L'unico valore Gesù

Sto cercando di superare (facendovi luce dentro in modo da liberarle da un buio egoistico e poterle quindi inquadrare nella Verità di Dio) sto cercando di superare alcune situazioni dolorose, ravvivando semplicemente la Fede in Gesù accogliendoLo nella mia vita e quindi in tutta l'esistenza come unico valore, come ciò che unicamente conta.
Mi sto accorgendo con dolce sorpresa che non è poi impegno tanto difficile. Non occorre tanto sforzo e quindi non è richiesta troppa fatica.
Non sto però gettando via niente, assolutamente. Tutto rimane esattamente quello che è. Io, tu, gli uomini, le vicende umane, il mondo, l'esistenza. Ogni cosa o persona o problema conserva tutto il suo valore e tutta la sua importanza. Soltanto pongo accanto ad ogni realtà Gesù. Con molta serenità e dolcezza. La candela o la lampada elettrica rimangono accese nella mia stanza: non soffio sulla candela e non spengo la lampada, apro soltanto e spalanco la finestra e il sole inonda tutto di luce, così tanto che la candela e la lampada non possono reggere al confronto.
Gesù direbbe che scoperto il tesoro in un campo diventa logico vendere tutto per comprare quel campo e avere quel tesoro. Trovata la pietra preziosa il mercante innamorato di pietre preziose va e vende tutte quelle che ha e compra la pietra che gli ha rapito il cuore.
È molto facile risolvere gli angosciosi problemi di scelta, di preferenza che la vita ci pone incessantemente davanti: basta lasciarsi vincere da Lui, da Gesù. Una volta per sempre però può essere operata quella scelta di fondo. È in ordine a tutti i valori, nel modo più assoluto. È come averli tutti davanti, anche quelli non conosciuti, anche quelli che stanno nascosti e che la vita può scoprirci a poco a poco, o per violenza di passione subitanea, come quando si sale il pendio di una montagna e dopo l'ultimo passo, sulla cima, si scopre davanti un panorama insospettato da far gridare dalla meraviglia.
Quando si arriva a una certa età in cui è raggiunta una matura esperienza, (non è certo questione di numero di anni) si sa ormai cosa è questo mondo, cosa può darci il mistero della vita e cosa può prometterci e cosa può nasconderci ancora. Siamo come i cavatori di pietra: continuano a scavare con tutta quella enorme fatica, ma è solo per avere delle pietre, non davvero perché sperano che a un certo punto venga fuori, di tra le pietre, il filone dell'oro.
Quindi è tutto davanti, tutto scoperto, in piena evidenza.
Occorre soltanto una visione spassionata, cioè oggettiva. E qui forse sta il difficile perché le cose generalmente non le vediamo come sono in se stesse ma come appariscono a noi. Perdono i loro contorni reali, concreti e acquistano quelli di sogno. Raccolgono nel loro limite spesso tanto ristretto, il nostro ideale assoluto fino a confondersi e diventare tutt'uno. Le cose, le persone più l'anima nostra, la passione del cuore, l'istinto dell'infinito, il mistero della vita e la fame e la sete dell'assoluto... allora la scelta diventa quasi impossibile perché il valore scoperto e che sta lì, davanti, si impone. S'impone perché sembra che coincida con le ragioni essenziali, con i motivi assoluti della vita.
È la presenza in noi continuata della terribile tentazione che fece commettere il peccato originale e che di un frutto ne fece l'alternativa con Dio. È il pericolo sempre risorgente di una idolatria in cui un pezzo di legno o un animale (qualsiasi altra cosa) può essere considerato Dio.
È il momento terribile in cui possiamo essere invitati a fare delle pietre pane, come racconta il Vangelo.
Non credo che sia facile svegliarsi dal sogno perché siamo tanto tenaci nel voler sognare ad ogni costo. E nemmeno credo che sia giusto svalutare le cose e tentare di ridicolizzare i valori, cercando di crederli e di considerarli soltanto una pazzia, una stupida, ingannevole e fuggevole illusione. Siamo troppo immersi nelle apparenze, in questa nostra esistenza umana, per non dover accettare che anche le apparenze, cioè così come le cose ci appariscono e le vediamo e le percepiamo e le possiamo quindi vivere, non abbiano una loro importanza da poter legittimamente, in qualche modo, affidar loro molte nostre speranze di verità, di sincerità, di concretezza immediata.
Ho imparato a vivere in questo mondo vivendoci veramente: e ho cercato di conoscere e di capire, quindi anche di vivere ogni valore raccogliendone, a cuore aperto, tutta l'apparenza e cercandovi dentro, con totale fiducia e onesta sincerità, tutta la sostanza, l'intima essenza. Ho visto quasi sempre - ma forse potrei dire sempre - che ogni cosa è segno, indicazione di altra realtà. Spesso - sempre? - è spinta urgente e anche violenta ad altro valore. Spesso costringe - che si voglia o no - a cercare più vera verità e più essenziale essenzialità.
