Sono venuto ad ascoltare quest'ultimo maturare del grano agli ultimi giorni di giugno e a vedere il crescere lento e sicuro dei piccoli grappoli sotto il verde fresco e puro dei pampini. E' per accogliere e vivere un profondo mistero che sale come dalle viscere della terra, si prende tutto il cielo azzurro, questo splendido sole e la pioggia per maturare qualcosa che poi Dio raccoglie colle Sue mani per farne Mistero di Se Stesso, cioè dono di Grazia e d'Amore.
E' un bel campo di grano di un giallo arrossato fino a essere bruciato, qualcosa del rame vecchio di secoli, di piogge e di sole. Le reste colme sono pesanti: non reggono il peso di una ricchezza raccolta dalla terra e dal cielo; portano il peso di un mistero di vita nascosto sotto la terra e poi nato e cresciuto e moltiplicato portando tutto con sé come un filo di acqua che è poi un ruscello e poi un fiume. Questo sottile e delicato stelo, nudo e fragile è tutto una storia lunga come quella della vita. E' cominciato allora nel primo giorno del mondo e continua in questo momento.
Sta maturando sotto i miei occhi, quasi ne sento ne ascolto il fluire dolce e sereno. Raccoglie questa violenza di sole, lo sento che si inebria più di me affocato sulla pelle riarsa, raccoglie il suo raggio di vita e lo nasconde dentro quel piccolo grano che già è pesante e dorato e quasi pronto. E' un campo largo e scoperto. Gli gira intorno una verde corona di erba medica, rigogliosa e forte e sono pietre e perle preziose le margherite bianche dal cuore d'oro e i papaveri rossi dal cuore di pece nera: ne sento il profumo profondo ora che il vento si muove dolcemente e il sussurrare quasi metallico del grano alto è come un zittire misterioso.
E di qua il campo è un vigneto, ordinato e raccolto in filari severi. I tralci sono colmati di verde tenero e sano, a coprire i piccoli grumi verdi che già sembrano grappoli. E fra il verde anche qui gli occhi curiosi e spalancati dei papaveri rossi bistrati di nero.
Mi sento smarrito come portato via in un mondo irreale, quasi di sogno, qui fra un campo di frumento già pronto per la falce dei mietitori e un vigneto che sta crescendo a poco a poco grappoli d'uva. Il cielo è azzurro, ma vi sono nuvole estive e il sole fiammeggia in questo momento, ma poi si vela e ritorna come per un dialogo misterioso con la terra, coi campi, il grano e il vigneto: è come se parlasse e poi una nuvola lo vela e sembra che ascolti per poi, scoprendosi, parlare di nuovo.
Certamente lui sa molte cose perchè conosce e vive unicamente delle prime cose che gli sono state dette al suo primo splendere nell'azzurro. E sono parole infinite di sapienza e onnipotenza. Le ascolto mormorate nel maturarsi del frumento qui accanto e nel loro nascondersi silenziose e pazienti, sotto i pampini del vigneto.
Vorrei scoprire e sapere e adorare cosa Dio ha nascosto dentro la terra e il sole e il cielo azzurro e questo campo di frumento maturo e questo vigneto verde.
Perchè vi è dì Lui così tanto, forse così tutto!
Quando ha creato il mondo Dio si è coperto di un velo. Si è manifestato, ma si è nascosto. E' tanto scoperta la Sua presenza, è vero, eppure è tanto velata. Prima della Creazione Dio era immediato, scoperto, era Lui così come Lui è, così come lo vedremo nella visione beatifica. E è molto bello pensare a Dio prima della Creazione del mondo. Non è contemplazione difficile, basta non cercare di farsi delle immagini, basta lasciar cadere ogni fantasia e trattenerci soltanto sull'idea di Dio, perchè l'essere di Dio va "visto" come deve essere "visto" l'essere divino.
