Amore alla Chiesa

L'Amore alla Chiesa fra i poveri e gli operai, fra la semplice gente del popolo, è più vivo di quello che si possa pensare.
Ma è un amore che va capito bene, perchè altrimenti può sembrare tutt'altro che Amore.
Fra il popolo vi è un appassionato attaccamento al Vangelo e un rispetto profondo per Gesù Cristo. La Chiesa non possono tollerare che sia qualcosa di diverso, non possono sopportare che gli uomini di Chiesa che propongono il Vangelo e parlano di Gesù Cristo non ne siano testimonianza viva e fedele.
Ho sempre pensato che questa intolleranza e insopportazione, e quindi questa assoluta esigenza, siano Amore vero verso la Chiesa.
Da noi - in larghi strati del nostro popolo, compreso il mondo operaio - non vi è dell'indifferenza, della noncuranza verso la Chiesa e le cose della Chiesa. La nostra gente - è ancora qualcosa di miracoloso - non ha una mentalità complementare «liberata» dal problema religioso. Non ignora tranquillamente la Chiesa. Non vi passa al largo come se ormai non esistesse. E la Chiesa e il problema religioso e cristiano non è ancora chiuso in se stesso, ormai staccato e lontano dal cuore e dalla sensibilità popolare.
Al fondo vi è dell'Amore verso la Chiesa e dell'Amore autentico, veramente sentito e sofferto.
Può darsi che di questo Amore non ce ne accorgiamo perchè molto stupidamente pensiamo che Amore sia il baciare la mano, un grande scappellarsi in riverenze, un favorire privilegi, il non fiatare mai, altro che per dire sissignore. Abbiamo creduto troppo che Amore alla Chiesa sia l'essere iscritto a tutte le Associazioni e Pie unioni della parrocchia, l'andare in processione, essere sempre contenti di tutto e contribuire generosamente al buon esito di tutte le iniziative.
E' tanto facile scambiare la piaggeria per obbedienza, l'adulazione per rispetto e l'insincerità per devozione: e giudicare Amore alla Chiesa un vago, vuoto, superficiale sentimentalismo religioso determinato, il più delle volte, da tendenze naturali e inclinazione di carattere, che da visione chiara e aperta delle cose e da una scelta sincera e coraggiosa.
Mentre con facilità veramente impressionante, con una leggerezza irresponsabile, viene da respingere come un eretico chi azzarda qualche osservazione, diventa un luterano chi si permette qualche critica e è sicuramente un comunista sfegatato chi arriva a permettersi qualche risentimento.
Perchè si parte con una stupida sicumera che tutto quello che può essere detto non secondo noi è sicuramente sbagliato e tutto ciò che è contro di noi è per malafede, per anti-religione, per malvagità d'animo per sfacciato comunismo.
E anche ammettendo che in parte possa essere giusto un giudizio del genere, rimane però vero che anche chi è su questa via di perdizione ha diritto al nostro Amore e quindi ha diritto a essere preso in considerazione, ascoltato e benvoluto.
Ma non può accadere che in tutto quello che viene detto e che giudichiamo con serena disinvoltura come contro di noi, vi possa essere qualcosa di vero?
Non può darsi che molto del risentimento anticlericale sia determinato anche dalle nostre mentalità e dal nostro comportamento, assai più che dalla malvagità atea, anarchica e comunista degli altri?
E non potrebbe darsi - cose che succedono in questo strano mondo in cui lo Spirito Santo è sicuramente libero e non ipotecato a nessuno e a niente - che sotto la scorza rude di un'apparenza risentita e anche violenta, vi siano angosce segrete e spinte appassionate d'Amore?
Questo nostro popolo vuole ancora bene alla Chiesa e ai suoi preti. Soltanto che spesso vuole bene sul serio. E quindi ama di un Amore esigente, quasi geloso.
E' come un innamorato a cuore aperto, questo povero popolo, e chiede, non può non pretendere, una fedeltà assoluta.
Ho imparato a scoprire Amore di quello vero in quella pretesa che la gente ha che io sia povero e semplice, aperto a tutti. E' Amore volermi assolutamente soltanto dalla parte dì Dio, espressione viva della Sua libertà e della Sua Giustizia. E' un bene appassionato a me e alla Chiesa aspettarsi una testimonianza chiara e scoperta, sicura e coraggiosa che questa vita è soltanto attesa e che il Paradiso soltanto è vera felicità.
E' Amore pretendere che la mia vita e tutta la Chiesa sia una smentita pratica e concreta che i quattrini sono valore tanto importante, che le ricchezze sono una potenza, che la politica è un interesse.
E' Amore a me, vero e profondo, e insieme è Amore a Gesù Cristo e al Vangelo esigere una perfetta identità fino al punto da poter vedere il Vangelo e Gesù Cristo con i propri occhi e toccarlo con le proprie mani.
Ho ascoltato tante critiche, e spesso tanto dolorose e pesanti, sempre però al fondo vi ho scoperto una scintilla di Amore, perchè vi ho visto tanta sofferenza e spesso perfino dell'angoscia perchè le cose erano così, andavano avanti così, mentre sarebbe stato meraviglioso se tutto fosse stato come, del resto, è scritto e come insegnato che dovrebbe essere.
Ho imparato a conoscere il Vangelo e Gesù Cristo, fra questo popolo, più che sui libri d'esegesi, fra questa gente criticona e sempre scontenta, pretenziosa e perfino arrogante: ma che ascolto sempre con umiltà e dolcezza, perchè le loro esigenze anche spietate le hanno scoperte sul Vangelo che io insegno loro e ogni diritto nei miei confronti è stato loro concesso da Gesù Cristo che io vado dicendo di rappresentare.
Non possono esser contenti di me. Hanno ragione di lamentarsi e di criticarmi. E sono tante le cose di cui possono essere scontenti anche nei confronti della Chiesa nella sua realtà umana.
E' giusto che pretendano anche l'impossibile. E' Amore metterci davanti spietatamente il problema delle nostre responsabilità. E è loro diritto chiederci tutto.
Può darsi che perfino nel perseguitarci e ucciderci vi sia qualcosa di un misterioso Amore?
Prego perchè il Concilio sappia ascoltare queste esigenze, raccolga queste pretese, non respinga certa critica, sappia considerare e dare giusto peso a tanto anticlericalismo, scoprendovi non odio, risentimento, malevolenza ecc., ma serio e profondo, anche se misterioso, Amore.
Così coi fratelli separati, così col mondo mussulmano e con quello pagano.
Perchè è venuto il tempo di scoprire e di raccogliere tutta la Verità, dovunque essa sia.
E il Concilio consacrerà solennemente questo dovere della Chiesa e della cristianità perché nel mondo vi sia chi ha la forza e il coraggio di amare la Verità, dovunque essa sia e da qualsiasi parte essa venga.



Un Prete


in La Voce dei Poveri: La VdP settembre 1962, Settembre 1962

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