Storia di due materassi

Una buona anziana Signora: avrei due materassi da dare ai poveri. Può darsi che qualcuno, poveretto, ne sia sprovvisto e potrebbero far comodo. Le lascio l'indirizzo. Mi farebbe la cortesia di far passare a prenderli in queste tali ore e prima della fine del mese.
D'accordo. Ritirati i materassi risultano semplicemente una porcheria: è preferibile che il poveretto che ne avrebbe bisogno continui a dormire sulla rete. Non rimane che la fatica di portarli al macero dei rifiuti.
E' sempre una carità anche liberare la casa d'una buona anziana signora da un ingombro. Però è triste constatare che può essere considerato Amore per i poveri il donar loro ciò che ormai è inservibile.
Non si può dire: questo non serve più a nulla quindi diamolo ai poveri. La carità deve costare, l'Amore ha un prezzo e bisogna pagarlo. E il dare deve essere un perdere qualcosa. In fondo è trasferimento di proprietà compiuto per dono, per offerta. E è necessario che qualcosa di nostro e meglio ancora di noi passi al prossimo. Per arricchire gli altri di qualcosa di nostra proprietà bisogna necessariamente impoverire noi, diventare più poveri se non altro perché abbiamo in meno quello che abbiamo dato e donato.
Se la Carità non c'impoverisce non è virtù cristiana in quanto non ottiene, non realizza in noi una Verità di Cristianesimo dato che la povertà, se non altro come ricerca, è essenziale al vero spirito cristiano. E se il nostro dono non è «segno» o almeno simbolo di Amore non è secondo la Verità cristiana.
Dare ciò che avanza alla nostra sazietà arrivata fino a traboccare, non è carità. E tanto meno è Amore offrire ciò che ormai dà noia, insopportabile, privo di interesse, roba da ingombro. L'Amore deve essere superamento dell'egoismo. Liberazione dalla propria grettezza. Rottura sul continuo ripiegamento sopra noi stessi, Allargamento di visione in orizzonti aperti. Accoglienza dei diritti degli altri e sensibilizzazione alle altrui esigenze. Considerazione e rispetto della dignità e del valore della persona del prossimo. Amore è stringere al cuore, caricarsi di pesi e camminare al passo con tutti. Amore è condividere ogni angoscia e sofferenza, partecipare a tutta la fatica, accomunarsi agli stessi destini. E' dare del cuore e dell'anima: quindi donare le nostre cose. Poveri materassi logorati dall'uso, chiazzati di sporco, maleodoranti di tutto. Non potevano significare Carità, non erano morbidi d'Amore. Non sarebbero riusciti a far riposare nessuno perché incapaci di dimostrare e dare certezza che qualcuno aveva pensato al tuo sonno non sereno e riposante su una rete rattoppata, coperta di stracci, povero vecchio stanco che dormi senza materasso. Non dicevano niente: soltanto la desolante tristezza di non servire più a nulla altro che ad essere dati ai poveri, ultima tappa obbligata, per troppa strana e offensiva carità, prima dell'immondezzaio.
Ho paura di pensare così. Ho lo spavento di agire così. E non solo coi miei fratelli poveri con scarpe ormai fuori moda e vestiti lisi e finiti. Non mi levo di bocca nulla, mai, forse. Né mi impedisco la gioia di un acquisto inutile. Né rimango impoverito da un'elemosina. Né lascio sprovvista la dispensa, E tanto meno sopporterei di avere meno sicuro il mio domani.
La mia carità fatta di superfluo, di roba ingombrante, di ciò che dà noia e non costa nulla e non ci sacrifica niente perché non c'è la sofferenza di un distacco, perché non c'è che la liberazione e alleggerimento dall'inutile.
La mia carità senza Amore, vuota di senso, forse soltanto buona a umiliare e intristire, capace di aggravare sui poveri il già gravissimo peso della povertà e della miseria. Ho paura di questa carità perché penso è così che amo anche Dio.
Poveri materassi offerti a Lui dopo che tutti vi hanno dormito e l'hanno sporcati e consunti. E ora non so che farmene e li dò al gran povero che è Dio. Avanzi di cuore e brandelli d'anima, ritagli di tempo e ciò che non serve più, non può essere usato ad altro, miseri rifiuti di questo e di quello, sconfitte ormai senza speranza. Dio amato solo con l'inutile, servito soltanto con ciò che non serve, seguito dove Lui non cammina, cercato dove Lui non può essere, abbondato di ciò che l'impoverisce sempre di più.
Religione a vuoto. Cristianesimo insulso.
Ho riguardato i due materassi gettati nel mucchio dei rifiuti e mi sembravano due morti raggomitolati. E tutto intorno deserto desolato. Allora ho provato come dello sgomento. E andandomene - era l'altra sera e cominciavano a calare le ombre lunghe e diacce dell'autunno - mi sembrava che quei due materassi continuassero a guardarmi, ma io non mi voltavo perché avevo paura a rivederli ancora.


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in La Voce dei Poveri: La VdP ottobre 1961, Ottobre 1961

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