Venga il tuo Regno

Molte volte questa preghiera, se ci pensassimo bene a quello che si dice, non avremmo il coraggio di recitarla.
Messa fra la prima invocazione «sia santificato il tuo Nome» e la terza «sia fatta la tua volontà», ne è come la linea di svolgimento, la via lungo la quale corre tutto il Mistero di Dio nel Suo Essere, nel Suo manifestarsi, nel Suo concludersi.
E' una Trinità di preghiere, questa prima parte del Pater noster, che si richiama alla Trinità delle Persone dell'unico Dio, invocandone, implorandone tutto il personale Mistero perché si compia sulla terra come è compiuto in Cielo.
La via di questo compimento è la seconda invocazione perché il modo e il mezzo di questo compimento è il farsi del Regno di Dio. E' invocazione quindi che riguarda tutto il Mistero di Dio, l'Unità di Dio e quindi le Tre divine Persone, però, ci sembra che in particolare maniera riguardi la Seconda Persona.
E' la Seconda Persona, incarnata a fatta Uomo, il Regno di Dio nel mondo. Gesù Cristo.
Lui è la santificazione del Nome di Dio e Lui è l'obbedienza perfetta alla Volontà di Dio.
E questa santificazione e questa obbedienza è il Regno di Dio. Lui soltanto è il Regno di Dio e Lui unicamente è tutto il Regno di Dio.
Quindi questa preghiera rivolta al Padre è implorazione che tutto il Mistero del Figlio si compia, arrivi alla consumazione anche nel tempo, anche nel mondo, come si è compiuto ed è arrivato a conclusione perfetta in Lui, in Gesù Cristo. Si compia sulla terra: in ciascuno di noi, nell'umanità intera, in ogni istante e in tutto il tempo, come si è compiuto nel Cielo: in Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto Uomo, nel Suo Mistero di vero Dio e di vero Uomo, in quest'unica realtà di totale, perfetto Regno di Dio, che è Lui, Gesù Cristo.
Allora col Pater Noster preghiamo che Gesù Cristo sia tutto e sempre (si faccia sempre più fino alla misura del compiuto) sulla terra, esattamente, come Lui è in Se stesso, nel Suo Mistero di Dio e nel Suo Mistero di Uomo: cioè nel Suo «Cielo».
Preghiamo che Gesù Cristo diventi tutto nel mondo. L'unica cosa fra gli uomini. Soltanto Lui. Lui solo che conta. Il valore assoluto.
E' preghiera di Fede profonda, totale.
E' preghiera di Amore unico, esclusivo, di preferenza assoluta, di scelte intere e irrevocabili.
E' preghiera che sta alla radice, decisiva, determinante. Compromette in modo spietato. Non può non aver bisogno di un coraggio terribile. Della carne e del sangue, dell'anima.
Ci chiede tutto. Perché chiede che tutto sia in relazione, a servizio. Invoca che tutta la terra diventi e sia come tutto è il Cielo.
E' quindi preghiera che non può essere soltanto parola a fior di labbra e non è sufficiente nemmeno che sia sgorgante dal cuore.
Perchè è già concretezza di realtà suprema se è vero che significa Gesù Cristo. Chiedere che venga il Regno di Dio nel mondo è volere che il mondo sia tutto il Mistero di Gesù Cristo. Si identifichi con Lui, sia Lui stesso: la terra sia come il Cielo. L'umanità sia Gesù Cristo.
Quindi vi è dentro questa preghiera - ed è ciò che ne determina e stabilisce la sua sincerità - una volontà di trasformazione, di cambiamento, di mutazione. Una volontà che perché non sia una velleità inutile e vuota, richiede e deve poter comportare una reale, concreta ricerca.
E' per questo che Gesù comanda di cercare il Regno di Dio, unicamente, senza nemmeno pensare o preoccuparsi di tutto il resto. Ora il Regno di Dio è Lui, Gesù Cristo, quindi ogni mentalità, ogni parola, ogni azione e la realtà, i valori, le ricerche, gli impegni, gli ideali, le attività, le realizzazioni, perfino la preghiera, la carità, le virtù, la perfezione... che non sono Gesù Cristo, immediatamente Lui, vivo e vero, nella Sua realtà di Dio e di Uomo, nel Suo Mistero Trinitario e nella Sua storia terrena, umana, non sono Regno di Dio.
Quindi la grande preghiera del Pater noster rimane parola senza incarnazione, è il «Signore, Signore» senza «il fare la volontà del Padre», è smarrirsi nel vago, nel sentimento, con il pericolo di esserci convinti di avere pregato.
Sicuramente chiedere che venga e si faccia il Regno di Dio vuol dire chiedere e implorare che l'umanità sia, possa essere sempre più, il seno verginale di Maria dove Lui ha potuto scendere e prendere carne e sangue per la Sua umanità. E' chiedere e scongiurare che ogni essere umano dica e sia parola di assoluta verità: ecco, Dio faccia di me secondo la Sua Volontà.
Venga il tuo Regno vuol dire certamente vivo desiderio fino all'ansia più intensa che la terra sia come la grotta di Betlem perché Lui possa nascere fra gli uomini e poi la casetta di Nazareth perché Lui possa abitare fra noi. E poi l'ascoltare la Sua parola, la Fede per i Suoi miracoli. Il cuore aperto per il Suo Amore. La Sua obbedienza fino alla Croce. La gioia della nostra resurrezione per la certezza della Sua. E la pace perché c'è Lui. E la speranza della Sua attesa. E la fiducia per la Sua promessa.
Per noi, per gli altri, per tutti, per tutta la storia, per l'universo intero. Se preghiamo che venga il Regno dì Dio e non usciamo da noi stessi, liberandoci da ogni limite umano, e non entriamo nel Mistero di Cristo lasciandoci portare via dai Suoi motivi infiniti, non chiediamo che venga il Suo Regno, ma rimaniamo a cercare un regno di Dio che non potrà esserci accordato e concesso.
Perché un Regno di Dio in cui Gesù Cristo non è tutto, l'unico valore, l'unica ricchezza, l'unica gloria, l'unica forza, l'unica potenza, non può venire accordato e concesso.
Forse è per questo che siamo ancora lontani dal Regno di Dio nel mondo, così lontani che quasi ci coglie la stanchezza e ci viene a mancare la speranza.
Forse è vero che siamo ancora - dopo duemila anni che il Regno di Dio è stato offerto all'umanità e è stato vissuto nel suo seno - siamo ancora nel momento in cui nel cuore della cristianità deve purificarsi l'idea stessa di Regno di Dio, liberandola da ogni confusione col regno di questo mondo.
Eppure da tanto tempo e per la Sua parola e la Sua vita, e l'esperienza della storia, sappiamo che «il mio regno non è di questo mondo» (Gv. 18, 36).


La Redazione


in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1964, Luglio 1964

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