Sono i fedeli più poveri, perchè di nessuna importanza dal punto di vista umano, che Ti pregano.
Tu ci hai chiamato "pecore" e lo siamo veramente e forse assai più per le somiglianze poco simpatiche che per le qualità veramente pregevoli e positive di questi dolci e docili animali. Ma Tu ne hai fatto «gregge» di noi e hai voluto esserne il Pastore: è molto bello essere pecore di un gregge di cui Tu sei il Pastore.
Ora Ti preghiamo per chi visibilmente hai voluto al Tuo posto dentro il Tuo gregge, a guida di noi tue pecore.
Vogliamo loro bene perchè vogliamo bene a Te.
Crediamo in loro perchè crediamo in Te.
E li riconosciamo alla voce quando ci chiamano per nome e obbediamo docilmente perchè in loro vediamo Te.
Sappiamo che portano nel cuore l'angoscia della nostra salvezza e di quella del mondo. Non sono pastori tranquilli, buoni soltanto a mungere il latte, tosarci al tempo della buona stagione e raccogliere gli agnelli quando i prati sono in fiore e quando le foglie cadono gialle al vento d'autunno.
Sono come Te, pastori veri che conoscono il gregge e mettono la vita di contro per salvarlo dai lupi. No, Tu Io sai e noi pure lo sappiamo, non fuggono il pericolo e la fatica e la preoccupazione.
Li vediamo in alto sul poggio a scrutare l'orizzonte per prevedere la tempesta. E tendono l'orecchio per ascoltare dentro il vento l'ululato dei lupi. E cercano, cercano con Amore e con ansia, il prato dall'erba fresca e salutare e il ruscello con l'acqua che scorre limpida tra i sassi e il muschio tenero e profumato.
Benedici, o buon Pastore, il loro viaggio in cerca di pascoli nuovi.
Colma di sapienza il loro ragionare e discutere intorno alle cose del gregge.
Gonfia il loro cuore di Amore come le vallate di fiori a primavera e i fiumi allo scongelarsi della neve.
Hanno bisogno di sole: accendilo splendente di Luce dentro un cielo senza nuvole. E che non li colga la notte e il buio dello sconforto e della stanchezza, come sempre tutti gli uomini coglie in questo faticoso camminare sulla terra.
E se qualcosa di penombra e di buio sarà inevitabile, fai brillare le stelle, quelle splendide delle notti d'estate, all'addiaccio sulle montagne.
Noi intanto staremo quieti, sereni e fiduciosi
Possiamo serenamente sperare, perchè ci sono loro, i nostri Pastori, a vegliare con veglia premurosa e attenta, tenendo i fuochi accesi, perchè le anime siano pronte.
Ti preghiamo di insegnare loro a fidarsi di noi, perchè possano andare in cerca delle pecore perdute: è il tempo di farlo, perchè anche noi ormai ci ha colto il desiderio della salvezza di tutti. E ci stringe il cuore di pena chi è solo nella foresta, fra le spine e i rovi, senza pascolo e senz'acqua, preda di fame e di sete e quindi dei lupi.
Buon Pastore, raccogli intorno a Te ogni Pastore. Ti vediamo fra loro, il primo di loro, sempre, ma specialmente adesso che Tu li hai chiamati a riunione intorno a Te.
Le pecore pregano che Tu dia loro il Tuo Cuore, perchè sia il loro il Tuo Amore: è di qui che può cominciare la speranza che finalmente il mondo sia un unico ovile, l'umanità tutto un unico gregge perchè vi è un solo Pastore.
(Cfr. Vangelo di S. Giov., Cap. 10, 1-16)
in La Voce dei Poveri: La VdP settembre 1962, Settembre 1962
Luigi Sonnenfeld
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