Nella Chiesa vi è un posto per «l'opinione pubblica»; e questo è stato dichiarato esplicitamente e autorevolmente dal papa Pio XII. Non possiamo né vogliamo togliervi questo diritto. La Chiesa non rifuggirà dalla luce della verità obbiettiva, storica, anche se essa è meno piacevole. Ma che la vostra critica sia egualmente competente. Soprattutto nelle questioni strettamente legate al dominio della fede, che le ha attentamente esaminate può avanzare una critica giustificata senza correre il rischio di commettere pericolosi errori.
La critica cattolica non è mossa unicamente dall'amore della verità; è mossa ancora dalla coscienza della responsabilità e dalla persuasione che la scoperta della verità è sempre una conquista difficile, in cui nessuno può temerariamente fare appello a una sorta di «scienza infusa». La scoperta della verità richiede una fatica competente. E inoltre solo la carità fa della verità una luce. Che la vostra critica dunque si distingua non soltanto per la competenza, ma ancora sia priva di fiele e di risentimento, e priva di quel tono spregiudicato che proviene da un sentimento d'inferiorità. La critica cattolica è espressione di un amore vero per la Chiesa. La critica cattolica non conosce l'arroganza, ma invece la sollecitudine per la Chiesa, e addirittura si accompagna a una certa tristezza cristiana. La critica cattolica, diritto e dovere dei fedeli, è espressione di quell'amore che mostra le colpe della propria Madre soltanto con rispetto; di quell'amore che cerca, con tatto e con delicatezza cristiana, i mezzi adatti e le possibilità di far conoscere le proprie considerazioni ed osservazioni filiali; di quell'amore, infine, che non distrugge l'obbedienza della fede in se stessi e negli altri.
(Lettera Pastorale dell'Episcopato Olandese)
in La Voce dei Poveri: La VdP ottobre 1962, Ottobre 1962
Luigi Sonnenfeld
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