E Tu, Iddio

E Tu, Iddio
per cui cammino in questo cielo immenso
tra nuvoli di mondi
sei pių povero di me:
T'ho visto spasimare sotto il bisturi (r
che Ti sanava un'ulcera nei visceri,
T'ho visto ubriaco
fradicio barcollare ad occhi vuoti.
T'ho visto
teso a reggere la carriola carica,
saltare lieto delle tasche nuove
delle scarpe lucenti
e chiamarmi, tendermi le mani
felice di un sorriso e di un bacetto.
Mi fanno pena
quei tuoi occhi di passero curioso.
Per vivere, fratello Ti devo essere
e padre.
E ripulirti il naso gocciolante
e sorreggerti negli infermi passi,
costruirti una forte casa di pietra
massiccia bene a piombo, e risanarti
se Ti scotta la fronte abbandonata
sopra le mie ginocchia,
e procurati il pane, la minestra
ed il miele e la frutta che Ti piace:
č il mio adorarti.



Danilo Dolci
(Ed. La Locusta)



in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1960, Novembre 1960

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