La terra promessa

L'angolo di terra dove Dio ha vissuto tutto il suo contatto personale, diretto, immediato con la Sua Creazione, con tutta l'esistenza umana secondo tutta la storia della Rivelazione, non può non essere sentito come un corpo amato nel cui amplesso è stato deposto tutto l'Amore, dove tutto l'abbandono di Amore è stato consumato con misure infinite fino a fecondare il nascere e il crescere di tutta la misteriosa e meravigliosa vita di Dio sulla terra. E' come un'anima pura e verginale che ha capito e accolto, colmata di stupore incantato, tutto quello che le è stato rivelato e comunicato e donato e che ora possiede, come una luce velata ma stupendamente accesa, come un tesoro nascosto sotto zolle e pietre del campo ma in attesa di chi sappia scoprirlo e portarselo via.
E' la terra dove si è nati chissà quando, forse migliaia d'anni fa, forse fin dal momento in cui Dio l'ha guardata con predilezione e tenerezza d'Amore quando l'ha scelta come lo sposo la sua casa nuziale, dove vivere e consumare tutte le sue effusioni di Amore.
E lì abbiamo abitato da sempre fino al punto che quella è veramente la nostra terra: in ogni altra terra siamo degli estranei perchè la nostra storia vera, quella di fondo, quella dei nostri essenziali destini si è svolta in quell'angolo sacro. E ne sono colmate le vallate, coperte le montagne, è tutta distesa sul filo azzurro, appena increspato, del lago e scivola silenziosa e calma con l'acqua verde del fiume. Sembra che palpiti ai limiti luminosi dell'orizzonte e è tutta nell'aria tersa piena di sole, nelle nottate trepidanti di stelle, chiare e vivissime, come immensamente felici.
E poi è una storia così strana che sembra la propria personale. Mi sono ritrovato dovunque. Come se qui o là avessi già abitato. Perchè tutto ciò che vedevo, non so perchè niente era nuovo ma suscitava soltanto ricordi. Era un rivivere continuo, dolce e sereno. Tant'è vero che non vi sono state assolutamente novità perchè tutta era già nell'anima da secoli, da millenni.
Ho perduto la considerazione di me, come essere particolare, determinato nel brevissimo giro della mia individualità e del mio momento di tempo e mi sono sentito dentro una realtà d'esistenza dove la concretezza è tutto l'esistere umano e il tempo sono millenni e millenni. E' bellissimo questo perdersi dentro tutto un immenso mistero d'esistenza, questo acquistare una coscienza così aperta e vasta, questo sentire di far parte di tutta una realtà di vite allargata e impegnata in un formidabile e terribile rapporto fatto di umanità e di Dio.
Non è perdersi nel vago o nel vuoto sentimentalismo d'una spersonalizzazione universalistica a tutto danno d'una coscienza e della serietà d'un impegno individuale, pratico e concreto. Si tratta invece d'uscire dai propri limiti ed egoismi d'una valutazione di se stessi individualistica con il pericolo d'importanze (sempre assurde cristianamente parlando) locali e del tempo in cui stiamo vivendo. Si tratta di sapere concatenare il proprio esistere all'esistenza, di sapere inquadrare il proprio essere nell'insieme, d'essere capaci della continuità e della perenne presenza di un Mistero, che Dio ha voluto che fosse consegnato all'umanità e a ciascuno con riversibilità vicendevoli fino a ottenere che una vita sia tutta la vita e tutto il mistero dell'esistenza sia in ogni corpo e in ogni anima. Se io dicessi che tutto l'oceano sta qui nel cavo della mia mano e che la mia mano è una sponda che contiene tutto l'oceano posso essere giudicato pazzo, ma io so di non essere pazzo se dico che nella mia anima (anche nel mio corpo a ben pensarci) vi è tutto il mistero dell'umanità e di Dio e dell'universo fino al punto che la mia anima (e il mio corpo) è tutt'uno con questo mistero dell'umanità e di Dio e dell'universo. Ne è la normale, naturale contenenza.
Nella creazione dell'uomo, Dio gli ha affidato questo dovere e questo potere di contenenza e di appartenenza alla realtà universale della creazione e qui sta in modo particolare la sua «somiglianza con Lui» fino ad esserne l'immagine vivente.
E' in questo mistero di rapporti universali, di finalità e d'impegni universali che trova la sua logica umana e divina, la storia del popolo eletto.
E questo sogno meraviglioso di Dio si è compiuto, fino ad essere carne e sangue, vivente storia d'uomo, concreta realtà d'esistenza dentro tutta la esistenza, in Gesù Cristo, il Figlio dell'uomo e di Dio.
