Tempo di Resurrezione

"Io sono venuto, perchè abbiano la vita e l'abbiano in sovrabbondanza"... (Gv. 10, 10)

Ai nostri tempi una grande azione di carità e di amore è cercare di risuscitare nel nostro prossimo valori perduti, verità spente, destini morti e seppelliti. Dio ha fatto questo per noi, per tutti, per l'umanità. La Sua Venuta e la Sua Presenza è segno di Resurrezione.
Il Cristianesimo nel mondo è promessa di Resurrezione. Allora, alla fine del mondo, la resurrezione della carne per la partecipazione alla Vita eterna anche del nostro corpo: ora, ogni momento, come resurrezione continua, incessante della Verità, della Bontà, dell'Amore...
Cammin facendo si perdono forze ed energie, il tempo e le ore ci logorano e ci consumano e non solo fisicamente. Le vicende della vita normalmente ci intristiscono a morte. I problemi ci schiacciano fino a soffocarci. E poi c'è il male, il peccato: sono ferite che uccidono i peccati. La morte si fa in noi, ogni volta che la Volontà di Dio è disubbidita e il Suo Pensiero tradito. Facciamo di nostra iniziativa, seguiamo le nostre scelte, ma è una strada che conduce sull'orlo dell'abisso. E' scavarci la fossa sotto i piedi. E nella nostra rovina travolgiamo ogni valore. Siamo tutti responsabili dell'impoverimento, dell'immiserimento dell'esistenza umana.
Ci lamentiamo di scoprire continuamente panorami di desolazione e di distruzione, d'inciampare ad ogni passo in macerie, d'incontrarci ad ogni angolo di strada in spettacoli da appestati perchè ormai non c'è più onestà nel mondo, non vi è che odio ed egoismo e tutto è marcio.
Sì, va bene, d'accordo, sarà così, ma lei, scusi, cosa fa per rimediare a tanta rovina? Piagnucolare soltanto, è stupido. Arricciare il naso disgustati, è roba da farisei ipocriti. Inveire a parolacce roventi di sacro sdegno, è sacrilegio. Rimpiangere il tempo passato, mi scusi, è sbavare inutile da vecchiaia paralitica.
C'è molto altro da fare.
Intanto alleggerire il carico spaventoso di male che schiaccia l'umanità, del peso delle proprie miserie, dei propri peccati. In modo particolare rendere l'aria più respirabile spalancando le finestre di un egoismo tanto chiuso e muffito. Liberare il prossimo dalle orribili oppressioni delle nostre mentalità spaventosamente mediocri. Diffondere il senso della fiducia disposti a pagare di persona. Far luce lasciandoci bruciare.
Perché, scusi, lei per essere onesto aspetta che tutti siano onesti? Lei farebbe il galantuomo quando tutti sono galantuomini? «Questo, direbbe Gesù, lo fanno anche i pagani». (Mt. 5, 46-47).
Forse il nostro essere cristiani è soltanto per ricevere: è soltanto sfruttamento di quello che il Cristianesimo (il sacrificio di Dio fatto Uomo, il martirio di tanti, l'immolazione nella Fede e nell'Amore di tanti altri) ha portato di bene nel mondo: prendiamo tutto quello che ci interessa e quasi sempre sul piano materiale e non diamo un centesimo dell'eredità ricevuta, una briciola del pane fatto col frumento seminato, cresciuto e mietuto col sudore degli altri.
Oltre a questo egoismo, avanziamo pretese e ci crucciamo di questo Cristianesimo che non riesce più a difendere i privilegi, che lascia cadere vecchie alleanze, che abbandona certe posizioni e si mette sulla strada dove cammina faticosamente questa povera storia umana.
Questo certo Cristianesimo dei nostri giorni che vuole essere incarnazione di tutta l'esistenza umana ma non per l'eroicità di qualche santo, fedele imitatore di Gesù Figlio di Dio fatto pover'Uomo a Nazaret, sulle strade della Galilea e Giudea e sulla Croce, ma attraverso una totale impostazione di esistenza cristiana.
Ecco: bisogna portare in questo mondo materialista, ateo, immorale, disonesto, marcio, imputridito, morto e sepolto (scusi, lei vuole aggiungere qualche altra pennellata al quadro? Faccia pure), bisogna portare - dicevamo - una Resurrezione. Richiamare a vita. Bisogna far di nuovo vivere. E' necessario che siano viventi, vita vissuta, pienezza, abbondanza di vita i valori del Cristianesimo.
La Resurrezione di Gesù è pegno e garanzia della loro vitalità.
La Verità, l'Amore, la Giustizia, la Libertà, la Fraternità, i valori dello Spirito, i Destini eterni...
Anche lei è d'accordo, vero?
Però la loro testimonianza vera, sincera, efficace è condizionata al Discorso delle Beatitudini (lo legga nel Vangelo di S. Matteo al Cap. 5).
E la Resurrezione nell'esistenza umana dei valori cristiani del tempo e dell'eternità, è frutto di una passione e di una morte di Croce. (Lo legga il racconto nelle ultime pagine dei quattro Vangeli).
Non c'è nulla da fare (mi dispiace, creda, ma non cerchi altre strade, perché non ve ne sono sicuramente; sarebbe tempo perso e delusione penosa e fatiche gettate al vento: ormai di storia maestra della vita ce n'è così tanta, perché non vuole capire?), questa Resurrezione continuata, incessante, appassionata dei valori cristiani nell'esistenza umana fruttifica soltanto dalla nostra passione e morte. Cioè è la Sua Passione e la Sua Morte che ottiene dalla nostra passione e morte di ogni giorno e dell'ultimo giorno il miracolo della Resurrezione della vera Vita nella morta esistenza di questa povera umanità.


La Redazione


in La Voce dei Poveri: La VdP marzo 1961, Marzo 1961

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