I misteri del tempo

E' finito un anno. E mi sembra che il tempo sempre più sia cosa seria, anzi problema terribile. Ogni istante è come un qualcosa di prezioso tenuto sulla mano. Ne sento il misterioso valore e vorrei viverlo con intensità infinita. Mi sembra che contenga una eternità e vi è dentro il misterioso e infinito valore della conoscenza e dell'amore di Dio. Un rapporto di contemplazione. Una realtà di Presenza che vorrei raccogliere senza che se ne perdesse assolutamente nulla.
Non so a volte cosa mi passa nell'anima. E' qualcosa alla quale il corpo stesso partecipa e vive. Investe tutto il mondo, raccoglie l'universo intero e è felicità intima, nascosta eppure universale, piena, totale forse fatta di nulla eppure colmata di tutto. Spesso ne ho quasi paura perchè non sono ben sicuro della natura e della verità di questa penetrazione di me stesso in tutte le cose di questo essere tutto in me, cosa sia, me stesso e mistero di partecipazione realizzato nell'aperta e totale Presenza di Dio: è in Lui che tutto l'Amore (questa realtà misteriosa e meravigliosa di comunione universale) si attua e si ottiene. Fino al punto che ho quasi paura che sia misteriosa e strana e pazza sentimentalità, frutto di buona salute, d'incoscienza serena, di desideri e esigenze ormai appagabili su questo piano di sensibilità acutizzata da apertura poetica o panteistica.
Non so e credo che non riuscirò mai a chiarire con sicurezza.
Sta il fatto che mi ci abbandono interamente e totalmente. Forse provoco perfino le occasioni per questo abbandono totale, per questa offerta a disposizione di un filo d'erba, del mare e dell'azzurro del cielo, di una donna, di un bambino, della vicenda umana, del mistero di tutto e di tutti i problemi dell'esistenza... Vedo le cose, più assai che con gli occhi, con una visione tutta di conoscenza dell'essenziale, del nascosto, dell'intimo mistero. Si stabiliscono rapporti tra realtà distanti eppure vicinissime separate soltanto dalle apparenze, divise soltanto dal visibile. Vi è un terreno comune, vi sono punti d'incontro, abbracci segreti, conoscenze immediate: basta raccogliere, aprire le mani e specialmente il cuore. Basta vivere aperti, pronti e consentire che ogni cosa entri liberamente e entrata trovi subito, con semplicità e dolcezza, il proprio rapporto, come una mano tesa o le braccia aperte.
Ho cercato di realizzare nell'anima mia, nel mio corpo, nel mio cuore questa capacità di accoglienza, questo essere pronto ad ogni cosa che si presenta e che entra in rapporto con me. Ho cercato di togliere via ogni difficoltà o impedimento. Anche il più piccolo velo. Ogni distanza. Ogni separazione. Ho tanto desiderato che ogni cosa, ogni problema trovi la rispondenza immediata, ciò che può stabilire «comunione», comprensione, intesa, partecipazione e quindi AMORE. Che tutto, assolutamente tutto possa trovare Amore.
Allora problemi: sono inevitabili. Superamento di posizioni. Abolizione di difese. Accettazione di ogni rischio. Adattarsi all'insicurezza. Angoscia d'incertezze. Terrore dei senza limiti. Solitudine di mentalità e deserto di situazioni. E logorio del cuore. E la sofferenza del sempre è troppo poco.
Lasciare che comandi l'Amore. Desiderare e contentarsi di essere solo Amore. E' povertà terribile. E' perdere ogni diritto. E' rischiare di essere meno che nulla. E' rimanere vuoti, scavati fin nella radice dell'esistere. Perchè a un certo punto il proprio io è un altro: Dio, Gesù Cristo, tu, voi, loro, tutti e ogni pietra, ogni albero, un istante, l'universo, l'eternità... tutto.
Tutto questo problema di modo d'esistenza e questa ricerca di soluzione non so se mi è nato nella carne e nel sangue e non so se è perchè io sono fatto così e tanto meno se affiora in me, viene nella mia superficie salendo su dal mistero terribile dell'esistenza umana, dai secoli della sua storia e dalla esperienza del mio tempo: non so perchè e per come tutto è così. Penso spesso che possa perfino essere manifestazione lussureggiante di una giungla nascosta di una misteriosa terra inesplorata, rimasta ignorata perchè non scoperta e che esplode la sua ricchezza e violenza incontenibile in misteriose maniere. Non so. Un fiume sotterraneo fatto sorgente in qualsiasi punto della montagna. O violenza di fuoco che deve pur trovare un cratere per liberarsi. Non lo so proprio.
Mi sembra però che Dio abbia portato tutto questo problema a misure infinite. La Fede in Lui e la conoscenza di Lui ha dato realtà di una concretezza meravigliosa a tutta questa misteriosità che mi travolge. E l'amore per Gesù ha precisato, ha definito, ha dato senso e valore e verità in misure universali. Lui sento e credo e amo veramente come Chi ha vissuto interamente e totalmente la misura di libertà piena e perfetta. Tutta la Verità ciò che io appena appena intravedo e sogno. Lui ha avuto l'infinita potenza di Amore di raccogliere tutto nel Suo Cuore, nell'Anima Sua e farne la ragion d'essere della Sua Vita. Lui sintesi perfetta di tutto il divino e l'umano, punto d'incontro, di convergenza assolute.
E ogni cosa ha trovato totale e perfetta risposta nel Suo Cuore. Tutto Lui ha accolto e tutto in Lui ha trovato comunione.
L'essere cristiano mi mette in questa verità. Mi dà quest'unica ragion d'essere. Questo dovere di consacrazione. Mi sento a disposizione di tutto e di tutti. Pronto. Ho soltanto paura di non essere pronto a morire come io so che dovrei morire. Ma lo voglio tanto. Ora è l'unica cosa che desidero. E capisco come e quanto sarebbe necessario morire «uccisi». Ma sarà sempre morire uccisi, in qualunque modo si muoia. Perchè dev'essere «qualcosa», che uccide: qualcosa di questo mondo, di questo universo che si è amato così tanto fino a consegnargli la propria vita e abbandonargliela perchè ce la prenda come meglio gli piace e ne usi secondo tutti i suoi diritti, in esecuzione perfetta, in realizzazione totale del Mistero di amore di Dio.


don Sirio


in La Voce dei Poveri: La VdP dicembre 1961, Dicembre 1961

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