Servire l'Amore

L'amore de! prossimo si esprime e si realizza in molti modi. L'Amore è libertà e non può rimanere legato, formalizzato, fossilizzato in schemi stabiliti e consacrati dall'uso: è iniziativa personale, è risposta aperta e generosa, è visione serena, è donazione illimitata.
Il giorno, o il momento, In cui l'Amore perde questo respiro di totale apertura e dì libertà di scelta, è qualcosa d'inerte, di morto, di inutile. E' materialità, meccanismo, abitudine, istintività. Non è più valore umano, non sarà forse più sofferenza, ma nemmeno vera gioia. Non dirà nulla agli altri e specialmente non interesserà affatto Dio. Lui, il cui Amore è infinito, inesauribile, sempre nuovo, perennemente attivo.
Discorso serio per noi così faciloni a pensare e a dire: l'Amore è questo, la Carità è quest'altra, come se l'interessamento per il prossimo fosse come il treno che rotola soltanto sul binario della strada ferrata.
Gli schemi fissi, ormai tradizionali. Se il rapporto col prossimo non rientra in questi schemi, nulla da fare. Oppure, fatta passare l'acqua da questi tubi ormai fissati, è adempiuto ogni dovere, anche se chi è un centimetro più in là rimane a morire di sete.
La Carità cristiana ha invece come tormento, come ansia fondamentale, la ricerca di moltiplicare i modi e i mezzi d'Amore. Di stabilito - è da Volontà di Dio - vi e soltanto il comandamento, il dovere dell'Amore fraterno: ma poi quest'Amore sarà violenza, prepotenza, pressione terribile in cerca di comunicarsi, di donarsi, di esprimersi e tutto andrà bene e tutto sarà buono purché «porti» Amore, dica Amore, arricchisca di Amore.
E abbiamo imparato fino alla Fede che anche la Croce è Amore. Così l'Eucaristia. Così la Chiesa... C'è qualcosa che Dio non abbia raccolto per farne motivo e mezzo di Amore per gli uomini?
Soltanto il nostro cuore manca di fantasia, d'immaginazione, d'iniziativa. Pochi centesimi all'accattone. Due spiccioli al sagrestano in chiesa. Un vestito smesso al povero. Quattro sospiri sul morto di cancro o per incidente stradale. Lamenti di prammatica sul mondaccio immorale, marcio e scandaloso. Chiuso. Ogni dovere col prossimo (esclusi i parenti stretti, al massimo) è finito.
E non pensiamo che sono queste mentalità (e questo far così in pratica) che rendono ridicola, penosa, stupidità, la Carità Cristiana, il comandamento dell'Amore. Se così fosse, Dio ci avrebbe comandato di essere dei formalisti, dei falsi, dei superficiali.
No, fratelli, l'Amore secondo Gesù Cristo «è dar la vita per la persona che deve essere amata» e quindi comporta una ricerca d'impegno che ottenga totalmente noi stessi, che raccolga dal più profondo del nostro esistere come uomini e come cristiani, ogni nostra ricchezza per comunicarla, metterla a disposizione, offrirla a chi ha bisogno di noi.
L'Amore è servire il prossimo. E' uno stato dì servizio permanente e attivo in ordine a ogni bisogno del prossimo. L'Amore cristiano è servire la Verità, la Giustizia, la Bontà. E' servire la sofferenza, la debolezza, la povertà. E' servire ogni valore con impegno dì redenzione e di salvezza. E' servire al destino di ognuno e dì tutti nella sua attuazione perchè i motivi essenziali dell'esistere siano compiuti e tutto arrivi al suo compimento.
Perchè l'Amore è servire la convergenza di ogni uomo e di tutta l'umanità in Dio, in modo che l'Amore sia unicamente e totalmente Amare Dio. Perchè solo Dio è Amore.
Dunque l'Amore è un servire. Non è discorso semplice e facile. Anche perchè, prima di tutto, per poter capire bene e accettare che le cose siano così, bisogna superare e lasciare indietro, fino a dimenticarlo completamente, il nostro duro e ostinato egoismo. Perchè l'Amore è una assurdità, un contro senso, un sacrilegio quando serve soltanto al nostro egoismo. Questo ritorno sopra di noi di ciò che di più prezioso e valido abbiamo, fino a esserne soggetto e oggetto, è idolatria di se stessi, è bruciare incenso davanti alla propria statua, è immolare vittime (e tutto diventa povera vittima sgozzata e macellata e incenerita) davanti al proprio idolo.
