Signore ho visto poco quest'anno la dolcezza dell'autunno coprire di pace la terra. Ho visto appena gli alberi ingiallire e impoverirsi di foglie quando il vento e la pioggia li hanno sconvolti senza riguardo. Ma non ho visto i prati e i poggi bagnati di verde, tappezzati dalle foglie cadute, rosse come di rame bruciato. Ho guardato soltanto il cielo, i pochi sprazzi d'azzurro e le nuvole dense e pesanti di giorni lunghi, fatti soltanto di pioggia.
Mi è bastato però perchè mi sentissi fratello di quest'autunno così malinconico per me. Ma non mi ha dato tristezza e tanto meno sgomento: gli ho allargato il cuore, gli ho consegnato l'anima mia.
Signore, vorrei tanto essere come un albero buono e paziente che si lascia ingiallire le foglie e poi se le lascia strappare e portar via dal vento che passa. Non vorrei pensare che mi viene rubato qualcosa, che è ingiusto il vento che mi spoglia e spietata la pioggia che mi bagna.
Signore, non vorrei aver paura di rimanermene solo, nello solitudine fredda dell'inverno, senza nemmeno il dolce e sommesso stormir delle foglie, senza che neppure un uccello venga a passar la notte fra i miei rami stecchiti. Non vorrei ma quest'autunno mi ha reso troppo come albero secco, quasi come albero morto.
Signore ho tutto l'autunno del mondo nell'anima. E' proprio stagione di pianto questa come è tempo di pioggia. E' un chiudersi di ogni ideale come il chiudersi dell'azzurro del cielo sotto lo spesso velo di nuvole. E' il cadere ingiallito e stanco e morto di tanta speranza come il cadere delle foglie abbandonate dal ramo. Soltanto le radici sono rimaste abbarbicate e a loro soltanto è affidata e abbandonata la mia povera speranza di vita.
Signore, l'autunno però è tanta pace. Serena e dolcissima pace anche se intrisa, bagnata di pioggia come di lacrime. E' solitudine riposante nonostante il vento. E' soave calore di dentro anche se fuori è gelido inverno. Sembra stanchezza ma è attesa invece. Pare che regni la morte ma è vita che cova.
Signore, è bellissimo l'autunno: penso che di tutto spoglia, di tutto libera perchè Tu sia molto di più. Il mio albero senza foglie, nudo e solo ha più bisogno di Te e somiglia molto di più alla Tua Croce.
Vi è tanto di più del Tuo Mistero nell'anima mia. E ora, è chiaro, devo e posso vivere soltanto di Te. Il sole è pallido e stanco, le nuvole sono troppo grigie e pesanti, il vento è diaccio e spietato, la solitudine è vasta come deserto, la tristezza profonda come il cuore della notte, le foglie stanno marcendo nell'erba fradicia, gli uccelli sono tutti volati via... eppure il mio autunno è bellissimo perchè è tutto colmato di Te.
X X X
in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1964, Novembre 1964
Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455