Vero motivo di Amore

Un giorno così mi disse una donna: Io amo le creature: mia madre e i miei figli, il mio sposo; ed anche altre buone umili grandi o infelici anime. Questi esseri mi sono vicini, affini, sono aderenti a me, simili a me: i miei figli, poi, sono usciti da me, sono la mia stessa carne, sono, per così dire, come altrettanti parti del mio cuore.
Se amo dunque, in tutti questi, il mio prossimo, io non ignoro ciò che amo. Ma Dio! Chi è Dio! Io mi sforzo, sì, di amarlo, ma sento o che vagamente lo amo, o che lo amo dopo le creature, o che addirittura non l'amo. E allora io, di nuovo, dolorosamente mi chiedo: Chi è Dio? E più vi medito sopra e più il Suo vero essere, che pur tutto riempie, mi sfugge. Mi dicono, so, credo che Iddio mi ha creata; ma sono io forse della Sua stessa natura? Anzi, paragonata a Lui, neppur sono, se Lui solo (come dicono, e così dev'essere) infinitamente è. Ora, come posso io percorrere, da sola, quella - tra me e Lui - sì sterminata distanza?
Ed io: «Non da sola » potrete, ma con lui sì. «Solo con Dio si va a Dio». Essa pareva non intendere. Dopo un poco le chiesi: «Qual'è il nome umano di Dio?». E, pensato ch'ebbe un momento, rispose, "Gesù". E il suo volto, già bello, le si fece ad un tratto bellissimo. E sentì allora, quella nobile creatura, di averlo già il Dio che cercava, nel cuore; e da quell'istante fu certa, come più tardi mi disse, di amare, nel Verbo Incarnato, tutte le creature che amava.



Domenico Giuliotti
(da un'antologia de il frontespizio a cura di Luigi Fallacara)



in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1963, Gennaio 1963

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