E questo, oltre a tutto, a pensarci bene, è anche ridicolo, penoso, miserabile, stupido.
Ma poi un altro passo bisogna fare se accettiamo che l'Amore sia servire. E' necessario che l'Amore non serva l'egoismo degli altri.
Altro discorso difficile e complicato assai più di quello che non sembri. E forse perchè quasi sempre servire l'egoismo altrui è servizio indiretto, mediato, del proprio egoismo, ma lasciamo andare.
Sta il fatto che l'Amore fraterno, cristiano non deve servire l'egoismo di nessuno. Occorre fare attenzione allora, perchè l'Amore assolutamente non vuol dire schiavitù e nemmeno annullamento di se stessi per omaggio al prossimo, chiunque esso sia. Non è amare il prossimo permettere che si gonfi e diventi tutto lui per la nostra sparizione. Non siamo destinati a essere sgabello ai piedi di nessuno dei nostri simili.
Nemmeno dobbiamo consentire di essere considerati proprietà privata. Il cartello di riserva di caccia e di pesca fa brutto effetto anche sulla sponda di uno stagno o sul limitare di un bosco. Perchè di padroni ve n'è uno solo perchè è Padrone ugualmente di tutti e per diritto essenziale. Troppa gente si sente mangia tutti per colpa di tanta dabbenaggine. Arrivano a credersi chissà cosa a forza di essere oggetto di untuoso servilismo, per eccessività di ossequio, di omaggio. La riverenza spesso è servizio all'egoismo, il rispetto è soltanto adulazione, l'obbedienza è passività, la venerazione è religiosità sentimentale...
E mettiamo il prossimo - questo nostro povero prossimo «dotato», «privilegiato», ricco, potente, importante ecc. - in tentazione di egoismi sopraffini, veramente raffinati, come quelli degli aristocratici di una volta. L'Amore vero, chiaro, aperto, generoso non mette mai nemmeno in tentazione. Non può che essere fiamma accesa capace d'incenerire ogni spuntare d'egoismo, è come luce che, dove si accende, il buio non può essere.
L'Amore del prossimo è sincerità di rapporti, è considerazione e apprezzamento per motivi fondamentali, è collaborazione aperta, è obbedienza attiva. L'Amore del prossimo è ricerca insieme della Verità. E' aiutare te e farmi aiutare da te a cercare la giustizia. Perchè io ho bisogno di te e tu di me perchè nasca l'Amore nel mondo e fruttifichi grazia e felicità.
Siamo tutti per servire l'Amore, ugualmente tutti inizio, motivi, occasione, termine di Amore.
E tutto l'Amore di cui sono capace con l'aiuto di Dio, perchè tu non sia senza Amore. E tutto il tuo Mistero d'Amore perchè nemmeno a me manchi. Perchè dipendiamo nell'infinito problema dell'Amore uno all'altro, come nel mistero della vita. Così Dio ha stabilito: e è a seguito di questa Sua Volontà che ci ha legati così essenzialmente gli uni agli altri, che ci ha comandato di amarci. Perchè se non ci amiamo fra noi, l'Amore ci mancherà e saremo senza aria, senza sangue, senza vita, popolo di morti, gente senza senso, smarriti nel vuoto.
Sono troppe le mattine in cui per colpa mia, per colpa tua, il sole non si alza e il buio rimane a far tenebra fonda la terra, e il freddo a raggelare questo povero mondo.
Ogni altra luce è artificiale e fa un po' di schiarore penoso lì intorno, più in là però il buio è più fitto e la paura più opprimente.
Siamo nati a servire l'Amore.
L'Amore in Se stesso, Dio, si è comunicato. E' stelle e fili d'erba. E' formica e energia nucleare. E' un bambino. Una donna. Un uomo. Un vecchio. E' un popolo. E' umanità intera. Sono io. Sei tu.
E' una foglia che cade. Ogni passo. E' la storia.
Tutto è quest'Amore in continua, incessante comunicazione. E è in quest'Amore che è nato, vissuto e morto Dio fatto Uomo, Gesù. Per servire quest'Amore.
La mia vita, la nostra vita, è il nostro turno di questo misterioso servizio. Il Cristianesimo ne è la scoperta e l'indicazione del modo più perfetto. E ne è la forza segreta.
E' proprio giusto che nell'ultimo giorno, come dice il Vangelo, gli uomini tutti siano giudicati sull'Amore.


La Redazione


in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1962, Luglio 1962

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