L'esperienza, cioè la conoscenza, matura in noi a poco a poco, del nostro vivere e di quello degli altri, porta inevitabilmente a delle scelte. Modi di pensare, di sentire, punti di vista, mentalità. Di qui, in modo consapevole o no, le scelte pratiche di vita, d'impostazione d'esistenza. A non essere contenti di essere rimorchiati o portati dalla corrente, volendo tentare di costruire una esistenza dove vi sia molto di se stessi per essere poi «veri» e realmente "vivi" è necessario e doveroso fare qualcosa.
Bisogna mettersi in una condizione d'impegno. Bisogna raccogliere delle responsabilità. Bisogna dare qualcosa di se stessi.
1) - La ricerca di idee è fondamentale. Bisogna avere una ricchezza di pensiero.
Nel frattempo bisogna lavorare al chiarimento delle nostre idee. I confronti e le preferenze non possono e non devono mai essere disprezzo e non devono operare insofferenze e intolleranze. La scelta non può che essere onestà e coerenza, quindi rispetto di se stesso e rispetto degli altri, anch'essi in diritto alla libertà delle loro scelte.
E' un grosso lavoro da fare questa formazione di noi stessi, questo allargare la conoscenza aprendola a tutto per ritorni di arricchimento vitale: base sicura per un impegno serio d'esistenza.
2) - Poi la luce va tenuta scoperta e in alto perché illumini tutta la casa. Bisogna avere la speranza di poter aiutare a scoprire valori da noi scoperti, arrivare là dove noi crediamo che è dovere arrivare. Diffondere un'inquietudine è quasi sempre fare opera di pace vera. Sensibilizzare
a problemi, aiutando superamenti egoistici, è realizzare Amore fraterno. Mettere sotto gli occhi situazioni di sofferenza, di ingiustizia, è sollecitare comprensione; smuovendo durezze, incrinando difese si ottengono aperture... E' il tempo dei discorsi nuovi senza falsa riga e tanto meno imparaticci. Molto meglio idee eccessive ed estreme che stabilità fredda e chiusa anche se tradizionalmente sicura. Oggi, al nostro tempo, chi non cammina sull'orlo e non rischia qualcosa, non è più sicuro nemmeno a letto, fra le lenzuola.
Questa pericolosità di morire per troppo quietismo e troppa pace, bisogna gridarla in tutti i modi. E suscitare inquietudini, scontentezze, nausee di se stessi e di un sacco di cose che fanno comodamente da materasso di gommapiuma a tanto sporco egoismo.
Che sia fatica inutile, in vista di certi risultati, può darsi. Sarà sempre però un onesto cercare e un serio impegnarsi in autentici problemi d'esistenza.
3) - Logicamente poi bisogna scendere sulla piazza. E mescolarsi fra la folla. Vi sono situazioni umane che vanno scoperte e raccolte con Amore.
E spesso un'ingiustizia patita è sofferenza più grave della fame. Un diritto che non riesce ad affermarsi. Una voce che non trova chi l'ascolti, spesso comporta cocenti ribellioni forzatamente inghiottite. Di bocconi amari vive tanta povera gente e si disseta a lacrime di umiliazione. Sarebbe veramente stupendo mettersi dalla parte dei poveri e gridare insieme a loro. Accanto all'ingiustizia e caricarsela tutta nel cuore. Contro le prepotenze, l'affarismo, lo sfruttamento, in rottura aperta e totale.
Presenza in questo mondo in obbedienza fedele e serena ad un ideale raccolto nel proprio cuore, diventato carne e sangue e anima ed immensa speranza.
Potrebbe essere un programma.
Gruppo Giovanile d'impegno Sociale
in La Voce dei Poveri: La VdP gennaio 1962, Gennaio 1962
Luigi Sonnenfeld
e-mail
tel: 058446455