Meditazione sulla Santità

Non riesco molto a prendere parte alle celebrazioni intorno ai Santi, ai festeggiamenti in loro onore, a quella glorificazione che vedo così poveramente umana e terrena, quasi come una sforzatura piuttosto artificiosa e ormai convenzionale. Non mi viene dal cuore sentire la santità così e non ho voglia di pensarla in quel modo.. Mi sembra quasi che sia uno sciuparla, un profanarla. Perchè la santità secondo il Cristianesimo è umiltà, nascondimento, silenzio. Dono di sé. Offerta totale. L'entrare nel Mistero di Dio. Adorazione infinita di Lui. Fino al punto che la Santità è perfetto riconoscimento e gioia infinita che Dio è tutto. Valore assoluto. L'Unico.
La Santità è questa convergenza, libera per perfetto Amore, per conoscenza chiara e scelta assoluta, in Dio, di se stessi e attraverso noi, di tutta l'umanità e di tutto l'universo.
L'essere Santi vuol dire essere aperti a tutta la Verità, capaci di tutta la Verità, a totale disposizione di tutta la Verità.
Il Santo è l'universo in ogni suo valore più essenziale, in tutto il suo senso e significato più profondo. Raccoglie e ha in se stesso tutto il motivo della creazione. La riassume, ne è la sintesi, la espressione più pura e più vera. E' per questo che ogni Santo è anche un poeta aperto a tutto il canto dell'universo. E' anche un artista sensibile a tutta la bellezza. La sua anima vive e soffre ed esulta della misteriosità del mondo che egli avverte profonda e ardente nella purezza libera del proprio corpo limpido dal male, schietto da ogni intorbidamento, trasparente di ogni candore e nella vastità sconfinata della sua anima.
Perchè la sua anima e il suo corpo «sentono» Dio nel mondo, ne avvertono la dolce e diffusa presenza, ne raccolgono la profonda onnipotenza e la Sua Bontà li rapisce fino a non poter essere altro che Bontà, dolcezza, umiltà. Amore.
E' meravigliosa l'obbedienza del Santo a tutto il Mistero di Dio. Il suo fidarsi di Lui, il suo servire a Lui soltanto. Il suo esserGli sempre e dolcemente e liberamente a disposizione. E Dio allora ha dove espandere la misura incontenibile del Suo Mistero. Ha chi sa ascoltare il suo parlare sommesso o terribile. Chi avverte il Suo Amore che si dona. Chi scopre i suoi disegni di Bontà. Ha il servo fedele che aspetta fedelmente dietro la porta anche a notte inoltrata e l'amico fidato a cui si possono raccontare anche i più intimi segreti. Dio ha chi è Suo, chi appartiene interamente a Lui, chi vive unicamente per Lui. Qualcuno di cui il Suo terribile Amore possa liberamente approfittarsi e farne ciò che vuole, perfino farne, di una povera carne e di una povera anima, soltanto Amore.
E i santi allora sono la prova più chiara, scoperta e convincente che Dio esiste. E sono il libro vivo, fatto di pagine viventi, dove si può leggere e conoscere chi è Dio e cos'è la Bontà e l'Amore.
Sono il cielo senza nuvole, vasto di azzurro, e il mare sterminato tutt'uno col cielo, lungo il filo lucente dell'orizzonte. Sono il brillare misterioso delle stelle, sicure di luce nel buio della notte. Acqua limpida e cristallina che quasi sembra impossibile che venga giù dalla roccia. Una fiorita di anemoni viola, a calice aperto a inondarsi di sole, spuntati quasi miracolosamente sui poggi ancora anneriti per il bruciare dell'erba seccata dal gelo dell'inverno. Sono gli occhi dei bambini che guardano il mondo come il mistero che si affaccia alla finestra. Sono la vera e limpida gioia del vivere, gli innamorati che camminano lungo il loro destino tenuti per mano dalla Speranza, capaci di Fede perchè serenemente credenti soltanto nell'Amore.
Gli uomini poi raccolgono i loro scritti. Ricordano i loro buoni esempi. Tessono l'elogio delle loro virtù. E arrivano a considerarli degli eroi, degli esseri eccezionali, quasi qualcosa di mitologico, di feticistico. Le immaginette, i pezzetti d'abito come reliquie, Le urne e le statue. Gli altari. Le candele... e li stacchiamo, li allontaniamo, relegandoli nella «Santità», da. noi, dalla vita concreta, reale, dall'esistenza normale, finendo per interessarli o metterli a contatto soltanto con una malattia dalla quale chiediamo che ci guariscano, da un malanno dal quale ci devono liberare o difendere, perchè risolvano questo o quest'altro guaio, perchè ci aiutino in questa o quest'altra difficoltà.
