Carissimo don Sirio,
il mio Vescovo mi ha spedito in mezzo ai monti. E' la parrocchia più avanzata della diocesi: terra di frontiera! Il cappellano che cera si è ammalato ed io sono venuto a dargli il cambio.
Ho sofferto assai, perchè mi ero molto affezionato alla gente di.... e con un gruppo di giovani era nata un'amicizia bella e profonda. Ancora, il cuoricino e rimasto un po' con loro. Ma sono felice, perchè sicuramente quassù, nel silenzio, in mezzo alla vita molto povera di contadini, dei pastori, degli operai, se saprò ascoltare, sentirò più urgente l'invito dell'Amore a donarmi anima e corpo a tutto il mistero di Gesù, perchè la mia vita sia solo un terreno liberamente offerto a Dio e agli uomini, perchè si compia per tutti la Pace e la Gioia di essersi finalmente ritrovati in un'unica famiglia di fratelli.
Credo che questo strappo brusco e improvviso nella normalità di una vita che si andava un po' già «sistemando», possa far nascere nuove possibilità di apertura a Dio, alla Sua Verità, alla Sua Luce, per essere sempre più trasparenza di Lui, volto e cuore Suo dentro la vita del mondo.
Sento che cresce in me la gioia di sapere che Lui c'è - anche se a volte ho paura e mi sento smarrito a pensare che io Lo devo far nascere nel cuore degli altri attraverso il mio donarmi e il mio offrirmi continuo. Mi sembra di dover accettare tutto, anche le cose che sembrano farci del male, come dono Suo, perchè tutto è molto buono e tutto può diventare una strada per l'Amore di Dio e di tutti.
Nel silenzio di questi monti, che mi ricordano tutta la gioia serena delle nostre scorribande sulle Apuane, dove ho trovato così tanta amicizia, a cuore aperto: è stato un raggio caldo di sole, che anche ora mi accompagna nel mio impegno di amicizia con gli altri ed è un po' come la misura, il modo, lo stile di incontrarci insieme con tutti, nell'unico Amore che tutto riunisce e rende sacre le cose e la vita; in questo silenzio, dicevo, credo che mi potrò preparare bene al dono che sento di dover fare di me al mondo operaio, perchè la mia vita si arricchisca sempre più di Dio e Lo possa poi comunicare ai fratelli operai, con totale chiarezza e luce di giorno pieno. Voglio proprio che ora, in questo raccoglimento, scompaiano dal mio cuore tutte le ombre: ci deve restare solo Lui a far luce su tutta l'esistenza. A dare sapore e significato a tutte le cose.
E tu come stai? Ti senti crescere la solitudine nel cuore o Lui è ancora sempre la Gioia e la Speranza nella stanchezza e nella durezza della tua testimonianza, spesso contrastata?
Io sono proprio felice che tu ci sia: te l'ho detto altre volte, ma ora la sento con più forza questa gioia di sapere che ci sei tu, gli altri, a tirare avanti «in un certo modo» le cose normali della vita di tutti. Per me è un po' una strada che mi si è rivelata, un sentiero ormai aperto e che spero con tutta l'anima non si debba più chiudere.
Mi dispiace un mucchio non esser più a anche perchè quando venivi, ci potevamo rivedere e parlare un po' insieme. Era un aiuto grande per me... Appena potrò farò un salto da te; intanto ricordami all'Amore a cui abbiamo creduto, perchè mi rende sempre più pronto al Suo Mistero di Grazia, fra gli uomini. Sento e credo che dobbiamo lasciare che Lui affiori sempre più dalla nostra esistenza, perchè si ripeta e si rinnovi il miracolo del Signore Gesù, lungo le strade della terra.
In fondo, ha poca importanza esser qui, o là: l'Amore non ha limiti di spazio o di dono. Il limite lo trova solo nelle nostre stanchezze, nelle nostre chiusure, nella nostra poca disponibilità a lasciarci bruciare vivi da Lui... Per questo prego perchè per me, per te, per voi, tutti quelli che crediamo in Lui, non manchi mai il coraggio e la «mattìa» di lasciarLo entrare dappertutto e far di tutto un Fuoco immenso d'Amore...
Ti voglio un mare di bene. Saluti a tutti, dal tuo
don ***
in La Voce dei Poveri: La VdP febbraio 1964, Febbraio 1964
Luigi Sonnenfeld
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