualcuno che ha segnato la strada. Dove l'inverno mi ha fermato quest'anno io non conosco nemmeno un sentiero e se trovo delle orme non smarrirò la strada e un po' di coraggio salirà su, da quelle orme, fino al mio cuore.
Signore, ma se devo essere io a segnare la strada, ecco, uscirò e camminerò sulla neve. Seguirò l'istinto dell'anima e mi affiderò, ad occhi chiusi, alla tua mano invisibile ma sicura. Aiutami, perchè vorrei camminare a piedi nudi perchè chi verrà dopo di me trovi non soltanto una strada tracciata ma sappia con sicurezza che di qui è passato un uomo e era povero. Ne sarà felice e non si sentirà più solo.


* * *


in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1965, Gennaio 1965

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