Lettere fra amici

Carissima,
scusa se non ti ho scritto subito, ma anch'io non ho avuto il coraggio di farlo. Ed ora che tutto è passato vedo che ero veramente sciocca. Quando ho ricevuto la tua mi ero accorta da qualche giorno (solamente da qualche!) quanto mancassi nei confronti degli altri. Di colpo vidi che fino ad adesso non avevo fatto nulla se non gioire dell'amore che Gesù mi dava, senza darlo agli altri, levando così possibilità di vita. E non solo non avevo dato il Suo Amore, ma nemmeno un po' del mio, in più tante volte avevo agito male. Mi sentivo talmente depressa per questa mia mancanza di generosità, perchè da parte mia non avevo fatto niente perchè ci fosse più Fede Amore Coraggio Bontà nel mondo; e mi sentivo, e mi sento anche adesso, responsabile di ogni malattia, morte, dolore esistente, anche, e non so perchè specialmente - forse perchè Dio ci ha unite in modo particolare - dei momenti difficili che stavi passando. Sono andata a parlare, allora, con Padre C., un sacerdote che ho conosciuto e a cui voglio un mucchio di bene per tutta la Gioia e l'Amore che c'è in lui, E mi ha tanto aiutata. E' vero che nelle cose di Dio, anche nella colpa, bisogna sempre avere tanta pace nell'anima, ed essere sereni. Perchè se crediamo in Lui, quello che ci capita è successo perchè voluto da Lui, in ognuno di noi con un significato speciale. In me sicuramente perchè ero, e lo sono, poco umile, e niente affatto piccola. E Dio mi ha fatto capire che non facevo nulla, e che Lui solo aveva operato. E' strano quanto mi sia sentita inondare di amore per gli altri stando con Padre C., anche se lui non mi ha detto nulla di speciale. Mi ha raccontato che preferisce sempre andare a piedi per potere pregare meglio, e raccogliere passando tutti i sorrisi, le attenzioni, le gentilezze della gente che passa per offrirli a Dio. Quando va in autobus vuole un gran bene all'autista perchè ha mani e piedi, occhi, attenzione continuamente occupati per gli altri, stando attento a quelli che salgono e scendono, a quelli che corrono da lontano. Essendo così occupato non può offrire tutto l'amore che dà a Dio, ma Padre C. gli passa accanto e lo offre.
Così ho imparato a pregare per tutti, volendo a tutti bene, attenta perchè nulla di loro, specialmente se prezioso come rumore, vada disperso, ma trovi invece significato agli occhi di Dio.
Voglio tentare di andare avanti così, senza preoccuparmi come prima, ma molto piccola, dando il mio tempo agli altri. Perchè il Signore a cui mi sono rimessa può volere solo il mio bene, e quello che mi ha mandato è stato certamente perchè io ne gioissi e diventassi migliore in Lui, non perchè mi disperassi.
Sono stata due giorni in un convento di benedettine.
Ho pregato tanto e specialmente per te e ti sono sempre vicina. Ho scoperto, non certo da sola, ma leggendo un libro di un prete che ha fatto una vita molto simile a Charles de Foucould, cosa voglia dire avere in noi il Cristo vivente.
Ora so che non sono più sola, siamo in due, il mio corpo è nostro, si è incarnato in me, e devo seguirlo. Lui sa già per quale destino mi ha scelto il Padre, e certamente vuole seguire la Sua volontà. Mi devo abbandonare a Lui e stare in continuo ascolto perchè mi porti dove vuole. Non è fuori di me, è qui ed è Lui che agisce, va in giro, prega, si abbandona al Padre, io devo solo lasciargli sempre più posto.
Con tanto affetto.


M. G.


in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1963, Luglio 1963

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