se non vi dispiace potremo parlare insieme, comunicandoci fraternamente le nostre impressioni, di tutto ciò che incontriamo sulla nostra strada in ricerca di una chiara sincerità cristiana. Spesso capitano momenti particolarmente incerti e dolorosi. Questo, per esempio.
Ogni tanto ci riprende un grave problema che spesso terribilmente ci opprime. Forse abbiamo avuto una concezione del Cristianesimo eccessiva, strana, imprudente, esagerata, incontrollata. Abbiamo lasciato andare la nostra anima ad una Fede-sogno, ad un Amore-sentimento, ad una vita cristiana-avventura?
Ci siamo sempre sentiti sulla strada e infangati, poveri mendicanti di un tozzo di pane d'Amore di Dio e d'una goccia di Verità. La nostra povertà di ogni giorno. Quante volte ci siamo seduti sulla strada senza più la forza di andare avanti. Spesso abbiamo sbagliato direzione e ci siamo voltati indietro. Abbiamo pianto di pena e di smarrimento. Specialmente abbiamo sempre sofferto per mancanza di coraggio, di forza, di sicurezza...
Non abbiamo mai avuto importanze particolari. Abbiamo solo camminato e camminiamo insieme a tutti. E testimoniamo candidamente che é molto maggiore l'aiuto ricevuto dagli altri di quello che noi, sempre poveri mendicanti verso tutti, abbiamo loro dato.
Abbiamo soltanto e sempre lasciato che ci leggessero nell'anima. Non abbiamo nascosto il nostro tormento di ogni giorno e l'arsione di un profondo desiderio di Dio. Se si piangeva, si piangeva liberamente e se avevamo paura non ci si preoccupava di nasconderlo. Perché non abbiamo mai nascosto quello che siamo e nemmeno quello che sempre abbiamo desiderato e cercato. Non abbiamo mai detto delle parole, ma abbiamo donato la nostra anima con tutto quello che la nostra anima ha e é.
E l'Amore per Gesù, il bisogno della Verità, la libertà in Lui, l'essere Suoi apertamente, il credere senza limiti e non misurare le conseguenze. Lasciarsi prendere e portar via. Spesso senza nemmeno sapere da chi. Come sollevati da una folata di vento, senza voler sapere dove si andrà a cadere.
Perchè Gesù è quello che è e le Sue parole sono lì e il Suo esempio eccolo e la Chiesa mi dice che è il Figlio di Dio. Tutto allora è come finito, perchè qualcosa d'infinito è cominciato. Cosa conta la prudenza della nostra ragione? Cosa può aggiungere la nostra saggezza e la nostra sapienza?
L'oceano non può essere contenuto dagli argini come un torrentello qualsiasi. Si può contenere soltanto non limitandolo. Le sponde se le crea lui. Noi non possiamo che perderci, sparire, essere inghiottiti. Così sempre.
E quindi una sofferenza senza soste e misure per noi e per tutti quelli che accettano di camminare con noi, Perchè abbiamo sempre tentato il nostro prossimo di gettarsi nell'infinito.
A un certo punto non abbiamo potuto né voluto discutere più. Soltanto una briciola di Fede e d'Amore basta. E non poter vivere che nella totale Verità.
Poi è Lui che fa tutto. Il Suo amore! Ci siamo bruciati gli occhi nel guardare a Gesù e ci siamo logorati il cuore nell'ansia del Suo Amore. Fino al punto che tutto è sparito come sopraffatto e vinto da una Presenza. Ogni luce è ridicola sotto il sole alto.
Quindi la vita ci è apparsa diversamente. Le cose di sempre e di tutti non ci dicono di più di quello che possono dire e spesso non ci dicono niente. Può darsi che sia un grave pericolo ma è così. Tutto è stato portato al limite estremo per cercare lì la chiarezza. E prima come ricerca di Verità e poi come necessità di vita.
Bisognava averci pensato prima, ora è impossibile. Ora non è più possibile rifiutarsi: sarebbe come un uccidersi per lenta malattia (mediocrità) o violentemente (disperazione). Quando il solco è tracciato è tracciato. Ormai la terra è incisa e ferita. Bisogna arare tutto il campo e poi avere la fiducia della semina.
Vi sono urgenze interiori che non si possono calmare più. Specialmente quando investono l'essenziale della vita come una fiamma che brucia il midollo delle ossa. Bisogna lasciarsi incenerire.
Allora si diventa strani, impossibili. Incapaci. Estremisti. Gente da guardarsene. E si vive come sperduti. Non si sa esattamente cos'è questo sogno: se è una febbre o una realtà. E anche gli altri si domandano di cosa siamo ammalali e perchè non si sa vivere in pace.
E' doloroso sentirci pericolosi. Come attentatori alla pace degli altri.
C'è soltanto molto da soffrire. Anche perchè in definitiva non si sa esattamente ciò che è il meglio.
Ma ormai il filone è aperto, il solco é iniziato, speriamo di essere capaci, se Gesù lo vuole, di non guardare nemmeno se è storto o diritto, ben scavato o superficiale e tanto meno voltarsi indietro per nostalgia di ciò che è stato abbandonato.
Bisogna andare avanti. L'amore è veramente il pericolo più grosso che s'incontra nella vita.
Quando poi questo Amore è quello di Gesù, allora il pericolo è un abisso infinito.
Pazienza. E' Lui che ha voluto fare le cose così. La responsabilità è tutta Sua di aver inventato e vissuto quest'Amore.
Fraternamente.
don Sirio
in La Voce dei Poveri: La VdP novembre 1960, Novembre 1960
Luigi Sonnenfeld
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