Perchè questo mondo, questa esistenza - e qui è il mistero umano che sconcerta, inquieta, ribella o esalta e allarga il cuore alla gioia più profonda - questa esistenza umana è come essere incamminati lungo una strada dove è impossibile fermarsi: richiami e inviti e sollecitudini fino alla disperazione a fermarsi, a fare tappa o almeno una sosta, ma nello stesso tempo spinte irresistibili fatte di una violenza terribile come il destino, a camminare, ad andare avanti.
È un dramma di sofferenza indicibile, d'accordo, ma è facile risolverlo accettando serenamente di andare avanti. E' un problema di obbedienza al nostro destino. È un dar seguito al mistero che è la ragione del nostro esistere. In fondo è questione di Amore assoluto, totale. Di Verità perfetta. È la visione religiosa di me, degli altri, delle cose, del mondo. Da un filo di erba alle stelle del cielo. Da un capello del capo alle sorti dell'umanità intera.
Tutto allora si allarga e si espande nel Mistero di Dio e Dio è il contenente di ogni realtà e motivo essenziale di ogni destino e pietra di paragone per ogni valore. Dio si fa questo nostro problema umano. Lo trovo a camminare sulla mia strada e dell'umanità intera. Conosco i Suoi criteri di giudizio e so le Sue scelte. La Sua perseverante fermezza e la linearità perfetta della Sua condotta. L'assoluta certezza che guida la Sua vita e l'impressionante chiarezza che regge il Suo Mistero.
Veramente è Dio fatto Uomo perché ha in Sé e ha vissuto tutto il destino del vivere umano fino alla consumazione totale e è Dio fatto Uomo perché ha in Sé una Verità e una Fedeltà alla Verità, propria soltanto di Colui che è unicamente Verità.
Mi sono quindi innamorato di Gesù. E Amore qui mi sembra che voglia dire essersi lasciati profondamente convincere, conquistare. Portar via. Dominare. Diventare Suo. Entrare nel Suo Mistero. Condividere le Sue scelte. Lasciare che sia soltanto Lui. Vivere unicamente di Lui.
Succede allora - come le dolcissime conclusioni d'Amore - che Lui soltanto conta; Lui è rimasto l'unico valore, per un suo liberarsi progressivo da ogni rivale o da ogni qualsiasi antagonismo.
Tutto è come prima e forse più chiaro ancora e con apprezzamento di valore più onesto perché più esatto e più vero, ma si è imposto un valore nuovo che non è più in concorrenza, non sta disputandosi il primo posto, perché la sua preminenza è assoluta, totale, perfetta. In fondo devo riconoscere che Lui è antecedente per la stessa ragione essenziale delle cose: tutto è relativo a Lui; Lui è spiegazione di tutto e anche il valore che le stesse cose e persone e vicende hanno, deriva loro da Lui. I colori che colorano le cose non possono essere in concorrenza con la luce per una preminenza di valori: è la luce che dà ai colori il loro splendore.
È la Fede certo che scopre questa antecedenza di valore in Gesù Cristo, fino a riconoscergli misure assolute. E ne viene tutta una certezza perché su un piano di Verità niente regge il paragone con Lui. Sta troppo al di sopra di ogni cosa e questo perché tutto raccoglie in Se stesso e ad ogni cosa è da Lui che viene il valore, l'importanza, il significato, la ragione d'essere e il buono e il bello... Ma se anche incertezze possono rimanere per la nebbia che offusca e spesso rabbuia la nostra mente fino a essere nuvole che impediscono di vedere le stelle, l'Amore decide per le scelte che il cuore soltanto può compiere.
Sempre più capisco e sento il poter serenamente accettare che Gesù Cristo è un problema d'Amore.
L'Amore è un sognare è vero a occhi aperti, ma questo è vero soltanto quando l'oggetto dell'amore ha il limite delle cose umane e terrene e allora l'amore ha bisogno per poter amare di oltrepassare i limiti (l'Amore non può accettare e sopportare di essere contenuto) e cerca di farlo idealizzando e sognando, ma quando l'oggetto dell'Amore è Dio, non sogna, non ha bisogno di sognare perché può con infinita libertà abbandonarsi all'amare senza misura.