E dimentichiamo la loro, per dir così, realtà sacramentale, il senso e il valore della loro presenza nel mondo. Hanno servito e servono Dio perchè attraverso loro Lui possa entrare e essere di più nel mondo e hanno servito e servono gli uomini perchè hanno visto Dio per tutti, lo hanno adorato nell'universo, lo hanno amato con predilezione infinita. Hanno consentito, nella gioia più profonda e perfetta, che in loro, nella loro carne e anima, si compisse il grande Mistero dell'universo: Dio che si dona, viene accolto, vince tutto e tutto sopraffa perchè Lui sia tutto in tutti, come esige la Sua Verità, la nostra e quella del mondo.
Bisognerebbe rispettarli i Santi in questa loro purezza immacolata di Verità perchè almeno qualcuno di noi sia vero, perfettamente secondo il Pensiero di Dio, stia nel mondo in adempimento totale al dovere di Verità dell'universo, sia veramente l'uomo in tutto il suo misterioso valore, in tutta la sua splendida dignità di sacerdozio universale.
Dovremmo allora venerare la loro solitudine. Rispettare la loro silenziosa umiltà. Mantenere intatta la loro povertà. Conservare gelosamente la loro semplicità.
Perchè essi sono veramente e soltanto il lievito che si perde dentro la pasta. Il pugno di sale che dà sapore ad ogni cosa. La città sul monte, innascondibile. La luce accesa nel buio della notte. Il piccolo seme per il grande albero che copre la terra. Il gregge a cui è stato dato il regno. La pietra angolare scartata da tutti e che regge invece il mondo.
L'essenzialità dei santi. La loro fondamentale importanza nei destini dell'umanità. Danno senso a questo mondo e ne giustificano l'esistenza. Ne sono il perdono incessante e la gloria vera e perfetta.
Sono per le strade. Dietro la porta di casa. Al di là dei cancelli della fabbrica. Dietro le inferriate delle prigioni. Nel silenzio dei conventi. Sui letti dell'ospedale...
Perchè sulla terra i santi sono come le margherite fra il verde nuovo dei prati a primavera. Sono come le stelle nel buio fondo della notte. Non lo sappiamo, ma forse respiriamo la santità come l'aria buona al mattino presto, quando ci alziamo di buon'ora e spalanchiamo la finestra. La santità è le strade sulle quali camminiamo o corriamo distratti, ma lasciandoci docilmente guidare. Perchè santità è già il vivere, l'esistere, l'essere dentro l'umanità, la convivenza umana, il vivere insieme. Perchè siamo creazione di Dio. Viviamo della Sua presenza, siamo qualcosa del Suo Mistero.
Chi questo conosce e accetta e vive in serena onestà, cercando misure sempre più in perfetta risposta al desiderio di Dio, è santo.
Puoi pensare che il mondo colmato di fiori manchi della bellezza essenziale dei santi?
Stringi spesso loro la mano e forse non lo sai. Ti copre la loro preghiera e non te ne accorgi. Ti camminano accanto e non li vedi.
Sono forse più stanchi di te. Ma la loro speranza non può venire meno perchè è quella di tutta l'umanità. E portano il peso del destino del mondo nella loro anima. Hanno il cuore vasto come l'oceano perchè tutti i fiumi vi si versano dentro e vi si perdono. I loro occhi guardano più l'invisibile che il visibile e conoscono bene ciò che vi è sotto le apparenze delle cose e l'essenziale cercano sempre, anche quando non sembra.
Fioriscono dolcemente e maturano silenziosamente come i frutti della terra. Si lasciano macinare come il buon grano per il pane di tutti. E sono come le fontane di sorgente, hanno acqua per la sete di tutti e lasciano scorrere l'acqua cristallina e fresca anche quando nessuno ne beve.
Quando la morte viene e se li porta via, allora la loro umiltà entra nella gloria del Cielo, il loro nascondimento diventa Visione Beatifica, il loro sacrificio è Felicità infinita. La loro ansia di Amore è tutto l'Amore di Dio.
Quanti saranno? E la risposta è tutta nella misura infinita, dell'Onnipotenza della Grazia e nella dolce violenza dello Spirito Santo "capace di suscitare i suoi eletti anche dalle pietre".
Ogni tanto la Chiesa entra in questo segreto di Dio e dichiara pubblicamente Santo uno dei tanti santi.
Dopo, le feste. E l'umiltà diventa una statua su un altare. Il nascondimento è portato in giro per le piazze e le strade. Il silenzio è canti e spesso tanta confusione di folle. La povertà diventa rumore di cassette per elemosine...
Ma non ha importanza. I Santi, si sa, sono anche pazienza sconfinata e lasciano fare benevolmente, anche se forse me farebbero volentieri a meno. Ciò che conta è che sia testimoniato che la Santità esiste nel mondo e quindi la Verità, la Giustizia, l'Amore, la Bontà... e questo miracolo, unicamente in grazia e forza di Dio, vivente fra gli uomini perchè, in Gesù Cristo, gli uomini possano essere «qualcosa» di Dio.


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP maggio 1963, Maggio 1963

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