Rientra negli obbiettivi che il Gruppo Giovanile di Impegno Sociale vuole raggiungere anche quello di realizzare una base comune d'intesa fra i suoi componenti. L'intesa riguarda, naturalmente, le idee generali che ispirano l'azione di tutti; l'intesa si realizza soprattutto con una franca discussione dei problemi.
Il primo argomento di "fondo" che abbiamo trattato riguarda la giustizia, la carità ed i rapporti che intercorrono fra questi due concetti.
Noi desideriamo estendere questo dibattito chiarificatore a quante più persone è possibile, perché anche questo "smuovere le acque" rientra nei nostri obiettivi.
Questa è la ragione per cui pubblichiamo questi riassunti. Le nostre discussioni non hanno naturalmente alcuna pretesa di rigore scientifico e di elevatezza accademica: ma appunto perché sono ragionamenti fatti da persone di cultura e di personalità comune, noi crediamo in un certo loro generale interesse.
Il dibattito è condotto in forma completamente libera, che diventa spesso anarchica e caotica, ma, contro ogni apparenza, ha un effettivo valore cementante nel gruppo, e l'indiscutibile vantaggio di uno scambio d'idee.
I PARTE: Giustizia.
La giustizia si può definire operativamente come "il dover dare a ciascuno il suo". Naturalmente bisogna chiarire che cosa si intenda per "suo" di ciascuno. Su questo argomento si sono avute nei secoli opinioni molto diverse, ma si può notare, nella storia, un processo che tende a livellare, da un punto di vista teorico, i diritti degli uomini. Sono di poco meno di due secoli fa le prime dichiarazioni dei diritti dell'uomo. Siamo d'accordo che esse sono rimaste, spesso, e per lungo tempo, senza efficacia, ma rappresentavano almeno delle solide pietre di paragone, dei punti di partenza per un'azione futura. E' fondamentale notare come in quelle dichiarazioni si parli di "uomo" in generale e non di uomo borghese o nobile, bianco o nero, biondo o no. E' per questo che noi le giudichiamo buone e che ci associamo completamente ad esse, nel loro spirito.
Vediamo invece che nell'attuazione pratica che si è tentata di una qualche giustizia nel mondo e in questi due ultimi secoli, siamo andati incontro a ingiustizie enormi. Basti ad esempio pensare a quei movimenti che sono riusciti addirittura ad eliminare le pur forti differenze di classe in seno ad un popolo, al solo scopo di mettere quel popolo o quella razza al di sopra degli altri popoli e delle altre razze: due casi tra i tanti: nazisti in Europa, bianchi nel Sud Africa.
E' emerso dal dibattito un fatto fondamentale: questo, cioè, che gli uomini sono effettivamente diversi, una volta che noi li guardiamo uno ad uno, popolo per popolo, razza per razza, ma che appaiono effettivamente tali, e diversi da noi, soprattutto quando il nostro scopo è quello di usarli come mezzi, di sfruttarli per raggiungere i nostri fini. E' questa la lente deformante dell'egoismo, che, sul piano individuale, o su quello delle classi o delle nazioni, ha portato a tanti disastri.
Poiché è evidente che gli uomini sono egoisti e che ciascuno di noi pone il suo io al di sopra degli altri, è chiaro che, se vogliamo parlare di giustizia, dobbiamo escludere ogni criterio soggettivo nel "dare a ciascuno il suo" per realizzarla.
Esiste anche una soggettività di classe ed esiste anche una soggettività di popolo o di razza. Esempi: le grosse pene che si fanno scontare ai ladri sono evidentemente giuste dal punto di vista dei proprietari; i salari bassi sono giusti per i padroni; le leggi contro i negri sono giuste dal punto di vista di quei bianchi di quel paese. In questo modo non si realizza la giustizia. E allora è chiaro che ai diritti dell'uomo bisogna trovare delle basi che non sono nell'uomo, ma al di fuori e al di sopra di lui. E' necessario insomma, se vogliamo dare valore universale ai nostri concetti, che li fondiamo su una base oggettiva e immutabile. Alcuni di noi l'hanno chiamata «diritto universale», alcuni «legge naturale», alcuni «buon senso», altri l'hanno chiamata «Dio».
Mirco Tavosanis
in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1962, Gennaio 1962
Luigi Sonnenfeld
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