"Ora, in mezzo a voi, Io sono come colui che serve" (Lc. 22,27).
Veramente da quando Gesù è venuto e è nel mondo, fra gli uomini, qualcosa di nuovo è nell'umanità. Un qualcosa evidentemente che non vuol dire poco, cioè non molte cose e tanto meno non considerazione intera, aperta e totale del Mistero dell'Incarnazione in tutta la sua vastità di valori infiniti, perchè - e lo crediamo fermamente - l'umanità ha avuto in Gesù e attraverso Lui veramente tutto.
Ma «qualcosa» per notare, mettere in evidenza una realtà, scoprire una novità, mettere in luce una caratteristica essenziale. E' doverosa questa ricerca amorosa e adorante di conoscenza del Cristianesimo, anche se il conoscerlo apre e comporta sempre più terribili doveri di risposta pratica e concreta.
Da dopo Gesù e a seguito di Lui, gli uomini di buona volontà - ma la prospettiva sta davanti a tutta l'umanità come realtà nuova universale e sempre più agita la storia in ricerche affannose e tormentate di rapporti più veri e più giusti di convivenza - gli uomini di buona volontà hanno scoperto, fino a farne motivo religioso essenziale, la realtà misteriosa quanto si vuole, ma concreta e quasi visibile, di una concatenazione degli uomini gli uni con gli altri. Dipendenze, rapporti vicendevoli. In fondo, a pensarci bene, l'io e il tu quasi non esistono da quanto sono condizionati e determinati per il noi.
La misteriosa tendenza all'unione, il bisogno, la spinta a cercare un'altra mano, qualcuno che completi. Fino al punto che la solitudine - vuoto di rapporti - è non esistere, è deserto senza speranza nemmeno di un filo d'erba.
Disgraziatamente - e qui il peccato si manifesta in tutta la sua spaventosa e impazzita idolatria di se stessi - raccogliamo questa tendenza e questo bisogno in modo egoistico e riduciamo tutto: Dio, gli altri, le cose, il mondo, la vita, i valori, a nostro servizio farneticando, in questo gran manicomio che è il mondo, che la propria completezza si possa ottenere ingurgitando più che sia possibile, spolpando tutto fino all'osso, rubando ogni cosa, frodando la giustizia del dare a ciascuno il suo, approfittandoci di tutti...
Gli altri al nostro servizio. E' il povero tentativo umano - e la storia è tutto un pianto, un oceano di lacrime e di sangue - di rimediare alla propria solitudine, di cercare un completamento, di tentare una sazietà per spengere una sete e una fame infinita.
Forzature, costrizioni, violenze, la prepotenza, la sopraffazione, lo schiacciare, sfruttando e opprimendo il povero prossimo perchè serva, perchè sia a servizio, perchè si presti, perchè consenta, perchè si lasci succhiare e spremere, perchè si lasci mangiare da egoismi mostruosi, orrendi.
A volte viene da vergognarsi di essere uomini.
Ma è così. Siamo troppo capaci di chiudere il cuore perchè siamo troppo convinti di avere illimitati diritti sugli altri. Ci facciamo con facilità troppe ragioni e si è tranquilli che la nostra tranquillità sia pagata da tanta sofferenza altrui. Ma così è il mondo, così sono gli uomini, così è la vita. E continuiamo imperterriti a farci centro del mondo, punto di convergenza, valore assoluto... con te, con lui, con lei, in casa, sul lavoro, nell'azienda, nella scuola, in chiesa, in politica, nel partito, al governo, fra i popoli. E' lo stesso istinto e l'identica maledizione che ci mangia l'anima e trabocca il mondo d'angoscia.
Gesù, il Cristianesimo. Questo «qualcosa» di particolare, di nuovo che da dopo Gesù è fra gli uomini è rovesciamento radicale di rapporti.
