Siamo pochi e forse vi è anche tutta un'apparenza di stranezza e quindi giustifìcatamente possiamo anche essere presi poco sul serio o considerati poveri esaltati o estremisti, o più benevolmente, utopisti ormai fissati in modo inguaribile.
C'è chi arriva fino a considerarci comunisti o "filo" e qui vi preghiamo di stare attenti anche perché - e sappiamo benissimo cos'è il comunismo, potete esserne certi - non ci sembra bene usare una parola che indica un prossimo per offenderne un altro.
D'altra parte se diciamo delle cose (o le scriviamo) in privato e in pubblico, che sicuramente sono la Verità cristiana perché copiate a lettera dalla Parola e dall'esempio di Gesù e insegnate dal Magistero della Chiesa e voi dite che sono discorsi comunisti o roba da «Unità», noi non sappiamo che farci. Non è certamente motivo sufficiente che noi non testimoniamo la Verità così come crediamo che sia la Verità di Dio, il fatto che - ma è cosa proprio preoccupante? - diciamo cose che qualche volta, dicono anche i comunisti.
E' un problema questo che impressiona assai ed è motivo di grave meditazione. Ti rendi conto cosa dici quando affermi che parlare dei poveri, mettere in evidenza problemi di giustizia, cercare d'insegnare che tutti siamo fratelli, non usare due pesi e due misure, riconoscere i diritti fondamentali di tutti e quindi non sopportare che tu affoghi nel benessere e quel poveraccio lì, che pure lavora ed è onesto, affoghi nella miseria, lui e la sua famiglia, che mal si sopporti che ci sia chi si arroga ogni diritto e chi abbia sempre e soltanto doveri ecc. ecc., sono discorsi comunisti e roba da estremismo pericoloso e sovvertitore?
Può darsi che noi siamo troppo dalla parte dei poveri (non sappiamo bene però qual'è la giusta misura dell'Amore cristiano e, abbia pazienza, non possiamo venirla a imparare da lei, caro signore), però sono così tanti ad essere dalla parte dei ricchi, che non ci viene affatto lo scrupolo che manchi loro qualcosa mancando noi.
E poi non è giusto che qualcuno sia dalla parte dei poveri senza riserve e condizioni? Anche perché per essere dalla parte dei poveri bisogna esservi in modo totale e continuo: diversamente non si riesce a rimanere loro fedeli. E' troppo scomodo e poi stancano terribilmente e se diamo loro un dito, prendono il braccio e poi tutto e ci mangiano vivi.
Si resiste soltanto lasciandoci coinvolgere, diventando poveri come loro: poveri materialmente e poveri di considerazione, d'importanza umana.
Del resto l'esempio e la parola di Gesù è lì, chiara e lampante, a darci ragione.
Torniamo al punto. Non è che chiediamo incoraggiamenti e approvazioni e nemmeno puntiamo a dei successi: non saremmo poveri sul serio se avessimo di queste intenzioni.
Però saremmo felici - e non solo per noi - se non fossimo infastiditi da giudizi ingiusti, da considerazioni interessate.
Le difficoltà di essere poveri e d'amare la povertà ai nostri giorni e in questo nostro mondo, non sono poche e di poca entità. Vi sono motivi di contrasto e di angoscia che arrivano fino a toccare il midollo dell'anima.
Aiutateci ad essere poveri, a vivere sereni nella povertà, a realizzare l'Amore fraterno nella povertà, a cercare Dio e ogni valore divino e umano nella povertà, a lavorare con coraggio nella povertà, ad essere felici nella povertà. La nostra povertà è povertà anche per voi che non siete poveri, ma se non amate e rispettate la nostra povertà e non aiutate i poveri ad essere serenamente poveri, voi rimarrete senza quel minimo di povertà indispensabile perché il Regno di Dio sia in voi.
E in questi nostri tempacci la responsabilità più grave che hanno i ricchi è che con la loro mentalità egoista e il loro modo di vita sfacciatamente lussuoso, mettono a disagio i poveri e sempre più screditano la povertà e la rendono disgrazia.
E oggi ad amare la povertà ci vuole realmente una gran Fede.
i cristiani poveri
in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1961, Luglio 1961
Luigi Sonnenfeld
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