8 dicembre - Sono stata a Messa nel paese qui vicino, dove non si prendono le moderne e necessarie iniziative per la spiegazione della liturgia durante il rito. La Messa è trascorsa mentre il sole invadeva la bella architettura rinascimentale e la gente, molti contadini, era quasi assente a quanto avveniva sull'altare. Comunque questa mezz'ora di silenzio, in cui si pensa a Dio, ha pausato e segnato l'esistenza di ognuno. Potremmo rivedere i ricordi della nostra vita scorrere nel susseguirsi di queste mezz'ore settimanali,
E' per questo che le Chiese sono affollate anche se pochi capiscono la liturgia della Messa.
15 dicembre - Per un banale incidente la mia Francesca ha dovuto subire un piccolo intervento. Da un momento all'altro ci siamo trovati fuori dalle consuete abitudini quotidiane, in una sala operatoria. Io ho aspettato fuori, dietro la porta.
Sono momenti in cui o si bestemmia o si entra molto dentro l'economia divina delle cose.
23 dicembre - Siamo in montagna. Solo la montagna, in mezzo a tanta varietà della natura, ha un vertiginoso potere di raptus. Ci si sente strappati e rapiti dove regna l'Assoluto, l'Essere infinitamente libero e sciolto da ogni contingenza.
Natale - Quassù non intorno ad alberi posticci o festoni decorati è la poesia del Natale. Le piante scarnite ed essenziali alzano al cielo l'attesa della terra purificata e candida, nel sole è una luce immensa che innalza i monti e dietro le stelle trepidano gli Angeli. Le case ne ricevano l'annunzio sotto i tetti bianchi, raggruppate lungo la valle felpata e silenziosa.
Capodanno '63 - La vita di ognuno è lanciata nell'avventura della libertà ma al centro d'ogni esistenza c'è il Cuore di Dio, che in sistole e diastole dalla legge misteriosa, attira e lascia con impulsi della portata imprevedibile.
Tutto il 1962 è stato un circolo di dodici lunghi mesi dolorosi, ora all'improvviso il Suo Cuore mi riafferra e mi rinsangua. Per l'anno nuovo posso cantare, con il vecchio Simeone: «Ora, o Signore, lasciami, andare in pace, secondo la tua parola. Poiché i miei occhi hanno veduto la tua salvezza».
Grazia Maggi
in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1963, Gennaio 1963
Luigi Sonnenfeld
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