I poveri hanno sempre ragione?

Se raccogliendo la domanda dovessimo rispondere positivamente, commetteremmo senza alcun dubbio, ingiustizia verso chi non è povero. Però rimane vero che i poveri sono assai più vicini alla ragione ed alla verità che non i ricchi. Non lo diciamo noi, naturalmente, ma ne lasciamo la responsabilità e l'autorità al Vangelo di Gesù. Almeno tre volte il Signore insiste sulla incompatibilità tra la legge di Mammona e quella di Dio. Ognuno conosce il celebre paragone della cruna dell'ago del cammello, eppure pochi sono edotti sul senso vero e reale delle parole del Salvatore che non ha voluto affatto riferirsi ad una difficoltà, pur grande che sia, ma ad una autentica impossibilità, rimettendo solo la possibilità alla onnipotenza del Creatore.
Eppure, oggi come ieri, e più certamente domani, i ricchi ed i gaudenti sono arrivati al punto da far passare candidamente il cammello dalla cruna dell'ago, ricorrendo ad una infinità di sottigliezze degne del Talmud dei Rabbini.
Gesù è certamente morto sulla croce per tutti gli uomini, nessuno escluso, però è anche vero che non c'è possibilità di eterna salvezza per chi non applica la Sua Divina Dottrina, ed il detentore della ricchezza oltre misura, solo perchè la legge degli uomini la consente e la difende, è molto lontano dall'applicarla, così come ne è assai distante chi si serve in soprappiù di cose ed oggetti di piacere, maggiormente se apportatori di scandalo e di disordine interiore, con la sola scusante della civiltà e del progresso invadente.
Ci si dirà: allora dovremmo ritornare indietro con il tempo, torturandosi con cilicio e soffrendo per ogni privazione? No certamente, perchè ogni cosa bella, buona e grande viene da Dio, ma solamente uniformarci alla Sua Legge santa e sapere cogliere il senso, la verità e la portata delle Sue parole, senza arrivare ad intristire o peggio a ridicolizzare il Suo Vangelo.
Il povero è ben lontano da tutto ciò ed ha perfettamente ragione quando afferma di essere più vicino degli altri alla legge del Signore.
Nel mondo moderno la ricchezza, il piacere personale, il soddisfacimento delle passioni è una realtà viva, una specie di corsa al premio. Il grave è che in questa brutta corsa verso Mammona tanti, troppi sono ormai i partecipanti con o senza titoli onorifici, con o senza cariche pubbliche importanti ed indipendentemente dalla foggia e dal colore dell'abito.
L'importante è partire, e partire bene, ed arrivare al traguardo tra i primi, in ogni caso entro il tempo massimo consentito. E tutto ciò perché credenti ed atei - abbiamo perduto la misura delle proporzioni, il valore ed il peso della morale e del buon costume; siamo arrivati ad un grado cosi elevato di buon senso, da capovolgere addirittura il pensiero di Gesù senza avvertire il male e la gravità dell'atto che si commette.
In questo quadro così paganeggiante, sono beati veramente i Poveri che non hanno la possibilità di entrare nell'agone per disputare la maratona; essi avranno la possibilità di cimentarsi, su altra strada, per ben altra corsa, lasciando agli altri, agli arrivisti, ai non mai contenti e soddisfatti, ai dritti del secolo, ai disprezzatori della povertà, ai costruttori sulla sabbia, il traguardo inutile e dannoso di Mammona.





Ferrari Luciano


in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1962, Gennaio 1962

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