E in questa visione non vi è astrazione dei sensi e dei nostri poveri limiti, perchè tutto di noi sicuramente deve poter vedere Dio: se è vero che ci sarà la resurrezione dei corpi già anche il mio corpo deve aiutarmi "a vedere" Dio, già adesso il mio corpo ha la sua "visione" di Dio.
In questo momento il sole splende e mi colma di luce violenta. E penso che questa luce sta velando, mi sta nascondendo Dio. La Sua luce sì è nascosta dietro questa luce che mi inebria. Penso alla luce prima della creazione del sole... A quella luce tutt'una luce con la sorgente di luce. Dopo è stato più buio, terribilmente più buio, fino al punto che questa luce di adesso quasi mi acceca fino a poter non essere più capace di "vedere".
E l'altra sera un operaio mi diceva con molta serietà e naturalezza che non credeva in Dio e io non sapevo cosa dire, in che modo argomentare per tentare almeno la discussione. E mi sentivo disperatamente infelice e inutile. Ancora non sono riuscito ad alzare il velo, a scoprire la Sua faccia: almeno nei confronti degli altri.
C'è una serena brezza di vento che zittisce le reste del grano, sfrusciando leggere. Mi pare che ormai il grano sia stanco di sole, mentre invece godono in pieno i pampini verdi del vigneto e il rosso violento dei papaveri dagli occhi truccati di nero.
Penso ancora, in questa meditazione estiva, forse perchè il riverbero del sole, pare che tutto voglia penetrare per arrivare a mettere in luce ciò che è nascosto nel buio del Mistero, penso a Dio che vuole ancora e sempre più manifestarsi e continua a nascondersi, a velarsi. E' venuto fra noi, ma è venuto fatto Uomo. Devo cercarlo nella carne, dietro un volto umano, scoprirlo nascosto nella povertà di una vicenda umana, e il velo che l'ha coperto, a un certo punto, è stato un velo di sangue e di morte e poi un sudario pietoso a coprire un cadavere.
Manifestato, fino ad una ostensione materiale di Sé, eppure terribilmente ancora più nascosto. Così tanto che scoprirlo, conoscerlo, riconoscerlo, è unicamente miracolo di Grazia. E l'operaio mi diceva che credeva in Gesù Cristo e io non avevo il coraggio di dirgli che Gesù Cristo era Dio, Dio che lui rifiutava anche come esistenza, già così nascosto e impossibile a vedersi e poi ancora più nascosto, così coperto, dall'essere Uomo di Gesù.
Il cammino verso lo scoprire Dio è lungo e difficile sempre più. Perchè per essere dentro ad ogni realtà sembra che Dio vi si debba nascondere, quasi facendone un velo che copra e nasconda la Sua presenza. Sicuramente ad ogni istante entra di più a fondo nel Mistero della creazione. Raccoglie sopra di se tutta l'esistenza. Ne fa mezzo di rivelazione. Così anche della storia dell'umanità. Si sta colmando sempre più di Dio il mondo. Attraverso tutto e tutti. Niente rimane al dì fuori. L'invadenza di Dio si allarga e penetra ogni realtà ed esistenza.
Chissà come sarà il mondo quando sarà saturato, traboccante dì Dio? Quando tutto sarà segno immediato di Lui, quando tutto Lo nasconderà perchè sarà dentro, finalmente, nascosto da ogni cosa, da ogni filo d'erba, da ogni stella e da ogni volto d'uomo e di donna?
E' ciò che Gesù chiama il Regno dei Cieli. E ogni giorno invochiamo questo venire del Regno di Dio.
Adesso è stata una nuvola che a lungo ha attenuato la violenza del sole, ma poi di nuovo splende ardente e appassionato. E penso ancora al donarsi di Dio nascondendosi sempre di più. E' in queste mattine che sento il Mistero, quasi in modo fisico e all'improvviso. E adesso nella terra di questo campo di grano, quasi pronto per essere pane e vicino a quei filari che faticosamente preparano il vino, riavverto la grandiosità del Mistero fin quasi a coglierne l'intimo e profondo attuarsi.
