Riflessioni sull'amore umano

Nella spiritualità coniugale, bisogna tener conto dei due atteggiamenti psicologici diversi: è giusto cercare una preghiera comune, una spiritualità comunitaria, ma non bisogna perdere di vista che Dio attende dai due una diversa risposta; come pure è diversa l'espiazione che impone loro, dopo il peccato (Gen. 3, 16-19) e in Gesù - il Redentore - vedremo illuminarsi nel suo aspetto positivo (capitolo della Samaritana per esempio).
Non può anche l'uomo amare Dio di un amore folle? Certo, ed è una perfezione; ma generalmente la legge di struttura del matrimonio cristiano è questa. E non si tratta di una differenza quantitativa, quanto di una elezione che risponde alla struttura vocazionale dei due. E' facile notare per esempio che, nel caso di una donna che abbia raggiunto l'amore folle per Dio, può diffonderlo nel marito e nei figli attraverso l'amore di amicizia; più difficilmente avviene l'inverso. Ho sottomano esempi assai istruttivi: un marito non riesce ad accendere di amor di Dio la moglie normalmente. Quando il marito ha verso Dio l'amore che spetterebbe a lei, la donna si sente defraudata. Sente che non ha niente di proprio da dare, che le è stata tolta la sua missione specifica nella casa. Mette in comune di malavoglia gli atti di pietà col marito, con l'intuizione che lui non ha veramente bisogno di lei. Mentre di solito il marito, la cui vocazione è il «lavoro della terra», il «sottometterla» e «possederla», vuol trovare nell'amore coniugale un amore sintetico: Dio e la donna, o Dio attraverso la donna. Dante ama Dio di un amore reale, serio, fortemente e virilmente logico, ma il suo è un amore di amicizia: gli serve fino al purgatorio, alla liberazione della colpa. Per il paradiso, per l'amore assoluto di contemplazione, di distacco totale, gli è necessaria Beatrice; lei è tutta rivolta a Dio e rifrange in amore di tenerezza di compassione, di amicizia efficace «sull'amante sacro», l'amore folle di cui si nutre in Dio.
La complementarietà delle due creature sul piano fisico e psicologico, ha una radice ancor più profonda nella sfera spiritualità, dove si impone ancora di più la delicatezza e il rispetto e la rinuncia. L'amore di Maria e di Giuseppe ci viene rappresentato in questa atmosfera di rispetto di Giuseppe per Maria che stava in un dialogo specialissimo con Dio. Il rispetto non toglie nulla alla tenerezza profonda che lega i due coniugi, al contrario le dà una dimensione singolare. Nell'incontro di due persone che hanno capito che l'amore è una burla o una tragedia se non c'è Dio, è bene ci sia uno sforzo di ricerca dell'unità sul piano spirituale; ma lo sforzo deve essere sfumato di riserbo, di rinunzia, di silenzio e di rispetto profondo per il disegno che Dio ha su ciascuno dei due. L'ispirazione di questo rispetto può essere data solamente dall'amore di dilezione, che non è geloso, ma si compiace che l'altro abbia la sua parte che Dio lo conduca per mano a entrare perfettamente nel suo Ordine dove si sentirà compiuto e necessario. In un desiderio di uguaglianza assoluta può nascondersi l'insidia della concupiscenza che vuole tutto il frutto e solo per sé; e il pericolo della concupiscenza è che distrugga un frutto d'amore che il Signore, attraverso lunghe e difficili stagioni, porta alla maturazione.

Arturo Paoli
(da "Testimonianze" rivista mensile fiorentina di spiritualità)




in La Voce dei Poveri: La VdP dicembre 1963, Dicembre 1963

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