3 Maggio - E' verde il mattino / di maggio. / Ed io lo accolgo / con le mani aperte / come un dono. / Il dono che io viva / (avrei potuto non essere).
4 maggio - Ci sono giorni in cui la croce si dilata e le solite ferite si riaprono con nuovo dolore a perdere nuovo sangue.
12 maggio - La prima Comunione di Mario! C'erano gli angeli nella Chiesa e il cuore del mio bambino palpitava di amore e di grazia. Insieme con lui abbiamo tutti ricevuto il Signore.
12 maggio - Sono venuta a te / lungo il lucente / filo dell'Arno / che all'andata / era d'argento / ed al ritorno / d'oro fino.
Sono venuta a te / col dono d'amore / ch'è filo celeste / tra la terra e il cielo.
Chè così dobbiamo amarci / per essere riconosciuti / membra di Dio.
13 maggio - Sono ritornate le sere di maggio che tanto ci estasiavano quando il babbo viveva quaggiù, so che ancora viene con me e mi guarda. Mi guarda lungo le mura del giardino dove si arrampicano le rose, il suo fiore puro e misterioso.
15 maggio - Ore 6 tutta la notte una piccola lucciola ha palpitato sul mio tappeto di camera, l'aveva catturata il mio bambino (è splendido che il bimbo esca nella notte ad inseguire questo firmamento terrestre che fanno le lucciole di maggio), poi mi sono alzata presto per paura che la bestiolina morisse, l'ho raccolta con un cucchiaino e portata fuori. Sono insetti di rara bellezza, nel petto il colore bruno è rotto dalla striscia fosforescente, nel dorso sono rosse e nere. All'aria la piccola lucciola ha preso vigore e stanotte volerà sui campi di grano.
17 maggio - Il vento mi piace, col suo arrivo la terra si desta e parla, una voce hanno gli ulivi, una i susini, una i peschi e una le rose. Oggi è la Pentecoste e queste lingue assumono un valore liturgico, nel vento è lo Spirito con i suoi doni: intelletto, giustizia, sapienza, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Stasera Mario ha ricevuta la Cresima nel Duomo di Fiesole dove io mi sono sposata. Suono d'organo e di campane hanno intessuto passato e presente in gloria e lode.
21 maggio - Teresa che lavora in casa mia mi ha detto una cosa splendida: «io faccio ogni cosa con la croce dinanzi a me, è la mia preghiera questa croce, la mia ragione di vita, sempre me la vedo davanti nei lavori più lieti e nei più pesanti, sempre sempre la croce davanti a me».
23 maggio - Ora il giardino è al colmo della sua più fresca bellezza, le rose cadono dai muri le ondate rosse e gialle, nelle aiole palpitano le violette fitte, fitte, il prato ha ripreso il suo verde.
Capisco perchè il paradiso terrestre fosse un giardino.
24 maggio - Passeggiata stasera in quello che mio marito ha definito «viale di maggio in una sera di luna». Le lucciole volavano così basse da ingemmare l'erba delle prode.
28 maggio - La cosa più stupefacente di questi giorni è la bellezza del cielo. Il tempo è molto instabile cosicché ora avanzano nuvole grigie con splendidi bagliori, ora il nero di una tempesta, ora la chiarità di azzurri limpidissimi.
2 giugno - Ieri splendida gita a Camaldoli. L'Appennino era nel pieno fulgore del suo verde, lungo la strada cadevano le ginestre dal giallo intense salendo e scendendo era tutto uno scenario che s apriva contro il cielo. Così per la prima volta ho visto Camaldoli. Credo che sia molto comune la nostalgia per una vita di silenzio e preghiera in un monastero sulla cima del monte tra gli alti abeti: Julien Green ne ha fatto una fissazione, l'amico che avevo con me ci va periodicamente chiamato da questo sogno di vivere in un eremo, puri spiriti fin da quaggiù. Il pomeriggio siamo saliti dove sono le celle dei cenobiti e abbiamo visitato quella di S. Romualdo: un piccolo orto con la panchetta per guardar germogliare dei fiori e degli ortaggi e insieme il cielo che lì pare toccare la terra: nell'interno ci sono tanti piccoli vani per il caminetto, per la preghiera, pe lo studio. Avrei quasi pianto dal desiderio. I prati dell'eremo erano costellati di myosotis, ma la clausura non consentiva di entrare, l'Abate stesso è stato tanto umile da cogliere per me un mazzetto di fiori. Stamattina li ho dipinti e quel quadretto mi resterà infinitamente caro.
Ai monaci dell'eremo / Oh! fratelli che lassù vegliate / dove i prati sono di cielo / e gli abeti fanno siepe / a tutto il male del mondo.
Vorrei poter varcare la soglia / a me interdetta di clausura / e nel silenzio affondare.
Mi basta sapervi in solitudine. / E il mondo intero / nelle vostre preghiere / il suo pernio trova.
Grazia Maggi
Se vogliamo uccidere la religione sforziamoci di farla apparire come un gufo.
Voltaire
Solo quelli che sono capaci di amicizia, e non gli altri, possono interessarsi dal profondo del cuore anche al destino di uno sconosciuto.
Simone Weil
Per poter essere, come bisogna che sia, dappertutto, la religione, non solamente non deve essere totalitaria ma deve mantenersi rigorosamente sul piano dell'Amore soprannaturale che solo le si addice.
Simone Weil
in La Voce dei Poveri: La VdP giugno 1964, Giugno 1964
Luigi Sonnenfeld
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