Cose che capitano

- E' sconcertante - commentava l'altro giorno l'amico S.
- Anche nella nostra Viareggio, così ordinata, così pulita...
L'amico S. è un giovane molto distinto: ha una punta di erre moscia e due occhi chiari che sembrano divertirsi notevolmente a guardare il mondo; quando parla, il ronzio delle erre tornisce e lucida le parole, trascelte e allineate con un garbo di cui poche emozioni sembrano in grado di avere ragione.
- Così, anche nella nostra Viareggio... - e lo stupore non proprio divertito per le cose poco pulite e poco ordinate che non mancano di capitare si esprime con elegante sobrietà nei puntini di sospensione, evitando all'amico S. il ricorso a quelle aggettivazioni pesanti e a quei piagnucolosi
luoghi comuni che io stesso ho accuratamente depennato dalla prima stesura di questo scritto per minor tedio del lettore cortese.
* * *
C'è un piccolo uomo nel porto, che ha una barchetta piccola come lui; non ha altro al mondo, e, sia materialmente che in senso lato, ci vive su.
Un brutto giorno l'omino porta al competente ufficio il libretto di navigazione per il rinnovo, poi torna a ritirarlo: c'è sopra un altro nome.
Un errore, nient'altro che un banale errore: ma per il piccolo uomo che dorme su una barca, ciò che un ufficio scrive su un documento è qualcosa di ineluttabile come ì libri del destino; e il tragicomico dramma dell'omino che non è più padrone della barca su cui dorme perchè non sa trattare con gli impiegati del competente ufficio va avanti per mesi. Andrebbe avanti all'infinito se non intervenisse un volenteroso di modi spicci, a far da guida negli inferni della carta bollata al meschinello Orfeo senza lira.
* * *
E che dire della vecchietta che reclama da anni e anni la pensione per il figlio disperso? Non può averla, forse non l'avrà mai, perchè in un altro ufficio il foglio matricolare è andato disperso come l'intestatario, il nominativo non risulta.
Un povero morto senza tomba ha perduto il suo loculo anche negli squallidi ossari della burocrazia.
* * *
In compenso, ci sono dei vivi di troppo: due gemellini figli di nessuno, hanno oggi due anni e mezzo e letteralmente non si sa cosa farne; probabilmente saranno esportati in America, dove è più probabile che qualcuno li adotti, ma per il momento il tale Istituto li ha dimessi, il talaltro non può accettarli.
Ferrei regolamenti, leggi precise: e i gemellini nati per sbaglio in virtù di una legge più vecchia di tutte, sono lì, e nessuno li vuole.
* * *
Sono questi alcuni rosei esempi, fra i meno imbarazzanti a metter su carta, delle cose che capitano. Capitano dappertutto, e capitano a Viareggio, in una città così linda e ordinata che non si direbbe: e in pacifici cittadini molto distinti suscitano meraviglie dalla erre moscia e dagli occhi chiari.




Franco Lenzi


in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1962, Gennaio 1962

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