Nell'articolo del numero precedente sono scivolato, realmente senza volerlo, ma per alcune circostanze particolari che non ha importanza riferire, in due inesattezze.
La prima è che la somma elargita ai poverelli e agli orfanelli non era di 20.000 lire, bensì di 60.000. Chiedo vivamente scusa della minorazione in cifre di quella carità che, date le circostanze già denunciate, con alcune aggravanti venute in luce poi, rimane a zero come carità cristiana e meno che zero come esempio di bene e come metodo di esortazione all'Amore del prossimo.
Ma veniamo al secondo guaio da rimediare: cosa che faccio molto volentieri.
Ho scritto, sempre nel medesimo articolo, questo periodo: «Siamo entrati (nella chiesa) e a sinistra, lì, appoggiato, mi sembra ad una colonna, bisognava guardare per forza un grande quadro con su scritto a grossi caratteri nome e cognome e relativa cifra dei buoni parrocchiani offerenti».
Devo precisare che sul cartello in parola vi era soltanto i nomi e cognomi degli offerenti ma non la cifra offerta.
Francamente mi dispiace aver mancato di esattezza. Dopo i discorsi fatti, a pranzo finito, pochi istanti prima di entrare in chiesa, scorgendo quel cartello e intuendo di cosa si trattava, mi volsi appena a guardare per non mettere tutti in impaccio e non mi accorsi che accanto ai nomi elencati non vi era la cifra offerta.
Non è stato però affatto un non voler tener conto della Verità. Prego vivamente di credermi e chiedo scusa dell'inesattezza.
un prete
in La Voce dei Poveri: La VdP febbraio 1963, Febbraio 1963
Luigi Sonnenfeld
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