Le nostre parole a Dio

Spogliami, Signore e lasciami nudo di ogni falsità ed inganno. Perché mi veda per quello che sono. Devo avere paura di me, orrore di me nella misura in cui sono illuso di apparenze vuote e di verniciature insulse, se cerco sinceramente la mia e la Tua Verità.
Spesso mi credo buono, Signore, anche se so che è orribile cosa e mi sento in diritto di guardare il cielo azzurro e di cogliere un fiore in questa splendide primavera, come se fossi puro abbastanza e non mi accorgo di rubare qualcosa che non mi appartiene e che non so meritare.
Non sono umile e povero come un mendicante alla porta in attesa che la signora si alzi. Mi pare ancora di essere qualcuno eppure so di avere sciupato enormi ricchezze a questo tragico gioco della vita e mi sono tutto mangiato e bevuto fino agli ultimi spiccioli e ora ho brandelli per vestiti e per speranza la Tua sola pietà.
O Signore salvami dallo spaventoso orgoglio di non avere bisogno di Te e dalla paura di consegnarmi una volta per sempre al Tuo Amore.
Vorrei tanto pensare meno a me accorgendomi sempre di più dell'esistenza degli altri e sarebbe una liberazione e un cominciare seriamente a vivere, ma mi costa fatica come alzarmi dal letto al mattino. E continuo a poltrire nella mia vergogna sognando beato che il mondo intero è il mio trono e le schiene degli uomini ne sono lo sgabello.
Perdonami, o Signore, l'orribile peccato d'idolatria che vado commettendo ad ogni istante: sono soltanto un povero pagano con una crocetta d'oro al collo.


* * *


in La Voce dei Poveri: La VdP aprile 1961, Aprile 1961

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