Una povertà insopportabile

Una delle povertà capaci di ridurci veramente miserabili fino all'insopportazione vicendevole e forse anche dell'esistenza umana stessa, è l'essere così divisi, separati, addirittura diversi, come gente estranea, nemica.
E' triste, pesante, faticoso fino alla stanchezza che schiaccia, questo clima di ostilità nel quale dobbiamo vivere e respirare.
«Quest'aiuola che ci fa tanto feroci». Non può che essere maledetta questa terra con quei suoi valori materiali che offre, se scava abissi di divisione incolmabili, fra le anime, gli spiriti, le idee, i sentimenti e i destini umani.
Siamo così lontani gli uni dagli altri che a riflettervi anche per un solo momento, è angoscia tremenda.
E l'attaccamento al proprio tornaconto, al proprio interesse è violento, fino alla guerra aperta e a tutte le risorse, gli espedienti, i cavilli più raffinati: tutto va bene perché ormai il pensiero, le idee, la coscienza, la sistemazione di tutto è in relazione dell'affermarsi del proprio egoismo. E anche l'egoismo è impegnato unicamente nelle realtà materiali: si nutre soltanto di fogli da mille fagocitati in numero sempre crescente.
Capita spesso di parlare con le persone e di guardarle di là dal velo degli occhi, fin nel più profondo dell'anima, per tentare la gioia di scoprire l'idea pura, l'ideale vergine, l'onestà limpidissima della ricerca, la chiarezza delle intenzioni e specialmente l'immacolata libertà da ogni motivo personale, egoistico, materiale, terreno, banale...
La libera purezza di parlare soltanto per l'aperta ricerca della Verità: senza paura di pagare di persona, senza timore delle conseguenze. L'Amore candido e verginale alla giustizia per la considerazione onesta di ogni valore, nella serena disposizione e volontà di dare a ciascuno il suo, con dolcezza e normalità per sicurezza di cuore e limpidezza d'anima e bisogno essenziale.
L'immensa e purissima impressione di gioia di parlare aperti a tutto il problema umano, come arrivati sulla cima di montagna si guarda intorno fino al lontanissimo orizzonte, lasciandoci dolcemente sopraffare dall'immensità che ci sommerge.
Lo sconfinare della parola in spazi infiniti, lo smarrire la consapevolezza di se stessi, i limiti del particolare nella visione universale. Staccarsi dalla terra, sfangare i piedi dalla propria pozzanghera e levarsi alla ricerca di un cielo vero, sgombro di nuvole e di nebbie, e di una terra libera e vergine dove potere decorosamente abitare.
Ma siccome questi sono sogni, utopie, e siccome il mondo è quello che è e bisogna essere concreti, pratici, saggi e prudenti, allora facciamo come tutti o continuiamo sempre a fare come abbiamo fatto fin qui.
Accanto a una trincea o dirimpetto, ne scaviamo un'altra. Ad un egoismo spietato ne opponiamo un altro ancora più spietato. Alziamo le difese coscienziosamente e prudentemente.
E corazziamo le posizioni facendoci le idee adatte, le opportune mentalità. E allora l'ingiustizia si ammanta di legalità. L'egoismo si camuffa di difesa della civiltà. Tutto è una mascheratura orrenda e non ci si capisce più niente. Perché tutto è congegnato a bella posta perché il pane non sia più pane e il vino non sia più vino.
Ormai la Verità è pietra preziosa introvabile perché della vita diritta, chiara e sicura, per trovarla, ne è stato fatto un labirinto: forse è perché quell'ultimo illuso che ne è innamorato si stanchi di cercarla?
La responsabilità umana attualmente nei confronti della Verità e della Giustizia, è gravissima non soltanto perché non si cerca più e non si ama più la Verità e la Giustizia, - valori ormai troppo giudicati come pura perdita in rapporto al dio interesse - ma si intorbidano le acque e si ingarbugliano le cose perché ne venga la convinzione che la Verità e la Giustizia sono valori assurdi.
Dio sta scomparendo sempre più come presenza di valore e di rapporto fra gli uomini e allora anche ciò che è proprio unicamente di Dio perché valore totalmente legato e dipendente da Lui, come, nel caso, la Verità e la Giustizia, svanisce e la povertà - quella vera fatta di immiserimento di autentiche essenzialità per l'esistere umano - cresce: cresce come una marea inarrestabile, come un cattivo odore che tutto appesta, come una pazzia che si affaccia a portar via sempre più gli ultimi angoli di lucidità.
Ci stiamo aggrappando a tutto come disperati, come gente che affoga, ma tutto è naufragio quando si è in alto mare e la barca va a fondo. Non serve nemmeno gridare.
E basterebbe un po' d'onesto Amore alla Verità. Appena un'ombra di senso di Giustizia, cioè sentire il dovere di consentire che anche gli altri possano vivere e respirare. Basterebbe una briciola di libertà da tanta, troppa materialità.
E un po' di Dio fra noi e un po' di Gesù Cristo.
Almeno come quando di tra le nuvole, basse e pesanti, un colpo di vento fa uno squarcio di azzurro e un raggio di sole, limpido e schietto, ci fa battere gli occhi per troppa luce.
Diversamente è proprio tanto duro e faticoso vivere, cioè continuare a credere che l'Amore fra gli uomini non sia un assurdo.


Noi poveri


in La Voce dei Poveri: La VdP luglio 1961, Luglio 1961

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