Questo Natale 1962 ha veramente qualcosa di particolare, di eccezionale. Fin dalla prima domenica di Avvento - il sacro tempo liturgico di preparazione alla celebrazione dei sacri Misteri del Natale - abbiamo avvertito un clima particolarmente colmato di Grazia.
La venuta sulla terra, il nascere fra gli uomini del Figlio di Dio, è Mistero che comporta una ricerca di approfondimento senza limiti. E' un fatto storico che deve essere accettato in tutta la sua infinita portata: e i valori determinati sono i tremendi valori di Dio, i misteriosi valori umani e il loro rapporto, realizzato, ottenuto, incarnato, fatto carne e vita umana, in una Persona che si chiama Gesù.
La vita del cristiano - tutto il suo vero, essenziale problema d'esistenza - è tutta e unicamente per questa ricerca di comprensione, è quasi per un rendersi conto «sensibile», una autentica e precisa esperienza, di questo Mistero. Noi siamo al mondo per far toccare con mano, per quanto possibile alle condizioni di conoscenza attraverso la Fede, che veramente «il Verbo si è fatto carne e è venuto ad abitare fra noi».
La Chiesa è questo dare esperienza, questo comunicare certezza, questa offerta viva e vivente di Lui agli uomini, di tutto il Mistero di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, per la Gloria di Dio, per la salvezza del mondo.
Il Suo nascere storico, fra gli uomini, è di un giorno lontano - e lo rammemoriamo vivendolo in tutta la sua commovente misteriosità ogni 25 dicembre. Ma la Sua nascita mistica, quella per cui è vivente nel fluire dei secoli, nel mutare incessante delle generazioni umane, è dì ogni giorno e è dal grembo sempre vergine della Chiesa per opera di Spirito Santo.
La Chiesa genera al mondo, in ogni tempo e secondo tutta la novità d'esistenza propria di ogni tempo, il Mistero di Gesù, ottenendo un Natale sempre nuovo, così come è aspettato e desiderato, veramente sempre «nella pienezza dei tempi».
Sentiamo così questo Natale: questo Natale, nascita di Cristo, nel nostro tempo, in questo anno della nostra età.
La Chiesa ha raccolto il suo grembo fecondo, a poco a poco si è andato colmando di tutto un Mistero - seno misteriosamente gonfio di tutto l'infinito Amore di Dio nel Suo rivelarsi e donarsi all'umanità in crescita incessante di bisogno di Lui.
Il Concilio Ecumenico segna sicuramente il tempo di questa nuova nascita nel nascere senza soste di Cristo fra gli uomini. E' un Natale nuovo quest'anno per un entrare ancora di più nel Mistero di Cristo nel mondo.
E' certo che nulla si aggiunge al primo Natale nella Grotta di Betlem. Però sempre più sicuramente deve farsi nel mondo più consapevole il bisogno, l'esigenza di Lui, cresce la capacità di accoglienza del Figlio di Dio fra gli Uomini. Non può non moltiplicarsi lo sforzo per stabilire condizioni sempre più favorevoli al Suo «abitare fra noi». E quindi la meravigliosa ricerca della Chiesa di presentarlo al mondo sempre più come risposta alle attese, come esaudimento all'infinito bisogno, come sempre più perfetta soluzione al terribile dramma umano.
E' di qui la raccolta da parte della Chiesa, riunita in Concilio Ecumenico, di tutto il problema umano, da ogni angolo della terra, da ogni situazione d'esistenza, da ogni popolo, per stabilire tutta la capacità possibile perchè il rapporto fra il Mistero di Gesù e l'esistenza umana, così come è andata maturandosi fino a questo momento della storia, sia d'incarnazione, sia di presenza vivente: da parte dell'umanità di più ancora che duemila anni fa.
Commuove e è motivo d'infinita gioia quella angosciata e sofferta ricerca che i Padri Conciliari stanno facendo.
Sentiamo raccolta e vissuta da tutta la Chiesa l'ansia affaticata di una Fede in cerca continua di un rapporto alla terribile realtà quotidiana dell'esistenza. E' quella stessa pena che ci soffoca ogni mattina all'inizio di un nuovo giorno. E' un po' forse anche di quella paura che non ci basti il coraggio di rimanere vivi cristianamente in questo mondo che è quello che è. E' certamente il desiderio di tutta la Cristianità che Gesù Cristo sia vivente, che viva accanto a noi, che abiti dentro la nostra casa, nel clima di questo nostro tempo.