Così, semplicemente: i cristiani sono a servizio del prossimo. I servitori di tutti. A disposizione di tutte le cose. Pronti e disponibili a qualsiasi richiesta. Aperti. Capaci di accoglienza. Fino a raccogliere in se stessi tutti e ogni valore. E non per se stessi, ma per loro, perchè possano arrivare a essere di Dio. Perchè Dio solo è il punto di arrivo, di convergenza, l'assoluto.
E questo servire non è eroismo, non è eccezionalità, qualcosa di trascendentale: è semplicemente e umilmente Amore perchè è sicuramente Verità. Il primo è stato Lui, Gesù.
E' bellissimo, adorabile scoprire Dio a servizio degli uomini, dell'umanità. E' un umile servitore dell'umanità Gesù. E' nato e vissuto povero per poter servire. E' morto nudo sulla croce forse anche per servire con i suoi vestiti al gioco dei dadi dei suoi crocifissori. I miracoli li ha compiuti per servire le nostre disgrazie e il nostro bisogno di motivi di Fede che Dio è tutto.
E le sue parole per servire la nostra povera ricerca della Verità. Il suo abitare nella nostra casa per servire il nostro cuore, abisso incolmabile. Il suo Sangue per spengere il fuoco acceso del nostro inferno. Il suo corpo per saziare la nostra fame insaziabile...
E tutto Dio fatto Uomo per servire al nostro dovere essenziale di Gloria a Dio, di conoscenza di Lui, di Amore per Lui, di Adorazione di Lui. Gesù: raccolta di tutto il destino dell'umanità in se stessa e nei suoi rapporti con Dio, in offerta perfetta, in attuazione totale, nel Mistero della Sua Persona divina, per servire il nostro dovere e potere essere di Dio.
Gesù vuol dire questo servizio misterioso e infinito per l'umanità.
Il Cristianesimo ne è la semplice, serena, fedele continuità nel tempo e in ogni angolo, per ciascun uomo e per tutta l'umanità.
La Chiesa è l'organizzazione perfetta di questo servizio. Ne è la garanzia di presenza, ne è l'offerta viva e vivente. Ne ha tutta la Grazia e la potenza e i mezzi necessari per realizzarlo questo servizio in ordine a qualsiasi esigenza e richiesta.
I cristiani sono gli umili servitori disseminati lungo la strada dove l'umanità trascina ogni giorno la sua faticosa e dolorosa storia.
Accanto ai fratelli: stanchi come tutti ma sempre in cammino. Pronti a prendere una mano in cerca di coraggio. Aperti a offrire Amore a ogni cuore, come la sorgente la sua acqua per ogni assetato. Chi chiede l'indicazione della strada la può sempre trovare. Chi ha bisogno di riposo e di qualcuno che lo attenda, basta che lo chieda. A un certo punto vi sarà anche chi prende sulle spalle qualcuno troppo stanco, con i piedi gonfi e sciupati.
Non sarà chiesto niente. Nessun prezzo, nessuna ricompensa. La gratitudine sì, perchè questa è Amore e sarà sempre riferita a Colui dal quale ogni dono proviene.
Non è virtù, non è nemmeno santità, non si può parlare nemmeno di meriti, è semplicemente continuare ciò che un giorno è stato iniziato, è quel povero servizio, nascosto e segreto, fatto più di cuore che di attività, che ha cominciato a essere prestato con infinito Amore e infinita pazienza da Chi l'ha compiuto fino alla Croce. In fondo è andare dietro a Lui e fare qualcosa insieme a Lui perchè Lui è veramente accanto a ciascun uomo e dentro l'umanità intera, a servire la redenzione, la salvezza, la pace, la gioia, il Paradiso di tutti.