Questo miracolo di verità esistenziale, di autentica realtà fatta storia vissuta e da viversi che riguarda il destino essenziale di ogni uomo, è stato compiuto su un angolo della terra che non per nulla si chiama Terra Santa. Ma a me piace tantissimo chiamarla ancora Terra promessa. Porta con se, è nascosta fra le sue pietre bruciate di sole e sotto le sue zolle aspre e dure, una promessa d'incontro con Dio e con tutto il mistero umano.
In quella terra Dio abita ancora, è segnata dalla Sua presenza, è colmata del Suo Mistero. E' piena di Lui fino al punto che è abitata soltanto da Lui. E non distraggono da Lui le cose e gli uomini, arabi o ebrei che siano e i loro penosi problemi. La sua presenza qui è diretta e immediata: non sono le montagne o le pianure, le distese aride del deserto e le nottate di stelle che fanno pensare a Lui richiamandone l'impressione di maestà, di grandezza, di onnipotenza, come succede agli occhi e alle anime aperte in ogni altro angolo della terra. Qui è Lui, la storia del Suo abitare qui, della Sua maestà, della Sua grandezza ed onnipotenza, è la Sua Gloria che rende immense le montagne e più ancora sterminato il deserto e infinito il cielo azzurro o stellato. Non si contempla Dio cercandolo, con gli occhi aperti alla visione, in una terra sia pure bellissima, ma si contempla immediatamente questa terra per un sentirvi dentro, diffusa tutta l'infinita e personale presenza di Dio. Basta guardare all'intorno e Dio è là, visibile, allo scoperto, perchè Dio qui non è invisibile e non è facile tenere presente che è purissimo Spirito, pur avvertendo con estrema chiarezza il Suo essere infinito, la Sua immensità sconfinata, la Sua dolcissima eternità. Il cuore avverte una presenza che non si vede eppure è lì, accanto: viene da voltarsi a guardare tanto «si sa» che Lui è lì. La strana impressione dello stormire degli alberi a qualche folata di vento improvvisa, alle ombre di nuvole sulle vallate colmate di sole, ai rumori lontani nel silenzio totale della notte... ma tutto è perchè si sa benissimo che stiamo abitando dove Lui abita da sempre, siamo nella Sua terra, viviamo nella Sua casa. E respirare l'aria è respirare il Suo infinito, dormire è riposare sul Suo letto e sembra quasi sul Suo seno, perchè qui tutto gli appartiene, siamo nel Suo campo a mangiare e a bere, a distenderci all'ombra, a camminare sulle Sue strade, a guardare le Sue stelle.
Mi sono abbandonato a cuore aperto, con l'anima resa chiara, limpida dalla luce della Fede, ad un cercare di capire questa scelta di Dio di questo pezzo di terra, come un innamorato dove costruirsi la casa. Ho cercato d'accettare che qui Dio ha realizzato e vissuto tutto il Suo Mistero d'Amore per tutta la terra e per tutta l'umanità. E qui ho cercato di adorare la realtà concreta, storica della Sua presenza nel mondo, dei Suoi rapporti con gli uomini.
E non ho avuto gelosia per questa terra anche se invece ho provato un'invidia dolcissima per essere così posseduta da Dio, così terra Sua, così obbediente e dolcemente sottomessa a tutta la violenza del Suo Amore, alla libertà della Sua onnipotenza, alla pesantezza tremenda del Suo infinito. È una terra serenamente paziente dove è stato possibile tutto fino all'impossibile. E' una terra sopraffatta e vinta e arresa al totale dominio di Dio. Chi vi ha abitato lungo i millenni si sente bene che non ha accettato che Dio possedesse questa terra e fosse Lui ad abitarla, unico e sovrano, ma la terra sì, le pietre e le zolle sì che l'hanno voluto e le montagne e le valli e il lago e il fiume e l'erba e le stelle... si sono lasciate colmare di Lui, ne portano il segno, la pace e la gloria e il mistero infinito.
Per questa profondità di rapporti fra questa terra e Dio, qui la contemplazione è semplice e facile. Immediata e dolcissima. Offre, come a cuore aperto, il suo segreto questa terra e la rivelazione che ne viene prende tutto il pensiero, il cuore, l'anima e occupa tutto come una chiarezza di luce che tutto illumina con sereno e calmo splendore.
Rimango a guardare ma non vedo perchè vedo soltanto l'invisibile e lo sento più chiaro ed evidente e scoperto del visibile. Sono seduto sopra una pietra ma sono disteso e allargato e diffuso in tutta la vallata.
Il cuore si gonfia in un palpito immenso e l'anima si perde nell'infinito.
Ecco, qui è l'infinito che tutto sopraffa e vince. L'infinito fatto di Dio. Lui soltanto. L'Assoluto. L'Unico. Tutto.
Vorrei tanto essere questa terra. Questa terra promessa a Dio e agli uomini per il loro incontro d'Amore e la sua fedele pazienza nel lasciarsi abitare vorrei che fosse il mio Amore per Lui e per loro.


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1964, Novembre 1964

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