Gesù Cristo è questo oggetto d'Amore che unicamente è possibile amare senza misura. Con Lui non si rischia di sognare sogni impossibili di Amore perché Lui può accogliere misure d'amore fino all'infinito. Non c'è paura di andare al di là del possibile. Non occorre oltrepassare il limite sognando. E non c'è pericolo che l'ideale sia più grande del concreto. È un mare senza orizzonti. Un cielo azzurro senza fondo, dove ogni stella si perde e dove ogni stella risplende. Qui veramente ogni cuore può provare la sua capacità d'Amore e abbandonarsi serenamente a tutta la sua voglia d'Amore e tentare anche la follia dell'Amore. La sua esperienza sarà che sempre è poco l'Amore e gli rimarrà come unica gioia il perdersi e lo smarrirsi e il «morire» di questo Amore. Ben sapendo che nemmeno l'eternità sarà sufficiente a dargli di poterlo esaurire.
Gesù conta più di ogni valore. Conta soltanto Lui. È veramente Lui solo.
Forse è pazzia tutto questo mistero che travaglia e affascina questo nostro povero cuore di carne. Ma è una pazzia alla quale ha condotto l'aver ascoltato la vera ragione. La vera ragione dell'anima, ma specialmente quella del cuore. Ho quasi paura a dirlo (e forse una specie di vergogna perché l'essenziale e il troppo dà sempre un senso strano di timida vergogna) ma è necessario e doveroso (anche se tutto è così tanto impostato diversamente intorno a me ma forse è proprio per questo che la testimonianza va data) è necessario e doveroso dire che Gesù è l'unico che conta per me. Non vi è assolutamente altro che valga.
Non vi è nulla che valga in me all'infuori di Lui in me e di ciò che Lui ha costruito in me. Perché è vero che non vi è altro che Lui. Se qualcuno cerca altra cosa in me, nulla troverà e rimarrà deluso. Ma sono felice di poter confessare che mai vi è stato qualcuno che abbia cercato in me, proprio in me, in tutto ciò che è me stesso, altra cosa che Lui. Non so se è perché nemmeno si è affacciata la speranza di poter trovare qualcosa che non fosse unicamente Lui, o perché non ho incontrato altro che gente che cercava soltanto Lui, la Sua verità e il Suo Amore, o, forse, può darsi che Lui stesso abbia avuto pietà di me e sempre sia apparso così svelatamente Lui da rendere evidente che null'altro che Lui sarebbe possibile trovare in me e quindi non valeva nemmeno la pena di tentare.
È molto bello tutto questo e è grande grazia anche se poi comporta solitudine e spesso deserto d'intorno, perché quando Dio è l'unico, porta necessariamente nella Sua solitudine e nel Suo deserto, cioè là dove Lui soltanto abita e può abitare.
Dopo, Lui solo conta anche in te, chiunque tu sia. Il tuo volto ha il Suo volto, il tuo corpo fa pensare al Suo corpo, perchè il tuo mistero si è andato spiegando nella Sua verità e tutto il tuo problema si è risolto nelle Sue soluzioni perfette. Quando in un'anima e dentro un'esistenza entra il Suo destino, allora tutto è su una linea, su una strada: quella che necessariamente congiunge la terra al cielo, l'uomo a Dio. E per me in ogni anima e in ogni esistenza vi è dentro il Suo destino, quello personale di Gesù. E non può non sopraffare fino a rimanere l'unica realtà: quella che unicamente è vera perché adorabile.
Così nella vicenda del mondo, nella storia, nell'umanità. Dai primi uomini che conobbero il fuoco fino agli ultimi, qualsiasi cosa avranno scoperto. La storia per me rimane, vasta quanto si voglia, rimane dentro la storia di Dio nato da Maria e risorto il terzo giorno dalla Sua morte in Croce. Conosco tutta la storia, conoscendo questa piccola storia. Accetto tutta la misteriosa vicenda umana, in quanto, nella misura in cui accetto questa breve vicenda. E ogni uomo mi è fratello perché Lui è mio fratello, amico, perché di Lui sono amico.
Succeda quel che vuol succedere, ma Gesù resta e questa sicurezza è la mia libertà perché vi è una realtà - che è poi tutta la realtà - che mi appartiene, è mia, è tutt'uno con me. Mi porta avanti anche quando mi fermano. Trionfa anche se mi schiacciassero. Vive anche quando morirò. E compirà la mia verità perché compie quella di tutte le cose.
E l'Amore ora è acqua di sorgente limpidissima, anche se scorre fra i sassi, il muschio odoroso o i canneti della palude. È Amore anche quando confluisce nel gran fiume e si perde nella corrente vorticosa che tutto travolge. E' Amore quando andrà a sfociare nel mare, in un Oceano senza sponde e senza orizzonti, infinito.
Lui solo conta veramente perché Lui soltanto è Tutto.


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1964, Luglio 1964

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