La poesia dei giorni

24 - aprile
Sono al buio da dieci giorni e scrivo a tasto come un cieco. La mia Pasqua è stata una resurrezione alla rovescia, un rimanere agganciata sempre al mistero del dolore. Mi sono tanto ricordata di un pensiero letto su «Città Nuova», che Gesù è appeso ad una parte sola della croce, l'altra resta a noi. E ho affondato il capo in quella corona di spine, che è poi tutto il dolore del mondo

25 - aprile
Stando a letto sento come non mai la mia casa, è una conchiglia sonora che vibra sotto di me, di mattini e di crepuscoli, di voci e di silenzi, dell'incessante palpitare della vita.

26 - aprile
Sono arrivate anche quest'anno, ma non le vedo, le rondini. Sento fuori del buio della stanza le loro grida mozzate dalla gioia e immagino i loro voli radenti sul tetto e poi affondati nell'azzurro. Il cielo diventa come un lago immenso in cui concentricamente scompaiono e riaffiorano i balenanti guizzi dei candidi petti dalle ali nere.

28 - aprile
Sono uscita per votare. Dopo tre settimane come ho trovato il mondo cambiato dalla primavera! E' stata una apparizione dalla violenza inaudita questa del sole, del verde, della felicità di tutte le cose.

30 - aprile
E' lunga questa malattia, eppure in tanta pena a tanta debolezza ho avuto prepotente il senso della vita. Siamo una clessidra dell'esistere. L'esistenza, è certo, ci verrà «mutata, non tolta».

1° venerdì di maggio
Viene spesso il Parroco a portarmi la Comunione e poi resto tranquilla nella stanza silenziosa; allora non sono più istanti rubati, come spesso accade, ma è un riposare ai piedi del Signore, affidandogli tutti i problemi del mondo, da quello della fame a quello della bomba atomica, un confidargli tutte le persone care dalle più vicine a quelle più lontane, senza fretta, in dolce continuità d'amore.

1° giugno
Il papa muore e tutto il mondo piange. A parte il dolore, che anche a me ha strappato singhiozzi disperati, l'unità di tutti in questa angoscia per Giovanni XXIII in agonia ha un'importanza vitale per il nostro tempo.
Questo triste secolo, che ha visto guerre, barbarie, crudeltà e vive in modo così superficiale e indifferente dà ora il segno di essere un secolo vivo e palpitante.
Sta morendo il Capo di una comunità religiosa, di umili origini, che ha retto il pontificato per pochi anni eppure la sua santità ha conquistato la terra, come nei secoli antichi, quando gli eroi della bontà trascinavano i popoli. Non ha potuto essere felice la Pentecoste 1963, ma quest'ondata di bontà e di commozione è molto vicina alla gioia che lo Spirito consolatore ha portato in lingue di fuoco. «Vieni, o Santo Spirito ed emetti un raggio della tua luce» ancora il mondo è degno di accoglierti.


Grazia Maggi


in La Voce dei Poveri: La VdP giugno 1963, Giugno 1963

menù del sito


Home | Chi siamo |

ARCHIVIO

Don Sirio Politi

Don Beppe Socci

Contatto

Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455

Link consigliati | Ricerca globale |

INFO: Luigi Sonnenfeld - tel. 0584-46455 -