Ciò che io - non riesco a riconoscermi, nemmeno a ricordarmi di me, allora: in quel momento, sono senza nome e cognome, mi chiamo e sono l'universo, tutti gli uomini, l'umanità, l'uomo, non so con precisione: non è però un sognare anche se spaventosamente sembra un sogno impossibile - ciò che io metto sul piatto dorato - è così fra le mie mani - e nel calice - e sembra il cavo di mani accoppiate - è tratto dalla terra del campo, è sole, questo sole violento, è stata pioggia di primavera, freddo e gelo d'inverno. E' venuto su portando con se fino a essere tutta la terra e tutto il cielo e il firmamento, la notte e il giorno. Ha la fatica e il sudore degli uomini. Porta con sé la loro speranza di vita, è la loro vita, la loro carne e il loro sangue. Viene da tutto l'universo, contiene tutto il mistero del mondo, frutto prezioso di tutto l'esistere.
E' il grande e misterioso velo che copre il Volto di Dio.
Adesso io - no, non sono più io assolutamente, è il Mistero del nascondersi di Dio, per essere sempre più fra gli uomini, che dice le parole, che compie l'azione, io ho soltanto paura ogni volta perchè è Dio che passa nel Suo andare a nascondersi sotto le apparenze dell'universo che è sotto il segno del pane e del vino, realtà dì sintesi di tutto l'esistere - adesso io devo dire alcune parole, ecco le sto dicendo e Dio si vela, sì nasconde terribilmente sempre più. Ora non si può più assolutamente vedere nulla di Lui. Nulla. La Sua manifestazione è massima perchè il Suo nascondimento è totale?
Di Lui adesso vi è soltanto Pane e Vino. E io (di qua dal velo ci sono soltanto io) a dire che quel Pane e quel Vino è Gesù Cristo e Gesù Cristo è Dio. Tutto qui ciò che è visibile, scoperto, evidente di Lui.
Chi vuol credere in Dio bisogna che alzi un velo fatto di Pane, di Vino, di me stesso.
Anch'io devo cercare Lui sotto la copertura pesante che io sono e sotto il velo che ogni mattina stendo sul Suo essere Dio perchè sia soltanto come il Pane e il Vino.
Anche stamani è successo, come già da tanti anni. E poi l'ho rinchiuso, ciò che è rimasto di Lui, dentro una cassetta di ferro, murata dentro un muro di pietre e sulla piccola porta vi è una catena incrociata di ferro, come se non bastasse per capire che Dio è dentro la prigione del mondo che Lui stesso ha creato. Poi sono venuto a cercare di scoprire qualcosa e di vederne almeno un'ombra, in questo campo di grano bruciato di sole. Perchè la terra mi riveli il segreto e mi dia di intravedere sia pure appena, appena, cosa palpita nel suo seno caldo. E' per ascoltare tutto ciò che passa dalle sue viscere da quel primo giorno fino a queste spighe appesantite di certezza di pane per farne della carne e dell'anima. Sale su, lo vedo benissimo, sotto il fuoco del sole, coperto di verde tenero e buono, il sangue della terra che sarà vino generoso e poi anche Sangue di Dio.
E la terra tutto ha avuto da Lui, come il sole la forza dì luce e calore, perchè tutto Lo ammanti Dio, Lo rivesta di gloria, Gli sia corona di bellezza trapunta di margherite bianche dal cuore d'oro e di papaveri rossi dal cuore dipinto di nero, ma riesca anche a coprirne la Maestà infinita e la Gloria terribile, sì che per sapere qualcosa di Lui e averne la certezza che sotto il velo Lui è, sia necessario fare violenza di Fede e appassionata ricerca d'Amore. Allora sotto il velo il Suo palpito è vivo e scoperto: si sente, come appoggiare una mano sul petto dalla parte del cuore e spesso il velo stesso misteriosamente si alza o svanisce e il Suo Volto appare perchè la Sua Verità è semplicemente evidente e il Suo Amore fascino irresistibile.
don Sirio
in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1963, Luglio 1963
Luigi Sonnenfeld
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