«Tu mi separi da me stessa
La mia anima tende ad abbandonarmi
Io mi perdo nella tua carità
Non son altro che un nulla che ama..
E' finita o reale la tua assenza
Forma della tua grazia o della mia morte?
Quando abbiamo ricevuto la tua Parola
Nella dolcezza del primo dono
Nella forza e nella gioia del cuore nuovo
Tu ci custodivi nella tua Pace
Tu misuravi su misura umana
La nostra parte del calice amaro
Noi abbiamo sofferto è vero
Nel corpo, nell'anima e nello spirito
Ed abbiamo conosciuto l'angoscia
Ma sempre abbiamo potuto situare la nostra sofferenza
E sapere che altrove la felicità esisteva...
Tutto ciò è abolito
Tutto ciò che fu avanti...
Dio d'Abramo, d'Isacco e di Giacobbe
Dio di verità e di bontà...
Lascia dunque che ti parli con la follia che afferra la mia anima...
O Croce che dividi il cuore
O Croce che spacchi il mondo
O Croce divina legno amaro
Prezzo sanguinoso delle Beatitudini...
Croce tenebrosa, patibolo di Dio
Stella dei Misteri, chiave della certezza...
Il Signore m'ha fatto entrare nel suo riposo
Ha fissato il mio cuore quasi con una lancia...
Lui che separa l'anima dallo spirito
Chiede la mia volontà e la mia vita
Vuole la mia distruzione e la mia morte...».,
Raissa Maritain
(Dalla rivista fiorentina «Testimonianze»)
in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1961, Marzo 1961
Luigi Sonnenfeld
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