"La prima sorpresa la si rileva appunto davanti alla constatazione che i detenuti vengono affidati in appalto ai privati. Le aste infatti vengono bandite ogni due anni e come ogni asta che si rispetta se l'aggiudica chi chiede di meno. Lo Stato si limita ad indicare la cifra massima che è disposto a spendere giornalmente per ogni detenuto nonché il numero presunto delle "presenze" annuali previste.
Le «diarie» in uso riguardanti il costo medio di un detenuto sono:
Trani lire 340, Volterra 347, Pisa 340, Palermo 320; una delle più basse è Milano con lire 315.
Ma le 300 lire o poco più non riguardano soltanto il mantenimento giornaliero di un detenuto. Le clausole che deve rispettare l'appaltatore previste da un particolare regolamento sono ben 118. Infatti - sottolinea «Quattrosoldi» - l'appaltatore dovrà fornire ai detenuti la biancheria (un cambio di lenzuola ogni quindici giorni), dovrà tenere in ordine l'infermeria, pagare i carcerati che svolgono mansioni all'interno del carcere come barbiere, scopino, cuciniere ecc.; fornire un vitto speciale per i tubercolotici, per le gestanti e le donne che allattano o fornire loro il latte artificiale, dotare i detenuti di gavette e stoviglie; provvedere al servizio di disinfezione (lotta ai topi, alle cimici, ai parassiti); provvedere alle spese di trasferimento dei detenuti; fornire la bara e il servizio funebre in caso di morte; pagare il consumo della luce e delle lampadine.
Il tutto come detto in precedenza deve essere compreso nelle 300 lire o poco più al giorno.
Ma quale è le dieta alimentare di un detenuto? La "tabella vittuaria" predisposta dal Ministero di Grazia e Giustizia è la seguente: 400 grammi di pane, 150 grammi di latte; 30 grammi di carne, 10 grammi di zucchero, 250 grammi di pasta o riso, 200 grammi di patate, 25 grammi di lardo o olio di arachidi; 20 grammi di pecorino, 150 grammi di verdura, 20 grammi di provolone.
Ma questa parte riguardante il vitto in realtà viene data ai detenuti? Gli impegni degli appaltatori sono innumerevoli, ad essi vengono aggiunti l'IGE che grava sui contratti e il pagamento di un proprio rappresentante fisso presso le carceri. Detrarre le spese generali e il guadagno ovviamente riservato all'appaltatore, si può calcolare senza tema di sbagliare eccessivamente che per il vitto di un detenuto vengono destinate dalle 120 alle 150 lire.
Cioè conclude amaramente la rivista «Quattrosoldi» - circa la metà di quanto lo Stato spende al giorno per il vitto di un cane poliziotto.
Infatti, un cane poliziotto in servizio presso la Scuola di Polizia, costa allo Stato per la voce «vitto» dalle 260 alle 370 lire al giorno.
(da «Politica» quindicinale fiorentino, n. 1 di febb. '64)
"Non mi sono mai domandata se Gesù è stato o meno un'incarnazione di Dio, ma in realtà ero incapace di pensare a Lui senza pensarlo come Dio."
Simone Weil
in La Voce dei Poveri: La VdP febbraio 1964, Febbraio 1964
Luigi Sonnenfeld
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