Il Mistero di Gesù, e quindi in grazia e in forza di Lui, il Cristianesimo, compie nel mondo incessante azione di Amore. Offre e ottiene Amore là dove non sarebbe che vuoto, solitudine e morte.
Mi pare di capire sempre di più perché il Cristianesimo debba essere povertà, umiltà, semplicità di bambino, pazienza di innamorato, fede di sconfitto, morte di croce... perché raccolga le "pietre scartate", si rallegri che la sua verità «sia nascosta ai grandi e sapienti di questo mondo e sia rivelata ai piccoli», perché sia venuto perché "quelli che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi", perché proclami «beati i poveri, quelli che piangono e i perseguitati»...
E' chiaro che il Cristianesimo è rivolto alla gran parte d'esistenza umana che è senza senso e significato umanamente e non a quelli che «hanno già ricevuto la loro mercede» o la stanno ricevendo perché la loro vita sul piano delle valutazioni, umane, offre loro qualcosa.
A chi è in questa situazione di sufficienza umana non rimane altro - se vogliono una ricchezza cristiana nella loro ricchezza umana e terrena - o "vendere tutto" per essere poveri e quindi in diritto al Cristianesimo, o scavare vuoti enormi nella propria sufficienza fino a che tutto quello che hanno e sono vi sparisca dentro e capiscano di avere bisogno di stendere la mano come
chi niente ha.
Ma io penso ai poveri senza casa e senza pane. Ai malati fin dall'infanzia e dalla giovinezza. A chi è soltanto attrezzo da lavoro e non ha un giorno per respirare liberamente e nemmeno un'ombra di sicurezza materiale.
Penso a te che non hai avuto da nessuno nemmeno un gesto, uno sguardo di Amore. La tua vita, il tuo corpo e l'anima tua, ha soltanto servito agli altri. Non hai mai avuto un destino tuo, povera pietra murata nella casa dove gli altri vivono e ballano.
E se qualche volta hai osato chiedere qualcosa, qualche briciola che cade dalla tavola imbandita, povero cane bastardo ti hanno mandato alla cuccia con una pedata!
Innumerevole povero, cos'è la vita umana per te? Non hai neanche l'illusione di vivere e non puoi cercar d'impazzire o di stordirti come fanno i ricchi e nemmeno di distrarti: a meno che ti basti un fiasco di vino da 200 lire o nasconderti nel buio di un cinema o andare a letto con qualcuno più stanco e più miserabile di te.
E penso a te che hai cercato per tutta la vita l'onestà e la giustizia. Hai avuto timore di Dio e hai fatto sempre del bene a tutti. E anche tu che hai amato la Verità e non ti sei fermato alle apparenze. Tu che hai dato la tua vita alla causa della Giustizia e hai creduto all'Amore fra gli uomini. Vivi per loro. Le tue ore di preghiera. La tua ricerca di Dio. La tua amicizia offerta a tutti. Il tuo cuore aperto fino all'impossibile...
Ti sei caricato di tanti pesi non tuoi e forse davanti a Dio porti sulle spalle gran parte del peso misterioso dell'esistenza umana.
Ed è solitudine nera. Scoraggiamento a non ridire. Depressione e sconforto. Morire lento e amaro ogni giorno e ad ogni passo. Non sono nulla. Non servo a niente. Tutto è inutile...
E le tenebre si fanno fitte, fitte. Il senso del vuoto cresce a vertigine. E' come una nebbia soffocante che sale e tutto avvolge. Non rimane altro che il niente di tutto.
Passione e morte di Gesù.
E' nato, è vissuto, è morto fra questa povera gran parte d'esistenza umana dispersa e abbandonata nel mondo, per dare un senso, un significato, un valore alla passione e morte di tutti.
C'è veramente chi ama questa gran parte d'esistenza umana fino a farne qualcosa della Sua esistenza divina, in modo storico, allora, per quegli anni della Sua vita terrena, ora, ogni giorno, ogni momento, per partecipazione invisibile ma reale e concreta secondo la Sua Presenza Eucaristica e Divina.
Fra loro vi è Lui: seduto alla loro tavola, accanto alla loro fatica, amico della loro solitudine. E vi è come pegno e garanzia di Resurrezione perché Lui ha già vinto la Sua e la loro morte.
Forse non lo sanno che non sono soli. Non vedono Chi è dentro la loro solitudine. Non credono nemmeno che esista o forse danno anche a Lui la colpa della loro pena e continuano a mangiarsi le mani dalla disperazione e a rifarsi di quello che manca con tutto ciò che capita, degenerando sempre di più nel materiale e nell'animale... Ma è povertà che cresce, che si moltiplica; è povertà assoluta; è nudità crocifissa; è vita dissanguata da quattro chiodi e da un colpo di lancia...
Lui è morto di questa povertà assoluta e da questa morte è risorta la Vita, la Sua e sicuramente tutta la vita morta o che muore della Sua stessa morte.
Noi credenti e praticanti - è nostra vergogna questo "noi" quasi casta distaccata e quindi non «incarnata», ma è così perché abbiamo paura "di perderci" - noi dovremmo testimoniare la presenza del Mistero di Gesù, passione, morte e resurrezione, in questa gran parte d'esistenza umana "povera" di valori terreni.
Ma non bastano le parole dal pulpito, le paterne benedizioni e tanto meno i sospiri di preoccupazione per questo mondaccio.
E neanche sono sufficienti i buoni del latte, il vestitino ricavato da una vecchia gonna rovesciata della Signora o la raccomandazione presso l'Onorevole per un posto da manovale.
E nemmeno dicono gran che le scuole private delle suore o dei frati. Le cliniche private, sempre delle suore o dei frati. Le colonie estive al mare e al monte. E i pellegrinaggi ai santuari.
E un mucchio di altre storie, perché generalmente "hanno già ricevuto la loro ricompensa" (Mt. 6, 1-4) e quindi non sono Cristianesimo. Non sono passione e morte e resurrezione.
don Sirio
in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1961, Marzo 1961
Luigi Sonnenfeld
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