Discorsi che non si fanno fra noi
Se fra noi cattolici e uomini di Chiesa vi fosse l'uso di guardare in faccia le cose e dire la Verità senza riguardi, cioè senza paura di mancare di rispetto e di carità, mettendo al posto dei «colcos, sovcos» ecc. organizzazioni cattoliche, istituti e ordini religiosi, parrocchie ecc. e al posto di patate, grano, carne e latte: istituzione religiosa, testimonianza cristiana, onestà, carità, spirito fraterno ecc. e naturalmente al posto di comunismo, cristianesimo, il discorso di Kruscev del 23 febbraio u.s. sarebbe una gioia leggerlo in qualche pastorale o discorso di personalità ecclesiastica.
"Numerosi colcos, sovcos e interi distretti e regioni segnano il passo e persino retrocedono (nella produzione agricola: n.d.r.), mentre i dirigenti pronunciano tanti discorsi sul rapido avanzamento verso il comunismo. Quei discorsi non costano un soldo. E' necessaria una guerra risoluta contro la retorica irresponsabile... Non basta conoscere a memoria le formule di Marx, Engels e Lenin, è necessario saper coltivare patate e granoturco, produrre carni e latte... coloro che discutono su chi conosce meglio le formule combattono con spade di carta... i dirigenti incapaci devono essere sostituiti, i chiacchieroni irresponsabili devono fare fagotto... c'è da richiamare gli studenti e invitarli a studiare tutto da capo".
I nostri rammarichi
Cioè quelli del Vescovo di Pesaro nella sua lettera pastorale di questa quaresima: «Ci siamo lasciati sorprendere e travolgere tutti dagli avvenimenti. Invece di guidare siamo stati guidati. Basti ricordare il modo col quale sono stati applicati i decreti del S. Offizio, basti accennare all'apertura a sinistra. E' una Babele che stringe il cuore. La poca dottrina, la poca riflessione, la passione politica, l'aver preso a guida più il partito che la Chiesa, più questo o quell'uomo politico che la Sacra Gerarchia, ci ha condotti a questo: che ci siamo scoronati da noi. Non sono più i sacerdoti che insegnano ma i laici. Entrati nella vita pubblica con la qualifica dì cristiani, sostenuti dal favore e dai voti dei cattolici, si sono presto stancati di sostenere il gran peso del nome e della dignità del Cristianesimo... ».
«La mia coscienza come non fa diventare vera una verità accettandola, così non la distrugge negandola: però ha questo tremendo potere, che non può esserle stato concesso che da Dio: per entrare in me, per farsi mia verità, ci vuole il mio libero consenso... La verità non si perde: il mio rifiuto non la scalfisce. Essa è Verità senza il mio voto, come Dio è Dio anche se l'uomo lo nega. Non è quindi giusto parlare di sconfitta della Verità, la quale conosce vittorie ben più gloriose di quelle che pretendiamo assegnarle d'ufficio. La Verità ha le sue ore, le conosce e sa attendere: a differenza di qualche suo impaziente paladino, saper discernere, saper tacere, saper attendere sono doveri poco praticati...
La verità non è merce che svilisce, bisogna lasciarle il tempo di gettare le sue rodici nel cuore, poiché l'accoglierlo non é soltanto questione di sapere, L'essenziale è di Amare...
Primo Mazzolari
in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1961, Marzo 1961
Luigi Sonnenfeld
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