Io la sento nel mondo e la vedo questa invisibile Presenza. Oggi camminava sull'acqua del mare, sotto un cielo splendido d'azzurro e colmato di sole, a servire quella bellezza rendendola sacra, divina. E stamani ha servito fedelmente, obbedendo alle mie parole, a me e a tutta quella gente in Chiesa, offrendosi alla nostra ricerca, al nostro bisogno di Dio, noi così spaventosamente indegni e lontani da Lui. E ha servito, personalmente, col suo Corpo e il suo Sangue, vivi, viventi sull'altare e poi nella nostra carne e nell'anima nostra a nutrimento, a cibo e bevanda. E ora è qui vicino, appena di là da questa stanza, chiuso, come dentro una pietra, a servire la mia solitudine e quella di tutti, a servire silenziosamente l'umanità come il lievito nascosto nella farina, come il seme sotto la zolla del campo, come l'aria che si respira, come il mistero di vita che ci batte nel cuore.
Vorrei servire come Lui. E' molto bello essere povero servitore di tutti. Null'altro che questo. Senza diritti, ormai senza pretese. Niente importanza. Nemmeno validità e considerazioni. Semplice servitore. Disponibile. Aperto. Sereno. Accogliente. Dolcemente obbediente. Uno che dice sempre e soltanto sì.
E' non avere personalità? E' avere rinunciato a ogni diritto? E' essere diventati zero? Vuol dire farsi camminare sulla pancia da tutti e permettere anche ai mascalzoni di approfittarsene?
No, fratelli, è soltanto Amore. E' semplice e cordiale bontà. E' la vera e unica soluzione di rapporti. E' essere uomini vivi, veri, semplicemente e onestamente desiderosi di Verità e di Giustizia.
E' semplicemente cercare di essere cristiani, seguaci di Lui e i Suoi ideali non sono sogni, possono sembrare pazzie alla cosiddetta saggezza umana, ma soltanto perchè sono troppo unicamente Pensiero di Dio.
Sono tuo servitore, fratello o sorella. Ti prego di avere pazienza quando non riesco a esserlo, ma ti assicuro che vorrei essere soltanto un tuo umile e semplice servitore.
Perchè servire a te so bene che è servire a tutti. Tu mi sei l'universo. E ogni rapporto d'Amore con te si allarga si espande e vuol dire Amore per tutti. Perfino Amore di umile e dolce servitore di tutte le cose, di ogni valore, di tutto ciò che esiste.
Perchè vorrei servire anche l'erba del prato qui accanto, le onde del mare, che cercano di venire a riposarsi sulla spiaggia lì vicina, quel cane che abbaia lontano alla luna, le stelle che a quest'ora splendono lassù nel cielo... Umile servitore dell'universo, voce del silenzio del mondo, lode di Gloria a Dio a nome di tutto ciò che esiste.
Le nostre parole servono questo dialogo fra gli uomini e Dio, fra le cose e Dio. Forse siamo soltanto questo loro misterioso parlarsi. Il nostro corpo è confluenza di ogni realtà creata e le nostre anime sono aperte a tutta la ricerca di Dio.
Ci angoscia questa umanità perchè la stiamo servendo. Ci pesa sulle spalle e specialmente sul cuore il destino di uno e dell'altro e di tutti perchè ne abbiamo accettato la responsabilità.
Non siamo più liberi ormai, oppure forse siamo troppo liberi dal momento che abbiamo accettato di servire. Di essere soltanto poveri e semplici servitori di tutto e di tutti.
Il cuore però è più aperto. L'anima è come quella di un bimbo. Il mondo è bellissimo. Gli uomini in fondo sono buoni e sembra quasi che non esista altro che la Bontà. In fondo è della Bontà che siamo i servitori perchè è di Dio che siamo a servizio.
Domani, quando verrà a bussare alla porta, a qualsiasi ora, che ci possa trovare svegli e in piedi, dietro l'uscio appena socchiuso, ad attenderlo, pronti ad aprire a Lui che viene, perchè sempre fedelmente in attesa: quest'attesa che è il nostro Amore, di poveri, umili, semplici servitori (Lc. 12,35-38).
don Sirio
in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1962, Luglio 1962
Luigi Sonnenfeld
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