Capita spesso, per circostanze che ci hanno particolarmente sensibilizzato, di trovarci a lasciare andare il cuore e la sua immaginazione (conoscete la meravigliosa fantasia del cuore?) in un mondo, non fatto di nuvole dorate e di prati in fiore svolazzati di farfalle, ma semplicemente in un mondo libero dalle prudenze umane, dalla saggezza dei benpensanti, dalle regole del buon senso, dai limiti ormai consacrati dalla mentalità corrente. Dove tutto ciò che è bene, bontà, Amore, può sentirsi in piena e serena libertà.
Allora le cose perdono la loro complicazione e appariscono come stelle che si possano prendere con le mani perchè tutto è semplice e facile. Mi viene in mente Gesù che diceva tranquillamente di montagne da spostare, invitava a camminare sull'acqua e parlava del Suo Corpo e del Suo Sangue dato in cibo e bevanda. Questo adorabile mondo di Fede che spesso mi viene da sentirlo come un meraviglioso mondo di sogno.
Allora mi sono lasciato andare alla fantasia del cuore.
Era come entrare attraverso un piccolo cancello di legno grezzo: pareva costruito da bambini. Il sentiero di pietre orlato d'erba verde conduceva al piccolo villaggio.
E' un po' difficile descriverlo. Nove piccole case, disposte in cerchio, ma divise una dall'altra e convergenti quasi per raggi invisibili al centro del prato erboso. Lì, una minuscola Chiesa, sfaccettata in risposta alle nove piccole case. Veniva da camminare in punta di piedi come nelle novelle dove tutto è fragile e può sciuparsi anche soltanto a guardare, come i funghi sotto le foglie del bosco.
Una delle nove piccole case. Il soggiorno al piano terreno con due lati dell'esagono e vetrata rivolta verso il centro. Un divano, e due o tre sedie con un tavolo da persone adulte. Piccoli sgabelli e minuscoli tavoli per bambini. Giocattoli in un angolo e libri illustrati. Tanta luce e un clima caldo di famiglia. Una minuscola cucina come se fosse per un gioco. Le scale e si sale di sopra. Le camerette per i bambini, semplici come un nido, e la camera per la mamma e ancora la grande vetrata dell'esagono aperta verso il centro, dove la minuscola chiesa risponde a ogni piccola casa con la sua vetrata.
Questo villaggio di sogno è abitato. Ma gli abitanti non sono fate e piccoli gnomi.
La storia degli uomini, almeno degli uomini buoni, è guidata dall'Amore e spesso succede che chi ha ricevuto tanto Amore s'incontri con chi ne è tanto povero. Allora, se si apre il cuore e si lascia andare libero l'Amore, chi è povero diventa ricco d'Amore e chi lo ha donato ne ha ancora di più, gli cresce nel cuore ad ogni dono, perchè donare l'Amore vuol dire colmarsene sempre più fino alla misura infinita.
Difficile sarà dove trovare di deporre il proprio tesoro d'Amore e difficile sarà da dove trovare di poter ricevere l'Amore.
Ma il sogno continua seguendo fedelmente l'immaginazione libera e aperta del cuore.
In ogni piccola casa abita una donna. Una donna come tutte le altre, dal grembo pronto e capace di figli, ma specialmente dal cuore pronto, capace d'Amore. Qualcosa di lei - le vie sulle quali cammina il destino di ciascuno sono tutte tracciate - qualcosa di lei è rimasto infruttuoso: chi può dire di aver potuto far fruttificare interamente se stesso? Ma l'Amore è ugualmente cresciuto, perchè l'Amore è tutto di noi, è cresciuto e non può non essere albero colmato di fiori e di frutti.
E poi ciò che gli uomini sono soltanto capaci di rubare, e quindi d'impoverire, Dio invece moltiplica all'infinito in sovrabbondanze incontenibili. Di qui la ricerca, il bisogno estremo, forse, qualche volta, fino al dramma terribile di una solitudine impossibile o di un ripiegamento assurdo sopra se stessi. Ma il cuore spinge spesso a forzature violente perchè si apra e lasci andare la luce e il fuoco che lo trabocca. Però ha bisogno non del vuoto, o dell'inutile, o di povera illusione, ma di oggetti chiari, precisi, scelti e totalmente accettati, ai quali donarsi.
E ogni «mamma» lavora perchè è col suo guadagno che mantiene i suoi bambini, perchè un bambino che non ha chi fatica per il suo mantenimento è un bambino senza Amore: non crescono bene i bambini se non costano sudore e lacrime. E questi bambini sono bambini che nemmeno sono nati per Amore.
Concepiti senza essere cercati, mal sopportati in un seno che non li ha voluti, nati soltanto per essere abbandonati. Nessuno più di loro è senza Amore e nessuno più di loro ha diritto all'Amore, all'Amore di una mamma, all'Amore di una casa.
Due, tre, quattro, cinque... sono cresciuti di numero quasi ogni anno. Perchè il più piccolo abbia fratelli più grandi e i più grandi abbiano una sorellina più piccola.
E la piccola, minuscola Chiesa al centro del prato erboso unisce le nove piccole case: è facile volersi bene quando un unico ideale unisce, aiutarsi quando la fatica è la stessa, essere una cosa sola quando il vincolo di unione è motivo essenziale di vita.
Le. difficoltà, i problemi, gli inconvenienti, le complicazioni... sì, tante cose certamente: ma perchè non lasciamo che sia il cuore a comandare? Perchè pensiamo che sia impossibile sognare?
E al mattino una piccola automobile parte allegra di tutti i bambini sgusciati fuori dalle nove piccole case: vanno agli asili d'infanzia i più piccoli, alle scuole i più grandi. E le nove mamme vanno a lavorare, a lavorare per loro, per quei piccoli figli rinati dal loro immenso Amore.
d. S.
in La Voce dei Poveri: La VdP aprile 1962, Aprile 1962
Luigi Sonnenfeld
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