Perchè il dramma spesso è terribile: la verità è quella che è e non può essere cambiata ed adattata. E' certo. Non sono i tempi che determinano e creano la Verità. La Verità è unica e indipendente dal fluttuare del tempo e delle cose e degli uomini. D'accordo. Però nemmeno possiamo cambiare i tempi che sono quelli che sono, né possiamo - e nemmeno lo vorremmo se ci fosse possibile - fermare la storia, arrestare il cammino della umanità. Non possiamo non prendere l'esistenza umana così com'è nel nostro tempo. Si fa presto a respingere qui, a condannare là, a scomunicare a destra e a sinistra. Le amputazioni risolvono certamente le cancrene, ma rimane un troncone senza gambe e senza braccia.
E se nel corso della storia, per particolari contingenze (e Dio solo quanto i cristiani cattolici sono stati responsabili del maturarsi di queste contingenze) si è reso necessario il dividere e l'abbandonare al «braccio secolare» o all'abisso della perdizione, non vuol dire che queste spaventose necessità, che questi terribili doveri, diventino norma, sistema ormai consacrato, si che ci si ricorra come all'unica cosa da fare.
C'è il Mistero dell'Incarnazione che non lo consente perchè insegna che Dio si è fatto Uomo, fra tutti gli uomini e per tutti gli uomini. Ha preso sopra si sé, fino a esserne un'unica realtà, tutta l'esistenza umana. Tutta. Compresa la maledizione. E fino alla Croce.
C'è qualcosa da fare per Amore della Verità. Per difenderla e affermarla. C'è molto da fare per salvare i valori umani (da quelli più sul piano della natura, fino alla anima e ai destini eterni) prima di avere paura, piuttosto che sentire soltanto odore di zolfo, invece che vedere tutto marcio, anziché scoprire soltanto nemici e pericolo dovunque.... che spesso par d'essere sempre al tempo della caccia alle streghe.
Il Concilio ci sembra che voglia dirci - è così chiaro ormai questo linguaggio e così aperta questa testimonianza - che è tempo di pensare alla salvezza dell'umanità intera e che quindi è doveroso - semplice dovere di Amore cristiano - essere capaci di scoprire e di accogliere ogni ricerca di Dio, ogni onesta e sincera voglia di Verità, tutto il bisogno (anche quello non fatto di sospiroso pietismo) di redenzione.
Il Mistero della Grazia che insegue il mondo da millenni, con una tenacia e una pazienza propria unicamente di Dio, non può essere legato a scuole teologiche, né chiuso a doppia mandata dentro schemi a prova di bomba.
Chi sta costruendo pietra su pietra il Regno di Dio nella storia dell'umanità, matura i tempi e uomini - sia pure spesso, perchè Gli è reso inevitabile, anche attraverso dolore, sangue e flagelli - perchè la Sua misteriosa e meravigliosa costruzione vada avanti fino al compimento. E, nonostante tutto e tutti, compie il lavoro con adorabile, totale libertà veramente degna di Dio.
Ogni tempo porta con sé sicuramente maturazioni preziose del Regno di Dio. E' dovere guardare alle novità con Amore e fiducia e forse con un vero senso del sacro. Non è faciloneria, né superficialità e tanto meno dabbenaggine.
E' assai meno pigrizia della sicurezza del disprezzare, dello scartare, del condannare, del buttare a mare.
Dare un calcio è assai più facile e risolve meglio che dare una mano o più ancora un abbraccio. E' un colpo e tutto è finito, diversamente invece è una storia che comincia e non si sa quando finirà e quali conseguenze e rischi comporterà.
Si fa assai prima a considerare gli altri nemici, perchè è terribilmente meno impegnativo che considerare i fratelli.
Bisogna tornare al Mistero del Natale. Ma non al Gesù Bambino, statuetta di gesso dipinto fra le trine e le candele, il «Tu scendi dalle stelle» e il panettone. Bisogna rifarci alla nascita del Figlio di Dio fra gli uomini perchè tutti gli uomini - tutti gli uomini - potessero esserGli fratelli di carne e sangue. Perchè si è fatto uno di loro - e loro tutti - fino ai limiti estremi del possibile solo al Suo infinito Amore.
Il Concilio Ecumenico ci dona un Natale di Cristo ancora più secondo la Verità del Suo Mistero e questo attraverso valori maturati nel nostro tempo e coraggiosamente scoperti e raccolti.
Almeno così sembra a noi.
La Redazione
in La Voce dei Poveri: La VdP dicembre 1962, Dicembre 1962
Luigi Sonnenfeld
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