Buon Dio, nel momento della conquista, mi era dolce sentire che, a mano a mano che sviluppavo me stesso, cresceva pure la presa che Tu avevi su di me mi era ancora più dolce, assecondando lo slancio interiore della vita o nel gioco fortunoso degli avvenimenti, abbandonarmi alla Tua Provvidenza.
Fa' che, dopo avere scoperto la gioia di utilizzare ogni crescita per farti o lasciarti ingrandire in me, io mi accosti senza turbamento alla fase ultima di questa comunione, durante la quale io Ti possederò, diminuendomi in Te.
Dopo averti conosciuto come Colui che è «un più me stesso», quando giungerà la mia ora, fa' che
io Ti riconosca dietro le apparenze di ogni forza estranea o nemica che sembrerà volermi di
struggere o soppiantarmi.
Allorché sul mio corpo (e molto più nel mio spirito) l'usura del tempo comincerà a lasciare le sue indelebili tracce quando dal di fuori cadrà su di me o dal di dentro nascerà in me il male che indebolisce e vince nell'istante doloroso in cui mi renderò conto improvvisamente che sono malato, che divento vecchio, in quel momento estremo soprattutto in cui sentirò che io sfuggo a me stesso, assolutamente passivo nelle mani delle grandi forze che mi hanno formato: in tutte queste ore cupe, donami, Gran Dio, di comprendere che sei Tu (perchè la mia fede sia ancora sufficientemente grande), che dolorosamente disperdi tutte le fibre del mio essere fino a penetrare nel midollo della mia sostanza, per vincermi e inserirmi in Te.
Sì; più il male nel fondo della mia carne, aderisce ed è incurabile, tanto più può essere Tu da cui io
rifuggo, come da un principio amoroso, attivo; di purificazione e di distacco. Quanto più l'avvenire si apre davanti a me come una voragine vertiginosa o un trapasso oscuro, tanto più, se mi affido alla Tua parola, posso rasserenarmi per la fiducia di perdermi o inabissarmi in Te: assimilarmi al Tuo corpo, Gesù.
O Potenza del mio Signore, Forza irresistibile e vivente; poiché, tra noi due, Tu sei infinitamente
il più forte, tocca a Te a bruciarmi in quell'unione che ci dovrà fondere insieme.
Donami perciò qualcosa per me più prezioso di quella grazia che implorano i tuoi fedeli. Non mi basta morire ed entrare in comunione con Te; insegnami ad entrare in comunione con Te e morire.
P. Pierre Teilhard de Chardin
in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1961, Novembre 1961
Luigi Sonnenfeld
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