Palpebre, dolci palpebre, che un velo
calate, quando io voglio, tra i miei occhi
e i fantasmi del mondo: per la vostra
misericordia imprigionarmi posso
entro me stessa e nulla pił vedere
di quel che esiste, ma veder pił in fondo
e pił lontano. O palpebre, son belli
i volti amati, i fiori al sole, i campi
di spighe ondose; ma pił bello il vostro
mistero, In esso abbandonatamente
io mi sommergo e scendo (o salgo ?) al punto
ove l'umano ha termine e il divino
comincia, e scopro eterni paradisi
che il mondo ignora; e vi vorrei per sempre
suggellate su questi occhi di carne
per restar col mio DIO libera e sola
Ada Negri
in La Voce dei Poveri: La VdP ottobre 1960, Ottobre 1960
Luigi Sonnenfeld
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