Le nostre parole a Dio

Gesù che sei l'amico buono e fedele di ogni uomo che viene a questo mondo, donami il miracolo dell'amicizia: la tua, quella del mio vicino di casa, dei mio collega d'ufficio, del mio compagno di lavoro e anche quella dell'esattore delle tasse e dello guardia comunale.
Gesù vorrei essere amico di chi mi siede accanto sull'autobus o al cinema. Di tutti quelli che incontro al mattino. Di quelli che camminano per le strade chiusi dentro il bavero rialzato. Mi pare che ognuno sia come prigioniero di una diffidenza spaventosa: e ci guardiamo sospettosi attraverso la finestrella inferriata del carcere.
Gesù non so però essere amico dei poveri, di chi è nulla e non sa di nulla. Di quelli condannati - e sono così tanti - a non avere amici. Non so dare questo bicchiere d'acqua fresca e questa fetta di pane nemmeno a chi muore di sete e di fame. Perdonami Gesù, sono uno sporco egoista e tengo tutto per me l'Amore di cui mi hai traboccato.
Gesù ho paura ad aprire il cuore come quando apro il portafoglio: ho paura di essere derubato o truffato e forse anche di dover dare poi senza misura e di rimanere povero e triste come uno sciocco. E' chiaro, Gesù, che non ho voglia di morire come te dissanguato e nudo su una croce per aver voluto amarti senza misura e per voler essere l'amico dell'ultimo negro del Congo che sta morendo di fame e del povero Lucidi sepolto in galera.
Gesù ho visto una prostituta ferma sul ciglio della strada pronta a vendere l'amore a chiunque passava e sicuramente a qualsiasi prezzo: non aveva paura. Ho capito di essere più miserabile di lei.
Gesù abbi pietà di lei, di me, di tutti: siamo spaventosamente poveri di Amore.



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in La Voce dei Poveri: La VdP febbraio 1961, Febbraio 1961

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