Le piaghe aperte

Nuovo cruento episodio, oggi, nella lotta che da tempo insanguina il Vietnam meridionale per il contrasto fra i buddisti e il governo guidato da un presidente cattolico: circa a mezzogiorno (in Italia le 5 del mattino) un monaco buddista (bonzo) si è ucciso lasciandosi bruciare in un rogo improvvisato davanti ad una folla di qualche centinaio di persone.
Secondo i testimoni oculari era trascorso da poco mezzogiorno quando, davanti al mercato, è giunta un'automobile giallo-verde dalla quale è sceso un giovane indossante i caratteristici abiti dei monaci buddisti e recante in mano una lattina di benzina.
Portatosi al centro dello spiazzo ivi esistente, il bonzo, che secondo quanti hanno assistito alla scena aveva poco più di vent'anni, ha aperto la latta e s'è versato addosso il liquido che essa conteneva. Quindi, estratto un accendisigari, ha gridato: «La signora Nhu gira il mondo per narrare fandonie sui monaci buddisti e parla di bonzi drogati ed uccisi dai fratelli. Io sono arrivato guidando l'auto, non sono drogato e so quello che faccio». Poi, prima che qualcuno potesse intervenire, ha avvicinato agli abiti zuppi di benzina la fiammella dell'accendisigari ed è stato subito avvolto dalle fiamme. Nel giro di pochi minuti il bonzo è morto. Il suo nome è Thich Quang Houng.
(da «La Stampa» del 6.10.1963)

Parlando del Primate di Cecoslovacchia come del «Dottor Beran» (omettendo cioè, intenzionalmente, il titolo religioso) un portavoce governativo - il dottor Hrusa, capo della sezione culti del ministero della Pubblica Istruzione - ha detto oggi che non vi sono stati negoziati segreti fra la Chiesa e il governo cecoslovacco per la liberazione dell'arcivescovo e degli altri vescovi; si è trattato - ha detto il portavoce - di un atto di buona volontà spontaneo del governo, «provocato dalla politica del rimpianto Papa Giovanni XXIII e dalla sua Enciclica «Pacem in terris».
Quando un giornalista ha chiesto al portavoce governativo su quali mezzi può contare l'arcivescovo per vivere, il funzionario ha risposto: «Lo stato provvederà al dottor Beran come fa con tutti i cittadini non più in grado di lavorare».
(da «Il Giorno» del 6.10.1963)



in La Voce dei Poveri: La VdP ottobre 1963, Ottobre 1963

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